- bell'esordio di Roberto Mancini sulla panchina del Manchester City. Lo sguardo è torvo. Il contesto teso. La squadra, logicamente, gioca con le idee di Hughes, mentre lui si limita alla scelta di un ottimo cappottino con sciarpetta legata al collo non un un millimetro più su e non un millimetro più giù. Al resto ci pensa Tevez;
- seguo la diretta di Birmingham City - Chelsea. Mi aspetto una goleada e, invece, scopro che il Birmingham ha un'ottima classifica, che Hart para di tutto, che Drogba brontola con l'arbitro, che Malouda gioca fuori posizione e che Obi si dimentica la concentrazione negli spogliatoi. Arriva un insipido 0 a 0;
- ad Anfield, nel frattempo, gioca Aquilani titolare. Rafa Benitez è contento e lo protegge contro chi dice che è un pesce fuor d'acqua. Lentamente, l'ex romanista prova a entrare nei meccanismi dei Reds. Forza;
- Roma - Toni è fatta. Ma l'ingiustificato assenteismo del tifoso romanista dal commentare la notizia è duro da debellare... Per una volta che la Roma ha la tanto sognata punta di peso...;
- in data 22 dicembre l'Argentina perdeva 4 a 2 contro la Selecciò Catalana. Sembra strano. Suona male. Poi uno fa mente locale e si ricorda che la punta catalana è Bojan. Che l'allenatore è Cruijff. E tutto torna.
domenica 27 dicembre 2009
Appunti del weekend
sabato 26 dicembre 2009
Fenomenologia del tifoso felsineo
Il Bolognese Medio (da ora in poi, per brevità, BM) va allo stadio con la sciarpetta rossoblù, parcheggia lo scooter e poi gli iniziano a girare le scatole perché vede arrivare i tifosi avversari con le loro sciarpette neroazzurre, rosanere o gialloblù. Il BM, se ti presenti al pub con una sciarpa biancoverde del Celtic comprata in Scozia ti guarda male e ti dice “oh, ma sei cretino? Cosa mi sei diventato, tifoso dell’Avellino?”. Il BM prima di andare allo stadio va alla SNAI, scommette tronfio sull’1 fisso del Bologna e poi in curva, sul 3-0 per gli altri, straccia rabbiosamente il foglietto con la legata e inizia ad urlare a squarciagola “Menarini vattene!”. Dopodiché, il BM torna a casa, incassa la sconfitta e se ne fa una ragione mentre accende Sky per vedere se c’è una partita di Premier, “ché la Serie A fa schifo”. Lo stesso BM, disilluso, due domeniche dopo va alla SNAI, scommette il 2 fisso per la squadra che gioca in trasferta al Dall’Ara, e: se il Bologna perde fa la faccia triste ma dentro di sé è contento pensando ai soldi che incasserà; se il Bologna vince è contento lo stesso ma commenta amaramente: “questa squadra è discontinua”. Il BM allo stadio consuma ettolitri di Caffè Borghetti anche quando ci sono 35 gradi. Il BM dice che il Dall’Ara non è uno stadio, perché c’è il fossato e la pista d’atletica e non si vede una mazza, ma se il Comune o la società propongono di costruire uno stadio nuovo protesta perché il Dall’Ara è vicino al centro ed è comodo arrivarci in scooter. Un BM su tre va in curva e s’incazza coi BM della tribuna perché non cantano i cori della curva, non tifano come si deve e soprattutto difendono i Menarini. Un BM su tre non fa l’abbonamento perché “se devo veder giocare quelle 11 pippe lì non li spendo mica 200 euro”. Lo stesso BM, tutti i sabati, fa la fila alla biglietteria dello stadio, perché “stavolta mi sento che il Bolognino fa 3 punti”. Il BM, dopo l’ennesimo Bologna-Juve finito inesorabilmente col segno 2 dopo diversi episodi contestatissimi a favore dei bianconeri, torna a casa sconsolato dicendo “con la Juve deve sempre succedere qualcosa.” Il BM non si capacita che quando c’è Bologna-Juve allo stadio ci siano più tifosi della Juve che del Bologna. Il BM non sopporta gli juventini che vanno a vedere Bologna-Juve al Dall’Ara perché sono o romagnoli o fuorisede. Il BM non sopporta gli juventini di Bologna. Il BM ha tanti amici interisti, milanisti e juventini che negli ultimi vent’anni hanno vinto scudetti, Champions League e Coppe UEFA, e s’intristisce perché lui ha vinto solo una Coppa Intertoto. Il BM è convinto che se sei nato a Catanzaro devi tifare Catanzaro. Il BM sente molto le rivalità con il Modena, il Parma, la Fiorentina, il Napoli, la SPAL, il Cesena e le squadre romagnole ed è invece orgoglioso dell’improbabile gemellaggio con il Ravenna. Il BM, quando c’è Bologna-Udinese, tira sempre fuori la storia che “una volta eravamo gemellati e ci scambiavamo le sciarpe, adesso guarda qua come ci insultiamo”. Il BM, se fa amicizia al pub o in discoteca con dei tifosi di un’altra squadra, si preoccupa poi sempre di sapere se c’è una rivalità coi tifosi di quest’altra squadra. Il BM va volentieri in trasferta a Mantova, “così dopo la partita andiamo a mangiare i tortelli di zucca”. Il BM, all’inizio degli anni 2000, ce l’aveva a morte col presidente Gazzoni per la sua eccessiva parsimonia, anche se aveva portato in rossoblù Baggio, Signori e Andersson. Il BM, oggi, ce l’ha a morte con la famiglia Menarini perché ha portato in rossoblù Lanna, Coelho e Bernacci, e rimpiange Gazzoni. Il BM dichiara che alle prossime elezioni comunali voterà il candidato Cazzola, ex presidente del Bologna, “perché se è riuscito a farci tornare in A, è uno che ci sa fare”. Lo stesso BM, nel segreto della cabina elettorale, vota l’altro candidato Del Bono. Al BM che propone di andare a contestare squadra e società al campo di allenamento di Casteldebole, di solito gli amici rispondono in maniera evasiva, e non se ne fa mai niente. Il BM ad agosto si esalta per l’acquisto (10 milioni di euro) di Bernacci, e a novembre si rende conto che Bernacci è un cesso. Il BM a gennaio si esalta per l’acquisto (7 milioni di euro) di Osvaldo, e a giugno si rende conto che Osvaldo è un bidone. Un BM su dieci è ancora convinto che Meghni sia un piccolo Zidane e che non dovesse essere ceduto alla Lazio. Gli altri nove BM su dieci, quando Meghni è stato ceduto alla Lazio, hanno stappato la bottiglia di Lambrusco delle grandi occasioni. Il BM tende a dimenticare che nel Bologna hanno giocato Cappioli, Petruzzi e Piacentini. Il BM si ricorda invece benissimo di Schenardi, Cristallini e Magoni. Al BM guai se gli tocchi Roberto Baggio, ma se poi gli fai notare che venne a giocare qui per rimettersi in sesto, andare ai Mondiali e farsi coprire di soldi dall’Inter di Moratti dopo solo una stagione se la prende - perché in fondo sa che è vero - e ti dice “te di calcio non capisci niente”. Il BM di una certa età è rimasto a Bernardini, Bulgarelli, Haller e allo scudetto del 1964. Al BM non va giù se gli dici che lo scudetto del 1924/25 il Bologna l'ha vinto perché il ras fascista locale Leandro Arpinati era ammanicato con la FIGC. Un BM su due odia Ulivieri perché è comunista e perché non faceva giocare Baggio. L’altro BM su due odia Guidolin perché non è comunista e perché proponeva un gioco eccessivamente difensivo. Tutti i BM sono invece d’accordo sull’amore incondizionato verso Carletto Mazzone. Il BM, a sentir lui, andava tutte le domeniche allo stadio quando il Bologna era in C1, ma se poi gli chiedi se si ricorda di quella volta che ci fu Bologna-Massese sotto una nevicata, ride e ti risponde che forse quella domenica lì era rimasto a casa. Il BM sa che fu un disonore andare a perdere a Leffe, sempre ai tempi della C1, ma non sa bene collocare geograficamente Leffe. Ogni BM che si rispetti era allo stadio il 2 giugno 1996 a vedere Bologna-Chievo 1-0, partita della promozione in Serie A dopo gli anni della B e della C1, e si ricorda perfettamente del gol di Giorgio Bresciani al 93’, ma nessun BM si ricorda che l’assist a Bresciani lo fece Cristiano Doni. Il BM alla festa del centenario applaude divertito un Igor Kolyvanov palesemente sbronzo di vodka, e un po’ si commuove quando sotto la curva arriva Kennet Andersson, come ai bei tempi. Il BM, sempre alla festa del centenario, applaude tre quarti d’ora Roberto Mancini (una stagione e 9 reti trent’anni fa) perché bello e famoso, e si dimentica di Michele Paramatti, protagonista assoluto della Coppa Intertoto e della gloriosa, epica cavalcata UEFA, stagione 1998-99. Il BM il 9 luglio 2006 era in Piazza Maggiore coi bandieroni tricolore ed osannava Lippi, e tre anni dopo sostiene che della Nazionale non gliene frega niente, perché quella del 2006 “era la Nazionale di Moggi e della GEA”. Il BM a giugno 2010 indosserà la maglietta azzurra e tiferà per la Nazionale di Lippi. Il BM al fantacalcio compra Zalayeta e Adailton, e poi si lamenta che non gli fa mai gol nessuno. Il BM vuole che il Bologna rimanga in Serie A così può usarlo a PES. Il BM calciatore di seconda categoria è in polemica col mister perché non lo fa giocare. Il BM calciatore di seconda categoria spera che il venerdì piova, così la federazione sospende la giornata di campionato per impraticabilità dei campi e lui la domenica può andare con gli amici alla sagra del gnocco fritto a San Giovanni in Persiceto. Il BM pende dalle labbra del miglior giornalista sportivo locale, Gianfranco Civolani detto Civ, ed utilizza spesso sue espressioni del tipo: “domenica si va a Milano: 0 punti”, “state benone”, “miei personalissimi voti”, “Valiani pipparolo”. Il BM al bar legge il Corriere dello sport-Stadio. Il BM crede a tutte le più assurde voci di mercato, e manda un’e-mail alla trasmissione del lunedì sul Bologna: “ho letto che a gennaio la Roma ci dà in prestito Julio Baptista”. Il BM opinionista della trasmissione del lunedì sul Bologna risponde: “a noi Baptista non serve perché è un trequartista e non una punta”. Il BM ce l’ha con Abatantuono perché una volta a Controcampo disse che i bolognesi di calcio non capiscono un cavolo.
Delle volte, tra i BM, mi ci metto anche io.
Va bene, ragazzi. Come diceva il protagonista di un libro di Enrico Brizzi, “Bienvenidos nella piccola patria.”
giovedì 24 dicembre 2009
Una Juve trrropppoo bbuonaaa fiu fiu fiu fiu fiuuuuu
mercoledì 23 dicembre 2009
Il fattore negativo
lunedì 21 dicembre 2009
Manca solo il fez
Inglourious Glories, Ch. II, Nottingham Forest FC
Olympiastadion di Monaco di Baviera, 30 maggio 1979. Si gioca la finale della Coppa dei Campioni. Il Nottingham Forest di Brian Clough, cenerentola della competizione, affronta il Malmoe della coppia d’attacco Cervin-Kinnvall. Gli spalti sono gremiti di bandiere inglesi. L’attesa è grande. Per tutto il primo tempo i Reds provano a fare la partita, a spingere. Uno sbadato sinistro di Robertson colpisce il palo, strozzando l’esultanza in gola ad una città. Il Malmoe regge, rendendo vana ogni offensiva inglese.
Clough, con viso pensieroso e capelli arruffati, borbotta al bordo del campo.
Inizia il secondo tempo. Un lampo. Robertson punta la difesa svedese lanciandosi sulla fascia sinistra, arriva sul fondo e butta nel mezzo un cross morbido. I centrali del Malmoe sono scavalcati, sulla palla si avventa Trevor Francis, maglia numero 7. E un gol che scatena un urlo assordante. La piccola città delle Midland Orientali è sul tetto d’Europa. Brian Clough ha fatto il miracolo.
Prima il fiato sospeso ai Sedicesimi contro il Liverpool, campione uscente. Poi i trionfi contro AEK e Grasshopper. Infine, l’impresa di Colonia. Dopo la partita con il Malmoe, i Garibaldi - si narra che la maglia color rosso sia in onore del condottiero italiano - strappano il trofeo dalle mani di Kenny Dalglish, scrivendo una pagina di calcio sublime.
Brian Clough |
Non basta. Il sogno è appena iniziato. Il neopromosso Nottingham parte bene in First Division. Solamente Everton, Manchester City e Liverpool tengono il passo. Alla fine della stagione la classifica parla chiaro: Nottingham Forest, 64; Liverpool, 57; Everton 55. Maggior numero di vittorie, minor numero di sconfitte e miglior difesa.
I Reds sono campioni d’Inghilterra. All’inaspettato trionfo, che porta la squadra al qualificarsi per la Coppa dei Campioni dell'anno successivo, si aggiunge anche una Football League Cup vinta contro il Liverpool. La stagione successiva di First Division è meno dolce. Le 21 reti di Kenny Dalglish sono troppe e il Liverpool si laurea campione. Il Nottingham Forest chiude secondo, a -8 dalla vetta. Il sogno di Monaco di Baviera non lascia, però, spazio a delusioni.
Ancora Liverpool nella stagione 1979/80. Secondo il Manchester United. Il Nottingham Forest chiude al quinto posto dietro Ipswich Town ed Arsenal. Capocannoniere Phil Boyer del Southampton. In Coppa dei Campioni, invece, i Reds campioni uscenti amministrano bene il doppio scontro con l’Osters di Ravelli ai Sedicesimi. Agli ottavi nulla possono i romeni dell’Arges Potesti, che incassano 4 reti. A far paura è la Dinamo Berlino ai Quarti. I tedeschi della Stasi si presentano vincendo al City Ground e solo una grande prova dei ragazzi di Clough sulle rive della Sprea regala l’accesso alla Semifinale contro l’Ajax.
L’andata è in casa. Il Nottingham parte forte. L’Ajax è schiacciato nella sua area, sguarnito sugli esterni. Corner calciato sul primo palo, Robertson sfiora di testa e mette fuori tempo difesa e portiere avversari. Sul rimpallo si avventa Francis e insacca. Il City Ground è caldissimo, i lancieri sembrano fuori fase. A metà ripresa arriva il raddoppio di Robertson, su rigore. Al ritorno, all’Amsterdam Arena, l’1 a 0 dell’Ajax non è sufficiente. Il Nottingham Forest è in finale contro l’Amburgo, che nel frattempo ha spazzato via il Real Madrid.
E proprio al Bernabeu i Reds hanno l’occasione di confermarsi campioni. Clough si affida ai soliti. Shilton tra i pali. Lloyd a guidare la difesa e Anderson a spingere sulla fascia. I mediani sono McGovern e Francis. Davanti, John Robertson. I tedeschi, avendo eliminato il Real con tanta facilità, partono favoriti. Il tranquillo Clough, in panchina con indosso una tuta Adidas da antologia, non si cura dei pronostici. Sa che nel calcio contano poco, a differenza dello stanco tiro di Robertson a metà del primo tempo che porta in vantaggio i Garibaldi. Il resto è affare di Peter Shilton, vero baluardo quel giorno.
Peter Shilton |
Fino all’aprile 1989. A Hillsborough, lo stadio dello Sheffield Wednesday, è in programma la semifinale di FA Cup tra il Forest ed il Liverpool. A Sheffield accorrono migliaia di tifosi per seguire la partita. In molti arrivano in ritardo. L'assalto alla Leppings Lane, la curva destinata ai tifosi del Liverpool, è ingestibile da parte delle forze dell’ordine, in quegli anni nella morsa dell’ossesione hooligans. Il caos aumenta di secondo in secondo e prende forma la più grande tragedia sportiva inglese. Quel pomeriggio, a Hillsborough, persero la vita 96 persone. Più di 700 rimasero ferite. E’ la nebbia degli anni Ottanta e di una partita maledetta. Quel pomeriggio rese necessario il Taylor Report ed un cambiamento radicale nel calcio inglese.
Leppings Lane |
Quel pomeriggio segna anche l’inizio del declino dei Reds. Negli anni successivi solamente qualche piazzamento a metà classifica, la retrocessione nel 1993 e l’abbandono di Brian Clough. Sotto la guida del suo successore, Frank Clark, il Forest risale subito e in due anni è di nuovo in Coppa Uefa. Poi una nuova retrocessione ed una nuova risalita con in panchina Dave Bassett. La tremenda altalena non si arresta: ancora una serie di promozioni e retrocessioni negli anni seguenti - tra i vari allenatori, anche David Platt - fino a che, nel 2005, il Forest retrocede dopo 54 anni nella Football League One, diventando il primo club ad aver vinto la Coppa dei Campioni protagonista di una retrocessione fino alla terza divisione del proprio Paese.
Oggi alla guida dei Reds c’è Billy Davies. Davanti, il gallese Robert Earnshaw. Sugli spalti del City Ground sale ancora forte l’urlo “Forest till I die / I’m Forest till I die”. Il sogno è sempre quello: battere il Derby County. O, forse, qualcosa di più. La statua di Brian Clough, fuori dal City Ground, ha le braccia al cielo. Accenna un sorriso.
"Probabilmente c'è un equivoco, sono innocente"
sabato 19 dicembre 2009
Domani segna Balbo su assist di Fonseca
giovedì 17 dicembre 2009
I saltelli,Balotelli e il razzismo che non c'è.......
giovedì 10 dicembre 2009
Quando le settimane iniziavano con Settimana Gol
martedì 8 dicembre 2009
domenica 6 dicembre 2009
Due atti della stessa tragedia
venerdì 4 dicembre 2009
Roma - Basilea
Pur non essendo tifoso giallorosso, mi sento di dover dare un pò di voti. Da esterno.
Baptista, 4: l'impressione che per la Roma i troppi impegni, tra cui quello europeo, non siano sostenibili, c'è. Credo che giocatori come la Bestia siano la principale causa di questa sensazione. Mi sembra che il brasiliano sia ben lontano dagli automantismi della squadra: proprio lui che dovrebbe essere un valore aggiunto.
Ranieri, 7: checchè ne chiediate le dimissioni, il Mister sta facendo il suo. In europa va avanti e in campionato oramai ha messo a posto le cose. Sinceramente, non mi aspettavo tanto. Specie se si ricorda la situazione in cui iniziò a lavorare. Bene che stia investendo su Menez.
Il numero in area di Taddei nel secondo tempo, 10 con lode: da stropicciarsi gli occhi.
L'azione del secondo gol, 8: a noi il calcio piace così. Che capolavoro la palla di De Rossi.
Mexes, 6: in realtà dovrebbe essere un 4 perchè la Roma prende SEMPRE gol. Tuttavia, è ancora un piacere vedere un difensore che va al contrasto (specie quelli aerei) con tanta determinazione.
Pizarro, 7: la vera anima in questi periodi di vacche magre.
Pradè, 8: per una volta io un bel voto glielo voglio dare. Cavolo, di errori ne avrà fatti, ma almeno quest'anno dal nulla è spuntato un gran portiere.
(Se poi mi dite che Sergio non è roba che viene da lui, torniamo di corsa al voto 2 per il ds meno amato da Lacrime di Borghetti).
Chiudo con qualche domanda:
- non trovate che il Basilea si sia rivelata gran squadra?; e poi
- In telecronaca accennavano al fatto che il Basilea è una succursale del calcio tedesco (in particolare, del Bayern). Ne sapete qualcosa?
ps: Nesat, l'ultima domanda era per te.
pps: so che su Pradè mi metterete in croce. Amen, adoro provocarvi.