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giovedì 14 gennaio 2010

Inglourious Glories, Ch. III, 1. FC Magdeburg


La Regionaliga è la quarta divisione del calcio tedesco. Ha carattere semi-professionistico. È divisa in tre gironi, Nord, Ovest e Sud. Le prime tre classificate di ogni girone sono promosse in Dritte Bundesliga. 4 squadre dalla Regionalliga Nord, 3 dalla Regionalliga Ovest e 3 dalla Regionalliga Sud retrocedono in Oberliga, la quinta serie del campionato tedesco.
 
L’1 FC Magdeburg è, attualmente, quinto nella Regionaliga Nord. Qualche anno fa la storia era del tutto diversa. Berlino era spaccata da uno strano, lunghissimo muro, innalzato in una sola notte, ed il calcio in Germania era diviso in due campionati: quello della Germania Ovest, la Bundesliga, e quello della Germania Est, la DDR-Oberliga.
 

Mentre a Ovest dominavano Borussia Mönchengladbach, Bayern Monaco ed Amburgo, ad Est primeggiavano la Dinamo Dresda prima e l’1. FC Magdeburg e la Dinamo Belino, poi. Quelle orientali, non sono storie di sport. O, almeno, non solo. Quei campionati e quelle coppe altro non erano che una vicenda politica. Affari tra potenti e piccole gioie per la gente. Da una parte l’1. FC Magdeburg, a rappresentare una piccola città della Sassonia. Dall’altra, la Dinamo Berlino, la squadra di proprietà della Stasi e della gente che contava. Da una parte il calcio dei talenti fatti in casa, dall’altra quello dei giocatori scippati alla Dinamo Dresda e dei favoreggiamenti. Quei talenti si chiamano Jurgen Pommerenke, Manfred Zapf, Detlef Enge, Martin Hoffman - per 19 anni con la maglia biancoblu del Magdeburgo - e Jurgen Sparwasser. Quest’ultimo, semplicemente, una leggenda.
 
Jurgen Sparwasser
Burattinaio dell’1. FC Magdeburg era Heinz Krugel, che prese la squadra in mano nel 1966 - un anno dopo la fondazione - per lasciarla solamente dieci anni dopo. O, meglio, dopo aver dominato e vinto 3 campionati e 2 Freier Deutscher Gewerkschaftsbund Pokal (o FDGB-Pokal, la Coppa della Germania Est). L’1. FC parte piano: qualche anno di assestamento in DDR-Oberliga, giusto per prendere le misure alle rivali di sempre. E, intanto, la FDGB-Pokal vinta nel 1969 prepara lo scenario per i trionfi degli anni Settanta.
 
Nel 1972 arriva il primo scudetto, quello dell’organico più giovane di sempre e dei gol di Abraham, Herrmann e Sparwasser. Quello che porta alla partecipazione alla Coppa dei Campioni e all’immaginabile eliminazione per mano della Juventus dei vari Haller, Bettega e Causio. Ma il Magdeburg non si ferma e nel 1973 mette in bacheca un’altra coppa nazionale. Battuto in finale per 3 a 2 il Lokomotive di Lipsia. Ancora l’Europa, questa volta la Coppa delle Coppe. Al primo turno gli uomini di Krugel gestiscono bene il fattore campo contro il NAC di Breda e approdano alla sfida contro i cecoslovacchi di Ostrava. Perdono 2 a zero all’andata, ma ribaltano tutto all’Ernst Grube Stadion, qualificandosi per i Quarti di Finale, dove incontrano una squadra bulgara che ha eliminato l’Athletic Bilbao: il Beroe Stara Zagora. Il passaggio del turno è ipotecato all’andata, con un secco 2 a 0. Una formalità gestire il pareggio per 1 a 1 in terra bulgara.
 
La sofferenza arriva alle Seminifinali. Dall’altra parte del campo c’è uno Sporting Lisbona che ha spazzato via squadre gallesi, inglesi e lo Zurigo. L’1. FC riesce a strappare al Jose Alvalade un pareggio quantomai inaspettato. La vittoria di misura a Magdeburgo regala all’1. FC la Finale.
 
Contro il Milan di Rivera, detentore della Coppa. In una strana Rotterdam, in uno stadio insolitamente vuoto, a metà del secondo tempo accade un miracolo. Wolfang Seguin, l’uomo delle 403 presenze in maglia biancoblu, batte Pizzaballa e porta il calcio miserabile sul tetto dell’Europa. Rivera, Schnellinger e Bigon sono in ginocchio. La Coppa va al di là di quel muro, sulle rive dell’Elba socialista.
 
Wolfang Seguin
L’1. FC Magdeburg diventa l’unico club della Germania Est ad aver trionfato in una coppa europea. Alla Coppa delle Coppe si aggiunge, pochi giorni dopo, anche il titolo nazionale. L’anno successivo, le undici vittorie casalinghe portarono Krugel a replicare in Germania Est. E’ il terzo ed ultimo trionfo in campionato per l’1. FC. Il resto sono coppe nazionali bagnate dal ricordo di quegli intramontabili Settanta. L’ultima nel 1983, la settima su sette finali disputate.
 
Succede, poi, che la storia ci voglia mettere del suo. Il muro di cui tanto si parla viene abbattuto nel giro di una notte e tutto cambia. Anche il calcio. La riunificazione delle repubbliche tedesche comporta la fusione della DDR-Oberliga con la Bundesliga. E l'1. FC Magdeburg si ritrova, tutto ad un tratto, a giocare nella Regionaliga Nord. Quello che rimane di tante gioie altro non è che una stelletta, il Verdiente Meistervereine, lo chiamano. Simboleggia i titoli nazionali tedeschi vinti al di fuori della Bundesliga.
 
Mi piace pensare che ogni tanto Jurgen Sparwasser ci pensi. Ai trionfi in giro per l’Europa, a quelle notti a Lisbona o a Rotterdam, alle battaglie eterne contro la Dinamo Berlino. A un allenatore che insegnava un calcio che era differente, che per giocare ci voleva il permesso, che sorridere era l’eccezione. A un calcio senza soldi, senza night club e con tante altre pressioni. A campi ghiacciati e a maglie di lana. Lui che di quel calcio minore è figlio primogenito. O magari no. Magari negli occhi ha solo l’immagine di un Sepp Maier battuto da un numero 14 qualsiasi.