Arzete cornuto, arzete! |
domenica 31 ottobre 2010
Giù le mani dal Pupone, maledetti moralisti d'accatto!
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martedì 26 ottobre 2010
Intervista a L.C. Menotti (III)
(qui la seconda parte) (qui la prima)
Intervista a L.C. Menotti (II)
(qui la terza parte) (qui la prima)
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Intervista a L.C. Menotti (I)
(qui la seconda parte)
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sabato 23 ottobre 2010
Il paese di Pulcinella
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giovedì 21 ottobre 2010
Briciole di Champions
No es tan loco |
sabato 16 ottobre 2010
Sull’equilibrio.. O della caduta della Libera Città di Magonza
In una delle scene più terrificanti di “M” di Fritz Lang, subito all’inizio del film, la camera inquadra fissa un manifesto affisso ad un palo che offre una taglia di diecimila marchi per chi riferisca notizie sul misterioso assassino che terrorizza la città.. Una palla rimbalza ripetutamente contro quel cartello, a lanciarlo è una bambina, fuori campo.. Improvvisamente l’ombra di una testa umana con un cappello appare per coprire in diagonale parte del manifesto ed una voce, anch’essa fuori campo, proveniente da un antico pozzo colmo di misteri e di paure, pronuncia le parole.. “Che bella palla!” Allo stesso modo ed in maniera diametralmente opposta, come un’ombra in diagonale che oscura parte del luminoso cartellone pubblicitario della Bundesliga mentre una palla ci rimbalza contro impazzita, è apparso il Mainz, squadra della gloriosa Città Libera di Magonza che, con sette vittorie su sette partite, domina la classifica del campionato tedesco, ed una voce, sempre fuori campo, proveniente da un antico pozzo colmo di sorprese e di gioie, pronuncia le parole.. “Che bella palla!” Come la palla che il tunisino Allagui spinge col tacco nella porta difesa da Butt al 14’ del primo tempo della partita tra Bayern Monaco e Mainz..
Dal tacco di Allah di Rabah Madjer al Prater di Vienna nella finale di Coppa Campioni tra Bayern e Porto il 27 maggio 1987, al tacco di Allagui all’Allianz Arena il 25 settembre 2010.. E’ il gol dell’1-0, poi il Bayern pareggerà su autogol prima di soccombere alla prodezza dell’ungherese Szalai.. girata di destro in controbalzo al 77’ ed il Mainz sbanca Monaco, espropria la cattedrale, stupra la reliquia.. Sesta vittoria su sei partite e prodromo al record di sette su sette, ottenuto la settimana dopo in casa contro l’Hoffenheim.. E’ ancora Allagui ad aprire le marcature.. Allagui è grande ed il Mainz è il suo profeta.. canterebbero oggi i Cccp se Giovanni Lindo Ferretti non si fosse rincoglionito..
Quando negli anni settanta e ottanta nella Mitteleuropa i sintetizzatori e le drum machines cercavano il miglior equilibrio possibile tra la sperimentazione elettronica di Stockhausen ed il delirio psichedelico del progressive, il Mainz completava il suo processo di rigenerazione vivendo la lunga fase dell’oblio.. relegato nella lega amatoriale della Oberliga Südwest (fu campione dilettanti nel 1982) giocava in campi fatiscenti circondati dalle rovine del declino postindustriale del Land di Rheinland-Pfalz.. Ma senza curarsene troppo ed inconsapevoli della svolta che la storia gli avrebbe imposto, i cittadini di Magonza continuavano a delirare nel loro infinito carnevale pagano.. Sarà solo nei primi anni ’90, con l’arrivo di Wolfang Frank, un eccentrico tecnico di impronta zemaniana che impose l’abbandono del libero e della marcatura a uomo a favore del 4-4-2 e della difesa a zona, che il Mainz, abituato a fare saliscendi tra la seconda e la terza serie si consoliderà in Zweite Bundesliga.. Ma nemmeno questa crescita verticale della squadra agli ordini di un comandante eretico ha distratto più di tanto gli abitanti di Magonza dal loro infinito carnevale.. loro di anabattisti boemi come Zeman ne avevano sempre molti in giro.. Secoli fa la Libera Città Imperiale di Magonza (1244-1462), fecondo laboratorio di arti e di culture, oltre a regalare al mondo la stampa a caratteri mobili tramite il lavoro di Johannes Gutenberg fu di esempio per quella moltitudine di comunità cittadine impregnate di eresia pagana e socialismo millenarista che illuminarono la Mitteleuropa e prepararono le rivolte contadine e gli esperimenti comunitaristi a venire.. Mainz ha sempre precorso il tempo e oltrepassato i confini.. è per questo che ora comanda in Bundesliga..
Se infatti nel 2012, secondo la profezia Maya, il calcio come lo conosciamo noi è destinato scomparire.. ciò avverrà per l’entrata in vigore del fair play finanziario, che obbligherà tutte le squadre ad esibire pareggi di bilancio: pena l’impossibilità di iscriversi alle competizioni europee.. Nulla sarà più come prima.. A rincorrere un pallone in giro per Europa saranno solo le squadre che avranno raggiunto l’equilibrio.. nei rapporti tra spese e ricavi, tra tifo e storia, tra yin e yang, tra ambizioni e geografia.. Squadre che puntano all’utopia dell’equilibrio come vi puntavano gli eretici medioevali che fecondarono con il loro sogno l’Europa secondo gli insegnamenti dell’immanenza taoista e del materialismo presocratico..
Squadre come il Mainz, che nell’ultimo mercato hanno chiuso in attivo vendendo 14 giocatori e comprandone 15 e che hanno un tetto stipendi di 14,5 milioni (un decimo di quello del Bayern Monaco, umiliato in casa sua..) Che hanno un tecnico come Thomas Tuchel, appena promosso dalla primavera.. pressing a tutto campo, palla a terra e verticalizzazioni improvvise il suo offensivo ed offensivista marchio di fabbrica.. che in un impeto situazionista ha dichiarato “I giocatori si meritano tutto quello che hanno ottenuto, ma siamo pronti ad essere rispediti sulla terra..” Come a dire, ci abbiamo provato.. Non abbiamo paura delle rovine.. Che alla seconda giornata sotto 3-0 sul campo del Wolfsburg non si scompone, non scivola nella disperazione, ma si siede sull’argine del fiume, continua a fare gioco, e ne infila quattro, andando a vincere per 4 a 3.. Squadre come il Mainz, i cui tifosi hanno adorato le gesta e le capigliature del giovane Mohamed Zidan appena giunto in Germania e che quindi ora possono comprendere la grandiosa pazzia del ventenne Lewis Holtby (di padre inglese e madre tedesca, è appena stato multato perché si stava facendo un giro sul Reno, con la moto d’acqua senza patente..) e del diciannovenne André Schurrle.. Il primo è in prestito dallo Schalke 04, ha segnato due gol e distribuito sette assist ed è destinato ad un futuro da campione.. ma non a Magonza, bensì nella multinazionale russa della Nordrhein-Westfalen, dove tornerà a fine stagione.. Il secondo arrivato al Mainz a sedici anni e subito in prima squadra dall’anno dopo, quest’anno ha già segnato tre gol: tutti decisivi.. ma è già stato venduto per otto milioni al Bayer Leverkusen, dove si trasferirà a fine stagione.. Perché l’equilibrio è meraviglioso, ma è instabile.. ed i tiranni non muoiono mai.. Perché possiamo anche non avere paura delle rovine, correre a testa bassa verso la sconfitta o aspettare con calma che la disfatta ci colga.. ma prima o poi arriverà..
Così come l’ombra dell’arcivescovo Adolfo II sterminò nel sangue l’equilibrio del caotico laboratorio culturale della Libera Città di Magonza, una nuova ombra diagonale, molto più tetra e pericolosa di quella filmata da Fritz Lang, apparirà all’improvviso ad oscurare il firmamento del calcio tedesco.. E lo squilibrio, sotto forma di diritto del più forte e di sperequazione del tasso di profitto, tornerà sovrano ad imporsi sulla Bundesliga.. Presto il Bayern, il Wolfsburg, il Bayer, o lo Schalke 04, o chi per loro.. spaventosi Golem tracotanti di prepotenza.. verranno per distruggere il sogno di equilibrio della libera e carnevalesca squadra del Mainz.. A noi basta aver sognato insieme a loro..
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lunedì 11 ottobre 2010
Au revoir boucher!
In maglia Paris Saint Germain |
In maglia Strasburgo |
Nel 1987 Jean Micheal Aulas compra il Lione e nel 1988 affida la panchina proprio a Domenech, il quale nel 1989 centra la promozione in Ligue 1. Rimarrà alla Gerland fino al 1993, anno in cui la Federazione Francese lo nomina CT dell'Under 21. In 10 anni di Under lancia le generazioni che diventeranno campioni del mondo e d'Europa, raccogliendo un quarto, un terzo e un secondo posto agli europei di categoria. Nel 2004 al campionato europeo portoghese, la nazionale transalpina allenata da Jacques Santini viene eliminata ai quarti da un perfido colpo di testa di Angelos Charisteas. Finisce un ciclo e con esso finisce l'avventura di Santinì. Sembra ufficiale l'arrivo di Tiganà o Blanc, con Domenech e Bruno Metsu alla finestra ad attendere sviluppi. Si autocandida anche l'ex CT inglese Glen Hoddle (colui che affermò che gli handicappati pagavano colpe della vita precedente), ma ovviamente viene subito scartato. A sorpresa la federazione affida la panchina a Raymond che, pronti-via, si ritrova subito a gestire l'addio ai Blues di Thuram e Zidane. Parte male, colleziona pareggi e litiga con Pires.
Robert Pires viene spesso ignorato nonostante sia uno dei giocatori di maggior talento nella rosa. Ciò in ragione, a quanto pare, del suo segno zodiacale: lo scorpione, segno non particolarmente amato dal CT francese, grande appassionato di astrologia ("gli ariete sono dinamici, gli scorpione non fanno gruppo"). Pires lascia la nazionale, la Francia colleziona pareggi su pareggi durante le qualificazioni, il CT convince Zidane, Makelele e Thuram a tornare in nazionale nell'estate 2005. La Francia alla fine riesce a qualificarsi avendo la meglio su Svizzera, Israele e Irlanda.
Arriva il Mondiale di Germania, Coupet poco prima delle convocazioni lascia il ritiro dopo una furibonda lite con Domenech, il caso rientrerà, ma Coupet sarà il dodicesimo alle spalle dell'immortale Barthez. Spiccano le mancate convocazioni di Govou (poi convocato per sostituire l'infortunato Cissè), Mexes, Anelka, (lo scorpione) Pires e il neo campione d'Europa Giuly, protagonista di un’ottima stagione a Barcellona. In realtà quella contro Giuly è una vendetta, l'ex Monaco non veniva convocato dal 12 Ottobre 2005,periodo nel quale la Francia era in piena emergenza. A quanto emerge dalla biografia di Giuly, nella primavera del 2004 dopo un intervista sul canale M6, il giocatore inviò un messaggio alla giornalista Estelle Denis, al tempo compagna di Domenech. Da quel messaggio, Giuly fece qualche sporadica apparizione con Domenech, per poi essere definitivamente accantonato.
Dopo l'eliminazione al girone nel Mondiale africano, la Federazione Francese opterà per il licenziamento. Il caso Anelka, lo spogliatoio spaccato, una squadra a pezzi. Pagherà in fondo solo lui, forse in questo caso il meno colpevole. In Italia si esulta, via l'antipatico Domenech, a la maison. Ed è così che Raymond esce di scena, uno che per un semplice rigore o per una testata di troppo non si ritrova nell'olimpo dei 18 tecnici campioni del mondo,viene messo alla porta dopo 16 anni di devoto servizio alla F.F.F, neanche fosse il garzone del lattaio. Un ultima splendida performance la regala a fine settembre, chiedendo il sussidio di disoccupazione, non una semplice provocazione ma una vera e propria vendetta contro l'onta dell'allontanamento forzato dalla Federazione. Sono quasi le 18 del 22 giugno del 2010 al Free State Stadium di Bloemfontein, la Francia è stata appena sconfitta per 2 a 1 dai padroni di casa del Sudafrica, un uomo vaga per il campo salutando, pochi minuti prima aveva rifiutato di stringere la mano al CT sudafricano Parreira, un ultima grande prova d'attore prima di uscire dalle scene. Ritornerà. Quelli come lui ritornano sempre,l a prossima sfida tra Italia e Francia non sarà la stessa però, perderà un ingrediente fondamentale, sgradevole ma fondamentale. Au revoir Boucher, non mancherai a nessuno ma in fondo mancherai a tutti.
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giovedì 7 ottobre 2010
Elegia del Difensore
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martedì 5 ottobre 2010
Franklin Lobos, El Mortero Magico
Segna tanto e in campo è un leader in grado di portare El Cuadro Mineiro fino alla promozione nella massima serie. I grandi club del Cile mettono gli occhi su di lui e nel 1993 arriva la chiamata che conta, quella dei Wanderers di Santiago. Lui accetta e, scarpini neri appesi alla spalla, capelli lunghi spettinati, vola nella capitale. Sono gli anni successivi al plebiscito che portò la fine della dittatura di Augusto Pinochet, delle prime elezioni democratiche e degli albori della Concertaciòn che doveva ricostruire la nazione. Lobos solo pensa a giocare, a tirare forte, a vincere più partite possibili. E si guadagna la Nazionale. Tornerà a casa presto, pero', dopo due anni e una breve esperienza a La Calera (l'Union La Calera è la fiabesca squadra locale) e concluderà la carriera dove l'aveva iniziata anni prima, nel Regional Atacama. Lobos si ritira nel 1995.
Lontano dal pallone però i conti non tornano. Per portare a casa qualche soldo, Franklin decide di andare a lavorare in miniera. L'impatto è duro, tremendo. Le condizioni di lavoro insopportabili, conta poco il fisico allenato. E, soprattutto, lavorare in miniera è pericoloso.
Nel suo primo anno da minatore, Franklin rimane intrappolato all'interno della miniera di Carola a causa dello scoppio di un incendio. Appena in grado di respirare. Il fumo ed i vapori tossici. Dopo un giorno intero, i soccorsi riescono a tirarlo fuori da quell'inferno. Lui sorride e spiega quello che ha provato: "Ora so cosa vuol dire riempire i polmoni di polvere e fumo per guadagnare i soldi e vedere il Cobresal giocare".
Uno dei tunnel dela mina di San Jose
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Si sposta a quella di San Jose. Tra le peggiori della regione, si dice. Ma mette sul tavolo il 20% in più rispetto agli stipendi mediamente offerti dalle altre. Invece di 700 Euro, la San Esteban, la compagnia proprietaria della miniera, paga 850. Non poco, alla fine del mese. Tutto questo ha un motivo. Non immaginatevi la solita miniera che trave dopo trave perfora una montagna in orizzontale in cerca di pietre preziose. San Jose è diversa. E' un colosso profondo 700 metri e le sue gallerie scendono silenziose fino al centro della Terra.
Lobos decide di trasportare, come autista, ogni giorno, materiali per la San Esteban. Dall'occhio, in superficie, fino alla fine. Metro dopo metro, nel buio e nell'aria ferma.
Poco tempo fa, lo scorso 5 agosto, accade il peggio. Una scossa. Fortissima. E le pareti crollano. La maggior parte dei mineros si mette in salvo, risalendo le strade sotterranee. In 33, però, rimangono bloccati nel profondo.
Alla luce, inizia la corsa contro il tempo. Un'altra scossa di pari intensità porterebbe con sé una tragedia. Dalla superficie vengono subito fatte scendere delle sonde, per prendere contatto con i minatori e per passare loro cibo e aria. Per non abbandonarli. Lo stesso Presidente del Cile, Sebastian Pinera, è tra i primi a muoversi e a predicare speranza: il tema miniere in Cile è caldo, caldissimo. La questione miniera di San Jose ancor di più, perché già nel 2007 un minatore era morto in quelle viscere.
Dopo diversi giorni partono le operazioni di soccorso vere e proprie. Un'immensa trivella raggiungerà i minatori, scavando spazio sufficiente per tirarli fuori. In 4 mesi, però. Tempi più brevi, data la profondità, non sono ipotizzabili. I minatori, viene riferito ai familiari, saranno fuori a Natale.
Franklin è là sotto. A 700 metri da noi. Con poca aria, gioca a carte e raziona il cibo insieme ai suoi compagni. Ogni tanto scrive messaggi o sorride alla telecamera della sonda. Per ricordare che lui, qualche anno prima, giocava centrocampista e calciava la palla in una maniera che solo lui conosce. Pensa alle figlie, immaginiamo. Alla moglie.
O magari al pallone, che nella sua vita e' durato troppo poco. Un attimo a confronto dei chilometri in miniera, del rame e delle torce. Alla prima volta che ha indossato la camiseta della Nazionale cilena, della Roja. Oppure a quel gol al Cobresal, al debutto del Regional Atacama in Segunda Division. Lui ha una vita di ricordi magici. Di punizioni magiche come mortai.
Il giorno di Natale, però, è tremendamente lontano.
Franklin Lobos è il secondo da destra nella fila in basso
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