venerdì 22 agosto 2014

Tasmania Berlin: la miglior pessima annata


SC Tasmania Berlin 1900

Una delle mie numerose deformazioni, manie o fissazioni derivate dalla mia passione per la Geografia è quella di soffermarmi a vedere, all'ingresso di un paese o di una città di piccola-media grandezza, la lista dei gemellaggi. Non è che lo faccio solo per i piccoli centri per scelta, è che rientrando a Roma non ho mai visto il cartello "Gemellata con Parigi, in modo univoco e reciproco", quindi diciamo che la cerchia si restringe in modo automatico. Poco tempo fa, complice classica cena "ai Castelli" ho notato per la prima volta la lista delle città gemellate con la ridente Marino, già nota per la sagra dell'uva in cui "s'annamo a divertì, Nannì, Nannì" ed il Palaghiaccio. Le prime tre in ordine temporale e alfabetico sono: Anderlecht, Boulogne-Billancourt e Hammersmith, rispettivamente a un tiro di schioppo dal Constance Van der Stock dell'Anderlecht (e vabbé, era ovvio), dal Parc des Princes (dove c'è appunto il "Virage Boulogne" ed il gruppo ultrà "Boulogne Boys") e dal Craven Cottage (con la "Hammy Stand", visto che dà proprio sul quartiere adiacente di Hammersmith). La quarta città che si fregia del gemellaggio con Marino è Neukölln, un distretto berlinese ad alta densità turca, salito alle cronache un paio di anni fa per la cattura di un attore canadese di gay porn che come nome d'arte aveva scelto di chiamarsi "Luka Magnotta" e che si era divertito a sezionare uno studente cinese e spedirlo via posta a varie personalità. E no, non ha minacciato di iscriversi ai terroristi, per fortuna.
 
Benvenuti a Neukolln!
Però per Neukölln, parte di Berlino Ovest prima del crollo del Muro, niente: nessun legame calcistico, almeno nei primi istanti. Un rapido elenco mentale delle squadre berlinesi, Union e Dynamo erano ad Est, l'Hertha è dell'Ovest ma non mi risulta abbia legami con dei quartieri particolari. Poi l'illuminazione. Nel gennaio del 1995, da una vacanza di parenti in Germania, mi arrivò come presente l'album delle figurine Panini tedesco, il quale era peraltro sempre della Panini ma non c'era Parola con la rovesciata in copertina: non c'era nemmeno Helmut Rahn o qualche altra vecchia gloria, solo una compilation di foto dei protagonisti delle varie squadre, con capigliature che farebbero rabbrividire persino i Bee-Hive. Alla fine delle squadre di Bundesliga (peraltro, c'era il Bayer Uerdingen in Bundes, cazzo di finaccia hanno fatto i "farmacisti" poveri?) c'era quella che in Germania chiamano la "EwigeTabelle", praticamente la classifica cumulativa all-time di tutte le stagioni disputate nella massima serie dalla sua creazione, nel 1963. Sì lo so, è una follia ed una inutilità statistica, ma sono tedeschi, ce lo dobbiamo pur aspettare. Primo, manco a dirlo, Bayern Monaco, via via le altre grandi: Werder, Amburgo, Colonia, i due Borussia...ultimo, inarrivabile, con 10 punti (che in verità sono otto perché la classifica è stata calcolata per tutti con tre punti a vittoria), eccolo qua! SC Tasmania Berlin 1900. E dove giocava, il Tasmania? Ovvio, a Neukölln, il cerchio si chiude finalmente!
 
All I want for Christmas...
Sì lo ammetto, l'ho presa molto alla larga per parlare dell'avventura disastrosa in Bundesliga della squadra con la T su sfondo di bandiera greca (deve essere un topos classico delle squadre fondate nel 1900, evidentemente). La stagione di grazia, o forse di disgrazia per come andrà a finire, è il 1965-66 e vedrà il Monaco 1860 vincere il suo unico titolo di campione di Germania dopo l'avvento del professionismo nei campionati tedeschi. Dopo la massima divisione, si mantiene ancora la struttura dela Regional-Liga, cinque divisioni minori su base geografica, dove le migliori classificate di ciascuna danno vita ad un torneo di qualificazione per le promozione in Bundes. A maggio del 1965, il Tasmania si è piazzato con un rispettabile terzo posto nella RegionalLiga Berlin, che raccoglie dieci squadre di Berlino Ovest: un po' come se Tor di Quinto o Almas potessero giocarsi l'accesso in Serie A contro Palermo e Cesena, praticamente. Insomma non esattamente il più competitivo dei cinque campionati regionali, potete immaginare, infatti nella poule di qualificazione le squadre della capitale vengono regolarmente bastonate da compagini di livello superiore ed abituate ad un grado di competizione ben più elevato nei loro campionati regionali. Per la stagione 64-65, non ci sono eccezioni: a giocarsi la promozione arriva da Berlino il Tennis Borussia Berlin (anche qui, ce ne sarebbe da scrivere), ma si deve inchinare davanti a due futuri pesi massimi del calcio alemanno, Bayern Monaco e Borussia Monchengladbach, che prendono il posto di altre due squadre blasonate ma retrocesse, Schalke 04 e Karlsruhe.
 
Fino a qui, tutto bene. Salvo che l'unica squadra berlinese della Bundesliga, l'Hertha, viene pescata a pagare sottobanco ingaggi extra ad alcuni calciatori, comprensibilmente non molto propensi ad andare a vivere e giocare a Berlino Ovest nell'apice della Guerra Fredda, se non dietro lauto guiderdone, possibilmente in nero. Esplode lo scandalo, Hertha in RegionalLiga d'ufficio, un posto in Bundesliga da colmare e le due retrocesse fanno subito la voce grossa per essere ripescate. In un colpo di genio però, la Deutscher Fussball Bund decide che per motivi geo-politici, avere una squadra di Berlino Ovest nella massima serie farebbe tutto sommato comodo, anche perché dall'altra parte del Muro, c'è il Vorwärts che fa sfaceli con tre titoli in cinque anni. Certo, i giallorossi dell'Est erano in verità la squadra di Francoforte sull'Oder, città frontaliera con la Polonia, ma la Stasi decise inconsciamente di imitare lo sport americano e rilocare di forza la franchigia in quel di Berlino, dove si poteva propagandare meglio. Inoltre, il controspionaggio informa che la Stasi sta, e questa volta consciamente, per mutuare dai cugini sovietici il concetto di squadra di apparato militaresco, e creerà da lì a poco la Dynamo Berlin, giusto per non farsi mancare nulla.
 
Capi ultrà della Dynamo Dresda esultano dopo un gol.
Ad Ovest però non sono così scaltri e quindi si rivolgono a chi ne avrebbe diritto: il TBB per qualche motivo non viene interpellato, si passa ai secondi classificati dello Spandauer (solo omonimo della deliziosa pastarella danese), la cui lungimirante dirigenza declina dicendo di non sentirsi all'altezza. A due settimane dell'inizio del campionato, tocca al Tasmania: promossi d'ufficio in Bundes, grandi feste a Neukölln! Nel frattempo, la DFB decide che per tenersi buoni tutti quanti è meglio passare a 18 squadre, quindi ripesca anche Karlsruhe e Schalke.
 
Il 14 Agosto 1965 quindi, l'SC Tasmania 1900 Berlin lascia il suo stadiolo Werner Seelenbinder di Neukölln (che all'epoca si chiamava semplicemente Neukölln Sport-Park, essendo l'eponimo un lottatore di greco-romana, nonché militante comunista ucciso dalle SS) e si presenta all'Olympia Stadion, capacità di centomila spettatori, la più alta tra le squadre della Bundesliga. E per l'esordio tra i grandi arriva proprio il Karlsruhe, uno di quelli che voleva mettersi tra il Tasmania ed il proprio sogno di giocare il campionato maggiore. Il pubblico risponde, immaginiamo non solo dal quartiere ma anche dal resto della città ed alla prima arrivano in 81000; per fare le cose in grande è anche cambiato l'allenatore ed è stato ingaggiato Heinz-Ludwig Schmidt, che oltre ad essere proprietario del nome più inequivocabilmente tedesco della storia, aveva ottenuto ottimi risultati con il Tennis Borussia e godeva di un certo rispetto in ambito di RegionalLiga Berlin.
 
I ragazzi del Tasmania carichi prima del debutto.
Parlare di entusiasmo è riduttivo, la tensione del debutto è per signorine, 4000 persone o più di ottantamila cambia zero: il Karlsruhe non la vede mai, il Tasmania attacca ed alla fine la spunta, doppietta dell'attaccante Wulf Ingo Usbeck e la squadra del Reno è rispedita a casa con un sonoro 2-0. Il Tasmania festeggia, probabilmente anche troppo visto che la settimana dopo va a Mönchengladbach e ne prende cinque: poco male, è la prima versione del Borussia che verrà soprannominato Die Folen, con quei tre ventenni di sicuro avvenire che si chiamano Netzer, Vogts e Heynckes. Il problema però è che la cosa non si ferma lì: i ragazzi con la T e la bandiera greca lontano da Berlino ne prendono sette a Norimberga, cinque per viaggio a Brema, Amburgo e Hannover, quattro a Francoforte e Colonia; in tutto il campionato, in trasferta racimolano un solo punto, grazie ad uno 0-0 a Kaiserslautern. Vabbé, però in casa, col supporto degli oltre ottantamila, l'entusiasmo, l'ambiente di Berlino che vuole sfuggire dalla guerra fredda...eh no, in casa se possibile va quasi peggio. Sì, arriva un'altra vittoria (sul Borussia Neunkirchen, retrocesso a fine anno e non si fatica a capire il perché), qualche pareggio di lusso (Werder e Gladbach, oltre al Kaiserslautern ancora, che fa venire il sospetto che i Rote Teufel si giocassero i massimi sulla X al punto scommesse sotto casa prima di affrontare i berlinesi), ma arrivano anche cinque gol presi dal 1860, i sei del Colonia e i nove pallini nove rifilati dal Duisburg. E il caloroso pubblico di Berlino? Beh, si sono stancati presto pure loro di contare i gol subiti e degli 81000 presenti ad agosto, erano rimasti solo in 827 nel freddo inverno tedesco a vedere il Tasmania pareggiare con il Borussia Mönchengladbach. Veri ingrati: pensateci prima di lamentarvi dei tifosi occasionali, la prossima volta...
 
Spalti non proprio gremiti all'Olympia Stadion a fine stagione.
Ça va sans dire, nella EwigeTabelle di cui sopra, l'SC Tasmania Berlin 1900 è irrimediabilmente ultimo, i due punti "regalati" grazie alle vittorie da tre punti sembrano quasi beffardi quando la tua differenza reti nella sola stagione in Bundesliga recita un impietoso 15 fatti - 108 subiti ed ancora oggi le 28 sconfitte in una sola stagione sono un record inavvicinato. In compenso, piano piano qualcuno si avvicina agli altri record negativi, per cancellare dalla parte sbagliata dei libri di storia i ragazzi con la T sulla maglia. Quando l'Arminia Bielefeld stava per perdere la decima consecutiva, eguagliando così il record ottenuto nel 1965-66 dalla squadra di Neukölln, gli stessi tifosi dell'Arminia cominciarono il coro "Tas-ma-nia Bie-le-feld!"...siamo certi che prima o poi qualcuno perderà 10-0, o una tormenta di neve impedirà ai tifosi di qualche squadra della Ruhr di entrare allo stadio, fermando il botteghino ad 826 paganti. Sulle 29 sconfitte qualche dubbio in più c'è, ma non disperiamo: nel frattempo, dopo fallimenti, fusioni e resurrezioni dalle ceneri, il Tasmania Berlin è ora di nuovo nella sua comfort zone del campionato intercittadino, sesta divisione del calcio tedesco, ora chiamata Berlin Liga, dove per anni è andato in scena l'accesissimo derby con lo Spandauer. Se da un parte si rinfacciava la "peggior stagione della storia della Bundesliga", dall'altra la risposta è che almeno al Tasmania Berlin non sono mai stati troppo codardi per rifiutare la sfida. E che tutto sommato, nei libri di storia c'è la T sulla bandiera greca, mentre lo Spandauer è solo una comparsa di una narrazione epica. Finita malissimo, ma pur sempre epica.
 

mercoledì 13 agosto 2014

Tutto il resto non è noia - Anno IV - Prima parte


ALBANIA
Salve sono Nesat, forse vi ricorderete di me per post come quello su Tofting o quello sullo Zambia, molto probabilmente vi ricorderete di me perché da 4 anni batto questa rubrica. Il segreto per scrivere al meglio questo post è la novità e ancor meglio la sorpresa. Non solo per permettermi di fare un bel lavoro ma soprattutto per permettere a voi di divertirvi e di dire: “Wow! Ha vinto questa squadra, Fico!”. Quando è uscito Seven sono andato a vederlo al cinema, all’entrata ho incontrato mio cugino che usciva dalla proiezione precedente a quella mia, mi guardò e mi disse: “Alla fine dentro la scatola c’è la testa della moglie di Brad Pitt e lui spara al killer”. E’ sempre stato uno stronzo mio cugino ma non pensavo così tanto. Nei minuti finali del film ho sperato che dentro quella cazzo di scatola ci fosse una teiera, un portacandele, lo Zwolle merda, un gattino con il fiocco rosa...Ok, il finale non avrebbe avuto senso ma almeno sarebbe stato a sorpresa anche per me. Niente da fare. Testa della moglie, sparo in testa a Kevin Spacey ed io che esco con il finale già in tasca, come quando la Roma passa in vantaggio in un turno di coppa dove deve segnare più di un goal e io, in cuor mio, già so che usciremo e male. Tutta questa minchiata per comunicarvi che per la quarta volta di fila il campionato se lo porta a casa il Klubi Sportiv Skënderbeu. Dato che non so cosa dirvi di nuovo sullo Skënderbeu, vi parlo della triste retrocessione del Bylis Ballshi, squadra che l’anno scorso sfiorò l’impresa in finale di coppa (contro il Laci) e che oggi si ritrova in Kategoria e Parë (che ce volete fa…è questo il nome della B in Albania). Perché vi racconto del Bylis Ballshi? Mi fa simpatia il nome, non si può non provare simpatia per un nome simile. In coppa quarto titolo del Flamurtari Valona che batte 1 a 0 il Kukesi. Ah! Solo ora mi accorgo di avervi spoilerato Seven...Mettiamola così, Seven è un film del 1995, siamo nel 2014, se non avete mai visto Seven...Cazzi vostri! Voglio dire  a sto punto tanto vale dirvi che alla fine Ben Hur riesce a trovare madre e sorella che guariscono dalla lebbra, che Biancaneve viene svegliata dal bacio del principe e che Paprika dopo la legge Merlin si sistema sposando un anziano e ricco cliente.
LO SAPEVATE CHE
Quello che mi sta montando i condizionatori a casa è albanese. Si chiama Gaetano. Dubito si chiami realmente Gaetano, probabilmente come molti stranieri si trova un nome comodo per l’Italia ma in realtà si chiamerà tipo Squalqumsh. Spesso lo fanno le badanti dell’est Europa, si presentano come Maria per farla breve e quando tu chiedi se Maria sia effettivamente il loro vero nome, loro ti rispondono: “In Italia io Maria ma in mia casa in Sbregolonia io mi chiamo Stryçl#d$krina che è come Maria in italiano”.

ANDORRA
Il Club Esportiu Principat non è mai retrocesso, ha vinto 6 coppe nazionali, 3 campionati e per 3 volte ha disputato il primo turno di coppa Uefa contro squadre come: Ferencváros, Dundee United e Viking. Sì certo in quelle 3 partite ha subito 49 gol e ne ha segnato uno solo, ma durante i favolosi anni '90 ha dettato legge in Andorra. Dal 2000 il Principat ha cominciato a frantumarsi, fino a questo maledetto 2014, anno della sua prima triste  retrocessione.Già che sei nato in Andorra non ti è andata particolarmente di culo, se poi hai scelto di tifare Principat, hai avuto modo forse di assistere al peggior campionato disputato da una squadra europea. 14 partite: 0 vittorie, 1 pareggio,  13 sconfitte, 1 gol fatto e 62 subiti.

Il portiere titolare del Principat
Il campionato è stato vinto dal Santa Coloma, che pone così fine ai 2 anni di dominio Lusitans.
I Lusitans perdono anche la finale di coppa contro il Saint Julià. La vera notizia è però il passaggio del turno di Champions dei campioni andorrani con i simpatici armeni del Banants. Dopo aver vinto l’andata 1 a 0 davanti al proprio pubblico nel bellissimo Estadi Comunal d'Aixovall, il Santa Coloma segna il gol qualificazione (la partita è finita 3 a 2 per il Banants) a tempo scaduto, con Eloi Casais, uno che di professione fa il portiere.
Sarà anche bellissima Andorra, ma sai che palle viverci? Secondo me il principe, l’imperatore, il dittatore, il sindaco (sindaco di Andorra suona bene) o qualsiasi altra carica sia a capo di questo stato, ha messo un annuncio su portaportese. A.A.A vendesi: Terrazzatissimo, luminosissimo principato indipendente, adiacenze Spagna. Chiamare ore pasti.
LO SAPEVATE CHE
Grandissima ignoranza la mia. Scopro solo adesso che la forma di governo in quel di Andorra è una diarchia. Sono 2 coprincipi che si occupano della piccola Andorra. Più precisamente i coprincipi in questione sono: Il presidente francese e  il vescovo della diocesi spagnola di Urgell. Praticamente è un affidamento congiunto.
Fanno un po’ per uno: "Ehi questo fine settimana ci stai tu con Andorra, io ho prenotato una beauty farm su groupon” - “Dai cazzo no! Lo sai che ho il torneo di calcetto”- "Ci dovevi pensare prima di coprincipare Andorra con me".
Il centravanti titolare del Principat
ARMENIA
Ma che bella storia arriva dalla terra degli scacchi e delle statue di Charles Aznavour. Il Banants, che per dirla elegantemente era  retrocesso come la merda nella scorsa stagione, non solo è stato ripescato, ma con grandissima coattagine ha anche vinto il suo primo campionato. Il Pyunik si rifà in coppa battendo 2 a 1 il Ganjasar. Da segnalare il  capocannoniere della premier armena: Mihran Manasyan.
Manasyan ha disputato la passata stagione con la maglietta del mai domo Alashkert FC, squadra ultima classificata e quindi retrocessa nella seconda serie. Nonostante fosse contornato da pippe al sugo il buon Mihran ha messo a segno 17 gol. Non male per uno che proviene dal King Deluxe fc, squadra fallita lo scorso anno (o 2 anni fa... non vi cambierà la vita saperlo...) non per problemi economici ma per via di quel nome alla panino di un fast food.
LO SAPEVATE CHE
Leggendo il sito viaggiare sicuri alla voce Armenia, mi sono soffermato su due avvertenze.
La prima: "Evitare di trasportare pacchetti per conto terzi che potrebbero contenere stupefacenti o altre sostanze e/o merci illegali". Non me la prendo di certo con il sito, perché se lo scrivono vuol dire che qualcuno l'ha fatto. Tipo: "Salve! Sono un armeno con una faccia poco raccomandabile e  un pacchetto dal contenuto dubbio, potrebbe portarlo fino a questa città, senza mai aprirlo?"-"Certo!"
La seconda: "Se si guida, specialmente di notte, fare molta attenzione ai pedoni (difficilmente visibili, in quanto spesso vestiti con abiti scuri, e generalmente noncuranti delle regole stradali)". Praticamente dopo gli scacchi in Armenia va di moda vestirsi di scuro e lanciarsi improvvisamente sotto le macchine.
Un tipico pedone armeno
AUSTRIA
Noia, ancor prima di guardare come è andata a finire in Austria, provo tanta noia. Tolta la gioia regalata dal piccolo Pasching campione di coppa lo scorso anno, l'Austria calcisticamente è emozionante come una partita a rubamazzetto con tua nonna in ospedale. E tra le carte tua nonna, ormai rincoglionita, ha lasciato anche quella con le regole della briscola.
Il campionato lo vince con le mani in tasca il Salisburgo. C'è da dire che la squadra della Red Bull dispone di un tandem d'attacco veramente bello con Alan Carvalho (brasiliano, classe 1989 tornato a nuova vita dopo un brutto infortunio) e soprattutto Jonathan Soriano, spagnolo, ex Barcellona B che non capisco cosa faccia ancora in Austria a 29 anni suonati (60 gol in 72 presenze). Interessante il piazzamento dello Sportverein Grödig, squadra che alla sua prima apparizione nella serie maggiore Austriaca si classifica terza e accede ai preliminari di Europa League. In Erste liga retrocede purtroppo il Firts Vienna, squadra più antica d'Austria (1894).
In coppa lo Sportverein Horn in semifinale e il St.Polten in finale (entrambi club di B) tentano di ostacolare, con scarso successo, la corsa del solito Salisburgo alla conquista della seconda coppa della sua storia.
LO SAPEVATE CHE
Forse con un campionato più interessante, la gente passerebbe meno tempo a tentare di rinchiudere le persone in cantina.(Oh si! E' di cattivo gusto...)
Qualcuno compri questi 2
AZERBAIGIAN
Dopo 21 anni torna al successo il Futbol Klubu Qarabağ Ağdam, che porta a casa il suo secondo titolo. Porta a casa è una parola grossa, visto che il Qarabag una casa non ce l'ha. Andiamo con ordine.
Il Qarabag è una squadra di Agdam, ma Agdam non è in Azerbaigian, o meglio, teoricamente è in Azerbaigian ma tecnicamente fa parte della repubblica del Nagorno Karabakh, repubblica autoproclamatasi indipendente nel 1992 (la regione a maggioranza armena con l'aiuto dell'Armenia stessa si staccò da Baku che aveva deciso a sua volta di salutare Mosca), che teoricamente non esiste ma tecnicamente si. Il Qarabat dal 1993 al 2009 ha giocato a Baku, visto che la bella Agdam è stata distrutta dal cordialissimo esercito armeno che canticchiando i successi di Charles Aznavour ha messo a ferro e fuoco l'intera città e distrutto l'Imarat Stadium. Oggi Agdam è una città fantasma e il Qarabag (dal 2009) gioca le sue partite a Quzanlı, cittadina al confine con il Nagorno. Certo, tutto questo fino a quando alla stizzosa Armenia non roderà il culo e sosterrà che anche l'inutile Quzanli è sua. L'Armenia è un po' come i bambini nel periodo del "Tutto mio", se ne fotteva allegramente di Agdam, poi ha visto l'Azerbaigian giocarci, ha rosicato, l'ha presa e l'ha anche rotta. Fottuto bullismo armeno.
Parlando di calcio è sempre bello rivedere le squadre vincere dopo tanto tempo. Gran parte del suo successo il Qarabag lo deve a Reynaldo, punta brasiliana classe 1989, che ha garantito il titolo grazie ai suoi 22 gol in campionato, avrà anche l'onore di mettersi in mostra in Champions, sempre che a nessun armeno venga in mette di annettere lui, la sua casa e la sua famiglia alla repubblica del comecazzosichiama. Non ha nessun merito materiale (solo 5 presenze e 0 gol), ma sicuramente la sua esperienza e la sua grande personalità e il suo essere divino ha garantito il titolo alla compagine di Agdam. Di chi stiamo parlando? Ma di Bomber Jaba Dvali che dal gennaio 2014 era in prestito proprio ai futuri campioni azeri. In Coppa vince il  Nefchti ai rigori. Su 10 squadre presenti nella premier azera, 5 erano di Baku: Inter Baku, Neftçi Baku, Baku senza un cazzo davanti, Azal Baku e il retrocesso Ravan Baku. Quanto minchia è grossa Baku?
LO SAPEVATE CHE
Şirəli Müslümov secondo i nostri amici azeri è l'uomo più longevo di sempre. L'età raggiunta da Şirəli dovrebbe essere di 168 anni (nato nel 1805 e morto nel 1973). Il segreto di Şirəli? Non fumava, non beveva, mangiava frutta, verdura, pane integrale, formaggi magri, yogurt e aveva questa lettera fighissima "ə" nel nome. Inoltre non attraversava mai strade armene di notte vestito di scuro. Ovviamente nessuno crede a questo record, ma loro sono tipo l'amico cazzaro del gruppo. Tu dici che hai rimorchiato una francese caruccia, lui dice che è stato con una figa assurda di Saturno. Tu dici che hai vinto 200 euro alla snai, lui dice che la settimana scorsa si è portato a casa 1600 euro azzeccando il 2 del Barletta a Manchester. Tu dici che nel tuo paese c'è una di 105 anni, lui dice che da lui ce ne sta uno di 168.
Şirəli mentre cerca di potare le piante con una radio (a 168 anni qualche colpo lo perdi)
BELGIO
Qualcuno mi aveva assicurato che in Belgio sarebbe cambiato tutto. Invece in Belgio hanno mantenuto la stessa formula da psicolabili, con un campionato a parte e 127 mini campionati per decidere anche le cose più stronze. Nella regular season lo Standard chiude sopra l'Anderlecht di ben 10 punti. Nel gironcino scudetto invece arriva sotto l'Anderlecht di 2 punti. Il capolavoro si ottiene con i 2 gironi da 4 per l'Europa League. Vincono i rispettivi gironi Ostenda e Kortrijk, che quindi si sfidano in una finale andata e ritorno. Finiscono entrambe 2 a 2, l'Ostenda agguanta il pareggio all'ultimo e vince ai rigori. Manca solo il test match con la quarta del girone scudetto per l'Europa League (lo Zulte) ma solo allora ci si ricorda che l'Ostenda  non ha i parametri per disputare l'Europa League e il test match viene annullato. 147 partite per nulla! Ma vaffanculo!
Unica nota positiva i 21 gol in campionato dell'attaccante centroafricano Habib Habibou (con la maglia del Gent), meglio conosciuto come l'uomo che lancia le anatre. Vi segnalo il video dei suoi gol, non per i gol (sono quelli vecchi) ma per la canzone. Il fratello di Hazard, che presumo si chiami Beppe "Fiorellino" Hazard, dopo qualche bella stagione allo Zulte è passato al Borussia Moenchengladbach. Il Lokeren vince la sua seconda coppa contro lo Zulte, grazie ad un gol particolarmente stupido
LO SAPEVATE CHE
Habib Habibou è stato minacciato di morte per il lancio dell'anatra. L'anatra sta bene...Però è diventata razzista.
La Lipu non gradirà
BOSNIA ERZEGOVINA
Facciamola breve con la Bosnia, perché in fondo della Bosnia interessa a tutti una discretissima ceppa. 5 squadre in 7 punti ma a spuntarla è il Zrinjski Mostar che torna alla vittoria dopo 4 anni. Vince la coppa il Sarajevo.
LO SAPEVATE CHE
1 minuto di silenzio per tutti quelli che hanno buttato soldi sulla Bosnia durante questo mondiale.
La Bosnia ha avuto tanti problemi nella sua storia, ma sono niente in confronto ad avere Paolo Brosio parecchie volte l'anno sul proprio territorio. Perché la Madonna appare sempre a svariati disgraziati nei posti più remoti del continente, tipo Medjugore? Magari un giorno potrebbe anche apparire a un ingegnere edile alle 3 del pomeriggio a Piccadilly Circus. Non sarebbe meglio? La "Madonna di Londra", fa effetto! Sai le magliette che vendi?

"Una notte a Torino mi è come esploso il petto, sentivo il cuore che pompava da matto. Solo che non era il cuore, era la coscienza: una voce, dentro, diceva “prega, di’ l’Ave Maria”. Ero sconvolto, anche perché tutto succedeva in un momento di divertimento esasperato, un'orgia. Sono scappato urlando che la festa era finita"
(Paolo Brosio)
Paolo Brosio prega per Morleo in nazionale
BULGARIA
Il campionato bulgaro era il mio preferito tra tutti questi. Sempre tornei tirati, qualche scandaletto, tifoserie non proprio tranquillissime e il Ludogorets, che ho visto crescere e diventare uomo grazie a questa rubrica. Poi un giorno il presidente della federcalcio bulgara si sveglia e mentre beve quel che bevono i bulgari la mattina presto, pensa: "Ma si! Facciamo anche noi come quei minchioni in Belgio". Anche la Bulgaria si ritrova con la poule scudetto e la poule retrocessione, evitando però quella per l'Europa league (c'è un limite a tutto). Potrei anche accettarlo se non fosse che il presidente della federcalcio bulgara è uno dei miei idoli di sempre: Borislav Mikhailov. Si! quel Borislav Mikhailov, il portiere. Quello dei capelli che ci sono ma in realtà non ci sono.
Vince tutto il Ludogorets e senza nessuna emozione. In coppa dispiace per il Botev Plovdiv. I gialloneri non vincono la coppa dal 1981 e il campionato dal 1967, sono da poco risaliti nella massima serie dopo il fallimento del 2010. La finale viene persa per 1 a 0 e c'è da dire che i tifosi del Botev l'hanno presa sportivamente.  Devo ricordarmi di non far incazzare mai gente di Plovdiv.

Prenderla bene
LO SAPEVATE CHE
La canzone popolare bulgara "Izlel e delyo haydutin" fa parte del Voyager Golden Record, un disco per grammofono inserito nelle due sonde spaziali del programma Voyager, lanciato nel 1977, contenente suoni e immagini selezionate al fine di portare le diverse varietà di vita e cultura della Terra. C'è da sperare che nessuno lassù lo ascolti, o avranno un valido motivo per sterminarci.
Voyager 1 si trova dal 2004 nello spazio interstellare e tra 40.000 anni dovrebbe arrivare dalle parti di AC+79 3888, una stella appartenente a Ursa Minor. Per Voyager 2 qualcosa è andato storto, si trova in un autogrill della Salerno-Reggio Calabria. Se mai dovessero fare un'altra spedizione, io come canzone italiana vorrei proporre "Stella Stai" di Umberto Tozzi. Forse solo un'avanzatissima civiltà aliena potrà spiegarci  il vero significato di quel testo.

Ciao Canadà te ne vai in bicicletta che non sa
darmi altro che guai ma ho bisogno anche di te
stella stai su di me, questa notte su di me .
stella stai stella tu
per sospirarti di più eh eh
per sospirarti di blù
(G. Bigazzi/Umberto Tozzi)
Un perplesso Umberto Tozzi
CIPRO
Vince l'Apoel, sia in campionato che in coppa. Non è questa la notizia. L'Alki Larnaca chiude il campionato a -39, no! Non meno 39 dalla vetta, proprio a meno 39, per via dei 41 punti di penalizzazione dovuti  a roba economica tipo buffi (debiti) anche con il lattaio (almeno a quanto ho capito). Nonostante tutto, quei 2 pareggi non la fanno essere peggio del Principat. Ha una bella storia l'Alki, è arrivata in finale di coppa di Cipro per ben 5 volte: 1967, 1970, 1976, 1977, 1980 e che ve lo dico a fa, le ha ovviamente perse tutte. Nel 79/80 ha preso parte anche alla coppa Uefa dove è uscita al primo turno dopo aver preso 12 gol tra andata e ritorno dalla Dinamo Bucarest. Ti vogliamo bene Alki!
LO SAPEVATE CHE
Quasi tutte le squadre della massima serie cipriota hanno almeno un portoghese in rosa.
Il presidente dell'Alki prova a sistemare le cose

CROAZIA
Ve lo dico subito, detesto praticamente tutti i campionati slavi. Forse salvo solo quello serbo, quindi non vi lamentate se sbologno il tutto in 5 righe. Vince... Rullo di tamburi... Sorpresa! Sorpresa! La cazzo di Dinamo Zagabria. Nono titolo di fila, 16esimo in 23 edizioni (Hajduk 6 titoli, Nk Zagabria 1 nel 2001/2002 con un giovane e soprattutto immenso Ivica Olic). In coppa la Dinamo perde contro il Rijeka. Il capocannoniere del campionato è Duje Čop (manco a dirlo della Dinamo) figlio di Davor ex bidone dell'Empoli fine anni 80. Io fossi nei dirigenti toscani farei un'operazione simpatia e porterei Cop jr a Empoli. Segnalo una cosa da lacrime vere, Davor Vugrinec a 39 anni segna 8 gol in campionato con  lo Slaven Belupo. Vugrinec idolo!
LO SAPEVATE CHE
Su questo forum  ho trovato il seguente post su Davor Cop: "Davor cop, se non ricordo male, fu presentato in una amichevole estiva a CECINA. Era un modesto giocatore di calcio ma eccelleva, anche grazie all'enorme allenamento, al flipper dell'allora Bar sammontana, che oggi si chiama di nuovo così ma è un'altra cosa. Era il mito della gioventù bugiarda". Grazie  per questa perla!
DANIMARCA
Vince tutto l'Aalborg, perde tutto il Copenaghen.Veramente poco da dire, va detto che però che salutano la Superligaen due grandi squadre come Viborg e Aarhus. Torna invece nella massima serie il Silkeborg, accompagnato dal bel Hobro IK .
LO SAPEVATE CHE
La Danimarca è stata la prima nazione a legalizzare la pornografia. GRAZIE. Particolarmente curioso che lo abbia fatto nel '69.

GALLES
GesùGiuseppeeMaria! E' il momento del Galles. Vai, cerchi, scavi 2 ore e non trovi una beneamata cippa di nulla di minimamente interessante sul campionato gallese. Vincono i New Saints per il terzo anno di fila e tanto per rompere il cazzo a me, vincono anche la coppa del Galles. In coppa di lega (ebbene si è la prima volta che vi parlo della coppa di lega, vi ho sempre volutamente tenuto all'oscuro della sua esistenza e potete pure capire il perché) vince il Carmarthen Town contro il Bala Town. 0 a 0 per 120 minuti. 3 a 1 ai rigori. Spettatori paganti 464 al Park Avenue Ground di Aberystwyth. 464 (erano 465, uno si è ucciso al minuto 107) anime a guardare uno 0 a 0 lungo 120 minuti tra due squadre inutili, in Galles e come se non bastasse l'11 di gennaio! La morte.
LO SAPEVATE CHE
Il Cheese Rolling consiste in una serie di minchioni che scendono da una collina particolarmente ripida inseguendo una forma di formaggio, vince chi riesce a bloccarla o chi arriva primo. Hanno ovviamente tutta la mia stima. La gara più importante si svolge in Inghilterra (sulle Cooper's Hill vicino Gloucester) ma il Cheese Rolling è stavo inventato in Galles, probabilmente come alternativa a quella rottura di coglioni chiamata finale di coppa di lega gallese.
Cheese Rolling

GEORGIA
La Dinamo Tblisi vince tutto, grazie soprattutto a quella splendida punta che si ritrova e che risponde al nome di Francisco Javier Muñoz Llompart, meglio noto come Xisco. Ex di Valencia, Betis e Levante dal 2011 ha segnato 58 gol in 86 partite.
Quel che mi rende felice è però il ritorno dello Zestafoni. Arriva secondo e stacca il biglietto per l'Europa League, ma cosa più importante, a partire dalla prossima stagione riavrà in rosa bomber Jaba Dvali, che a questo punto perdoniamo per il suo tradimento di 2 anni fa. Forza Zestafoni! Forza Jaba Dvali! Torniamo a sognare!
LO SAPEVATE CHE
In Georgia le unghie non vanno tagliate di domenica, il giorno migliore è il giovedì. No, non me lo sono inventato, è scritto qui.
Bello come il sole... Bentornato Jaba!

GIBILTERRA
Primo campionato da membro Uefa per Gibilterra al grido di "Bielorussia SUCA". Vincono i Lincoln Red Imps FC 6 punti avanti al Manchester 62 (In realtà si chiamava Manchester United... ha dovuto cambiare nome per non confondersi con quello vero e in questa stagione la cosa sembrava particolarmente possibile grazie a Moyes). Per i Lincoln esordio quindi in Champions. La squadra di Gibilterra ha affrontato l'HB Torshavn (l'occasione di poter linkarvi nuovamente QUESTO mi rende felice) uscendo a testa altissima. All'andata in casa i Lincoln passano in vantaggio dopo 18 minuti su rigore. Il primo gol di una squadra di Gibilterra in una competizione internazionale è segnato da Joseph Chipolina (nome poco credibile). La squadra delle Far Oer troverà il pareggio al 70esimo. Nella gara di ritorno l'HB chiude il primo tempo 3 a 0, sembra finita ma i gibilterrini prima al 50esimo con Cabrera e poi al 77esimo con Duarte riaprono tutto. La speranza dura solo 4 minuti, 4-2 al minuto 81 e gol numero 5 al minuto 88. In Rock Cup (nome splendido) vince sempre il Lincoln per 1 a 0 contro i College Cosmos che però grazie a questo risultato andranno ai preliminari di Europa League, persi poi contro il Vaduz (3-0 e 1 a 0). I Gibraltar Phoenix F.C. chiudono a 0 punti ma a differenza del Principat segnano 9 gol , va detto però che ne subiscono appena 94.
LO SAPEVATE CHE
La prima partita della nazionale di Gibilterra è stata giocata a Faro, in Portogallo, il 19 novembre 2013 contro la Slovacchia ed è terminata 0 a 0. Il primo marzo del 2014 arriva la seconda partita, in casa, contro le Far Oer, il primo storico goal è segnato da Roy Chipolina (o sono fratelli o "Chipollina" è un cognome alla "Rossi" in Italia) ma la partita finirà 4 a 1 per le Far Oer caricate a mille da Ormurin Langi. Il 5 marzo sconfitta interna contro l'Estonia per 2 a 0. Il 26 maggio 2014 ottimo 1 a 1 in quel di Tallin (gol di Gosling). Infine il 4 giugno del 2014 prima storica vittoria, Gibilterra 1 Malta 0, partita giocata a Faro. Il gol partita è del grandissimo Kyle Casciaro (giocatore del Lincoln). Verrà il giorno di Bielorussa-Gibilterra e ve lo dico subito, si organizza una macchinata e si va tutti a Minsk.
I ragazzi festeggiano al grido di "Bielorussia vaffanculo" dopo la vittoria con Malta
GRECIA
Partiamo con la tristezza. Dopo aver perso L'Aek Atene lo scorso anno, in questa stagione retrocede l'Aris di Salonicco. Inutile dirvi che L'Aris ha una delle tifoserie più belle del mondo. Si! Ok! Si narra che una volta abbiano bruciato un cane (con la maglietta del Paok) in curva (o davanti allo stadio) ma tolto questo spiacevole episodio (peraltro mai confermato), fidatevi, sono una tifoseria della Madonna. Consiglio vivamente alla simpatica anatra di Habib Habibou di non migrare mai verso Salonicco. Soprattutto con indosso colori del Paok.
Campionato vinto dal mai domo Olympiakos (quarto di fila), coppa portata a casa dal Pana (in finale con il Paok) e lo chiamo "Pana" perchè non mi va di fare copia e incolla (puoi provare a scriverlo 66 volte ma comunque è sempre sbagliato), ma tanto avete capito lo stesso. Splendida la tripletta in finale dello svedese Marcus Berg.
LO SAPEVATE CHE
In 78 campionati, l'unica squadra a vincere fuori da Atene (Oly 41 - Pan 20 -AEK 11) e Salonicco (Aris 3- Paok 2) è stata il Larissa nella stagione 87-88. Da quella stagione in poi, il campionato non è mai uscito dai confini di Atene.
Vicino a Larissa (sempre da quei pizzi in Tessaglia) esattamente a Trikala, è stato realizzato il più grande lecca-lecca del mondo. Pensate che servizio ha potuto tirare fuori Studio Aperto per questa cosa. "Direttore! La Russia ha invaso gli Stati Uniti" - "Ok! Ma aprite con il lecca- lecca gigante di  Trikala"
Larissa 1988
IRLANDA DEL NORD
Primo campionato senza Lisburn Distillery, retrocesso lo scorso anno per la prima volta dopo 112 anni (brutta la sua prima stagione in B, dove non entra mai in lotta per risalire).
Vince ancora il Cliftonville, secondo nella regular season (dietro il Linfield) ma primo nella poule scudetto. Spero che Tavecchio non prenda esempio da questi campionati, ammesso sempre che Tavecchio sappia dell'esistenza di paesi come il Belgio e il Nord Irlanda. In coppa bellissima finale tra il Glenavon (ultima coppa vinta nel 1997) e il Ballymena United (ultima coppa vinta nel 1989). La spunta il Glenavon con due splendidi gol (soprattutto il primo di Neil su punizione).
LO SAPEVATE CHE
Norman Whiteside esordì al mondiale di Spagna a 17 anni e 41 giorni. Tuttora è il più giovane calciatore ad aver disputato una partita dei mondiali. Paletta invece ha il record di capigliatura più oscena della storia... E non solo del mondiale
Il trionfo del Glenavon
ISRAELE
Non mi pare il caso.
LO SAPEVATE CHE
Non è periodo

LIECHTENSTEIN
Vi ricordo che non si gioca il campionato ma soltanto la coppa. Vi ricordo che vince praticamente sempre il Vaduz. Ha vinto il Vaduz 6 a 0 in finale contro l'Eschen/Mauren.
LO SAPEVATE CHE
L'inno nazionale (per colpa della confederazione germanica) Oben am jungen Rhein ha la stessa identica melodia di God save the queen. Nonostante il distacco dalla  confederazione nel 1870, l'inno fu confermato, probabilmente perchè in Liechtenstein non hanno voglia di fare una fava. In realtà ne avevano composto un altro, ma Al Bano ha denunciato il principato perché era uguale al suo grande successo "I cigni di Balaka".
Io proporrei Stella stai  di Umberto Tozzi, un paese come il Liechtnstein potrebbe apprezzare la profondità del suo testo.

Stai stella stai su di me, questa notte come se
fosse lei, fosse dio, fosse quello che ero io.
Polaroid stella stai
dolce vento di foulard visto mai, visto mai
che mi sospiri di più, che mi sospiri di blu.
stai stella stai come lei,
meno donna e un po' gay,
chi lo sa, tanto sei, la mia stella stella stai
corpo a forma di es(se),
dolce piede sul mio gas,
quando vo, quando sto,
per sospirarti di più per sospirarti di blu.
Si si si si si si si

LUSSEMBURGO
Dio il Lussemburgo. Colpa mia! Ho un'immagine negativa del Lussemburgo. Odio parlare del campionato del Lussemburgo, perché ho una visione noiosissima di questo paese. E' una cosa mia.
Per esempio per me, adesso in Lussemburgo piove, piove forte e la gente è a casa a guardarsi le repliche del Forum Lussemburghese con la Rita Dalla Chiesa lussemburghese. Hanno solo un canale che manda in loop l'almanacco del giorno e Forum. Mi sa di quel paesino (centro, nord o sud Italia fa lo stesso) di 1000 anime (ma non un borgo bello, uno brutto), dove tutti sono anziani. Dove vedi questi vecchi che si radunano al bar per bere un amaro fatto con la ghiaia e giocare alla scopa lussemburghese, che è come la nostra solo che non esistono i punti, buttano a terra 20 carte ciascuno e ricominciano (vince chi non collassa). Avete mai conosciuto un lussemburghese giovane? Anzi, avete mai conosciuto un lussemburghese? Forse Lussemburgo non esiste. So perfettamente che in realtà probabilmente è un paese fighissimo pieno di gnagna e divertimento... Ma ormai vedo solo pioggia, Forum, vecchi e giochi di carte noiosi.
Vince l'F91 Dudelange. Cioè fermi tutti! Ma veramente posso perdere tempo a parlare di una squadra che si chiama così? In coppa trionfa proprio contro quelli di prima il Differdange 03. Differdange 03, F91 Dudelange, cazzo sono? Dei moduli dell'agenzia delle entrate?
LO SAPEVATE CHE
Nella finale di coppa di Lussemburgo, il gol partita è stato segnato da Antonio Luisi. Mi risulta lussemburghese (impossibile visto che ha solo 19 anni), però per come butta in questo periodo per la nazionale io proverei a naturalizzarlo. Tocca solo vedere chi sarà il nostro nuovo CT. Tavecchio e Lotito sono indecisi tra quello scalzo in impermeabile che urla ai passanti davanti a Villa Glori, il tizio che pulisce i fanali al semaforo di via Marmorata e Birillo il robot  anni 90 di Super 3 (ma chiede troppo).

Fanculo il codice etico
MACEDONIA
Ah! La magia del campionato macedone. Doppietta per un super Rabotnički. In campionato (dopo 6 anni) vince soffrendo, inseguito fino alla penultima giornata da un gajardo Fudbalski klub Horizont Turnovo. Provo un grandissimo dispiacere per il Turnovo, intanto perché la città di Turnovo conta meno di 1000 abitanti e poi perchè nel Turnovo gioca Sasko Pandev il fratello minore di Goran. In coppa il Rabotnički batte 2 a 0 i dirimpettai del Metallurg Skopje.
LO SAPEVATE CHE
L'oppio macedone è uno dei migliori al mondo. 
La Macedonia è l'unica repubblica slava ad aver ottenuto l'indipendenza pacificamente. In realtà non è vero, è solo che erano fatti di oppio e non si ricordano un cazzo.
Stella Stai di Umberto Tozzi è stata probabilmente scritta in un campo di papaveri da oppio in Macedonia.

MALTA
Doppiettone anche a Malta. Vince tutto il/la Valletta che nella poule scudetto precede di 1 solo misero punto i campioni in carica del Birkirkara. Il Birkirkara arriva con 2 punti di vantaggio all'ultima partita. Al National stadium di La Valletta basta un pareggio e invece...Shaun Bajada dopo neanche 2 minuti colpisce su punizione (strepitosa) e Roderick Briffa in pieno recupero chiude i conti, regalando il titolo numero 22 alla squadra della capitale. In coppa ci pensa Elford-Alliyu dopo 2 minuti a sbloccare la partita contro lo Sliema, non ci saranno altri gol e il/la Valletta conquista così la sua 13esima coppa nazionale. Brutta stagione per il nostro piccolo Qormi, si comporta bene in coppa dove arriva in semifinale (persa 1 a 0 contro lo Sliema) ma fa un disastro in campionato partecipando addirittura alla poule retrocessione, uscendone però alla grande. Daje Qormi!
Retrocedono il Vittoriosa Stars (Vittoriosa un cazzo direi) e l'Ajax Rabat.
LO SAPEVATE CHE
Sono stato a Rabat (Malta), mi ricordo gente che girava con degli uccellini in gabbie di legno, non giurerei che fosse Rabat e neanche che non fossi tronfio di Cisk, quindi non prendete per certo questo interessantissimo racconto.

MOLDAVIA
Veramente senza senso. Troppo più ricco e potente lo Sheriff (ricordiamo che la Transnistria è la patria del mercato nero e in quel luogo potete trovare tutto: armi, droga, organi, una giraffa in monociclo, la spiegazione del testo di Stella Stai di Umberto Tozzi, Umberto Tozzi) che dal 2000-2001 vince praticamente sempre (solo 3 anni fa ha ceduto il titolo al Dacia Chisinau). Vince anche stavolta con 15 punti di distacco dai rivali cittadini del Tiraspol. Parliamoci chiaro, loro hanno soldi e potere e le altre squadre comprano i giocatori tipo con il baratto: "Per un sacco di farina e questo mulo me lo dai il tuo terzino destro?".
In coppa però i terribili dello Sheriff lasciano la gloria allo Zimbru (1-3).
LO SAPEVATE CHE
A quanto pare in Moldavia fanno un buon vino. Sono voci. Certo presentarsi a un appuntamento con una ragazza o a una cena importante con un vino moldavo non fa molta scena. Comunque non ci capisco quasi nulla di vini. Però una cosa la so, quando un vostro amico vi porta una bottiglia di vino dicendo che l'ha fatta suo nonno o qualche altro parente, inevitabilmente quel vino sarà una merda, un mix tra: ruggine, alcol e Vernel profumo di lavanda.

MONTENEGRO
Il Montenegro ha la sfiga di essere l'ultimo della prima parte, per questo motivo solitamente lo chiudo subito. Non farò alcuna eccezione. Campionato (secondo di fila) al Sutjeska Nikšić e coppa al piccolo Lovcen (primo titolo della sua storia) 1 a 0 sul Mladost Podgorica (non trovo neanche il video...)
LO SAPEVATE CHE
Tutto il resto non è noia è in ritardo per motivi personali, chiedo scusa per l'attesa e spero di mettere presto on-line la seconda parte.

lunedì 11 agosto 2014

Lanciamo 90° Borghetti!

Questo post è un po' strano: vogliamo infatti presentare un progetto, a metà tra il gioco e l'esperimento, che vorremmo lanciare in vista della prossima stagione calcistica come Mario Basler tirava i calci d'angolo, coinvolgendo tutti quelli che sono interessati e che condividono la nostra sensibilità per il futuro che non è più quello di una volta.

Se volessimo fare i fichi diremmo che si tratta di un progetto che intende investigare il modo in cui la tecnologia materializza la memoria, oppure che intende riflettere sulle conseguenze dell'economia post-capitalista nel campo della creazione di contenuti digitali, oppure il primo tentativo di portare la sottocultura hauntology nel mondo del calcio, oppure ancora un malinconico tentativo di recuperare in un nuovo supporto una forma di parlare di calcio che non esiste più. 

Siccome i fichi non li abbiamo mai fatti, perchè non lo siamo, e nessuno ha mai veramente capito cosa voleva dire Lo Zio quando ripeteva che "la dissolvenza è detour", ci basti dire che quello che stiamo presentando, signori e signore, è un progetto che vuole raccontare un anno di calcio, meglio ancora, un anno di calcio visto e vissuto allo stadio, gettando un ponte tra il vecchio monolite che era 90° Minuto e la nuova costellazione di micro-racconti che prende forma ogni giorno, ogni minuto, ogni secondo, su Twitter, su Facebook, su Tumblr, sui blog, e così via.

Si tratta di un gioco, che come tutti i giochi presuppone però una filosofia del calcio e della vita, che è quella disincantata, ironica, marginale, dettaglista, nostalgica, appassionata di Lacrime di Borghetti (e di tanti altri blog con cui condividiamo questo orientamento esistenziale).

E si tratta di un esperimento, quindi può uscire bene o può uscire male, o tutte e due le cose insieme, e in ogni caso noi ci rideremo su, perchè non prendiamo sul serio neanche la nostra vita (al massimo una partita di calcio), figuriamoci un progetto su Tumblr...

Ho detto poco e ho detto troppo. Solo altre due precisazioni.
La prima (scontata): sarà un'iniziativa con finalità solo culturali, e non commerciali. Non ci saranno soldi nè pubblicità. Ci piegheremo alla logica del tardo-capitalismo solo di fronte a un'offerta di 3,5 milioni di Euro + la metà di Archimede Morleo.
La seconda (ancora più scontata): non sarà un'iniziativa di Lacrime di Borghetti, ma di tutti quelli che vorranno partecipare. Non abbiamo mai fatto differenze tra autori, collaboratori esterni, commentatori, lettori, amici. Non la faremo adesso. Il bar, come sempre, è aperto a tutti, e adesso vorremmo estenderlo con un Vini&Oli, quelle vecchie enoteche-mescite di provincia che si animano di personaggi leggendari verso le dodici (ogni riferimento a Ciarrocchi di Pescara è voluto).

Chiunque è interessato a partecipare attivamente (spoiler per i pigri: si tratta di mandare dei piccolissimi contributi pochissime volte all'anno), o comunque è incuriosito da questo ermetico post, ci scriva in questi giorni, anzi scriva a [email protected] e (mi raccomando non o, ma e) a [email protected]. L'unico presupposto per partecipare è quello di andare, seppur saltuariamente, allo stadio. Scrivete e vi sarà spiegato il perchè. Intanto, buon agosto a tutti.

lunedì 4 agosto 2014

Harry, Charlie & The Bobfather: Playoff di Championship 2014



Mauro non riesce a starmi sul cazzo, nonostante fin dal primo incontro faccia di tutto per riuscirci. Anzi, Mauro è simpatico. Solo, per questa cosa di Bobby Zamora mi prende per il culo un po’ troppo. Dichiara una romanità fatta di trascorsi tra i sostenitori della Virtus Roma (anche in trasferta) e di amore incondizionato per Tonolli, non riconosce il concetto di stato-nazione e detesta Joey Barton, che è il solo giocatore cui non batte le mani all’ingresso in campo. Dice Morison, con una ere. Dice anche che eventualmente ha un amico psicologo da presentarmi, un lacaniano, per capi’ questa cosa chettepiace bbobbyzzamora.
Riccardo è romano in senso altro: ha origini campano-livornesi, ma a Roma ha vissuto per quel tanto che gli basta a citare, con precisione al dettaglio, scene di Alberto Sordi e Carlo Verdone che tu difficilmente ricordi. Non parla molto volentieri del rigore di Baggio, anche se ammette che la delusione più grande l’ha patita a Italia ’90. Meno integralista di Mauro, Riccardo dice apertamente che se Joey Barton ce l’hai in squadra e gioca bene non è un motivo di vergogna. Non abbiamo colpe, nessun peccato originale. Tanto più che quest’anno siamo in Championship.
Niccolò parla meno, ma detta legge. È la coscienza razionale del trio, come solo un marchigiano è in grado di fare. Crea un equilibrio sovversivo tra i radicali e i moderati. I problemi, dice, sono semplici e chiari. La scorsa stagione, fatta eccezione per l’uno a zero corsaro nel derby contro il Chelsea, è stata tragica; questa dovrà essere diversa. E poi, è intollerabile che ogni Rio Ferdinand a fine carriera venga associato al Q.P.R.; è ancora più intollerabile che la società (e l’allenatore) continuino nei fatti a confermare la tendenza. È anche questo uno dei motivi per cui siamo in finiti in Championship: Julio Cesar in porta non basta, se non ci sono i Mondiali a un passo, mentre gente come Taiwo crea imbarazzi cui poi è difficile rimediare. E poi Park Ji Sung stava giusto giusto pianificando il ritiro, mentre Chevanton era pronto per un bel contratto a gettone. Quest’anno andrà diversamente, mi assicura. Ecco, magari Assou Ekotto - uno che secondo Niccolò deve essere scandito come “è cotto” - non è proprio il massimo.
Su questo, i ragazzi sono d’accordo: bisogna rifondare la squadra partendo dai Charlie Austin.
Nel frattempo, Leicester e Burnley sono già in Premier, mentre per i Rangers inizieranno i playoff per cercare di salire. Non sarà facile, mi assicurano.
Soprattutto, Redknapp deve smetterla di fare le formazioni a cazzo.

Trapelava, alla vigilia, una certa tensione.

* * *

Così è andata, quando i Rangers mi hanno scelto. Io ero a Londra per lavoro, e tutto è successo senza che nemmeno avessi il tempo di capire. A quel punto, potevo solo applicarmi e studiare.
Per esempio: Danny Simpson, quando gli hanno rubato il cellulare in discoteca, è andato a riprenderselo di persona a casa del ladro, con una spranga in mano. Sempre Danny Simpson, ha (o aveva) una fidanzata molto famosa di nome Tulisa, che se si parla di wags è una nozione imprescindibile. Charlie Austin e Niko Kranjcar hanno un coro in condivisione, calibrato su un gioco verbale: al -char finale di Kranjcar si lega il -char iniziale di Charlie; alla -n di Austin si lega la -n di Niko. Questo perché sono gente minuziosa, i tifosi dei Rangers, negli slogan, e hanno una passione smodata per la -r. Si fanno chiamare gli URs, tipo gli "you are" al plurale: sono i "voi siete" per eccellenza, i "noi siamo" più di tutti. Naturalmente, sanno anche essere cattivissimi. Quando il figlio d’arte Kaspar Schmeichel è venuto in trasferta con il Leicester, è stato accompagnato per un po’ dal coro "you'll never be like your father!"; nel secondo tempo, è stata applicata d’ufficio la variante "you’ll never be like your mother!".
Ah, Kranjcar è davvero un bell'uomo.

* * *
9 maggio
Vediamo la semifinale d’andata in un pub nei pressi di Loftus Road, perché per Wigan ci vorrebbero quattro ore di treno. È il posto più intimamente vicino al settore ospite del DW Stadium. Toilette inqualificabili e birre mediocri, ma tant’è.
Mauro dice che il Wigan è tosto: benché siano in B sono ancora i detentori della FA Cup, vinta contro il Manchester City in pieno recupero, e sono attrezzati per le partite secche. Mauro dice, e forse ha ragione, che Zamora sta rubando lo stipendio da oltre un anno. Dice che quando si scaldava a bordo campo era sommerso dai "sit down!" dei suoi stessi tifosi, ed è un bene che non sia stato nemmeno convocato. Riccardo, invece, ammette con serenità che possiamo farcela e abbozza un sorriso. Niccolò sembra voler minimizzare l’enorme ansia che lo divora a partire dalla mandibola, e sta progettando, in gran segreto, di comprare la maglietta con il # 9 di Charlie in caso di esito positivo del doppio confronto.

Per fortuna, a Wigan non succede niente. È uno 0-0 che si trascina per due tempi, tra sfoggio di muscolarità difensiva, tentati inserimenti e contatti da uomini veri. Numeri di Green in porta e occasione della vita per Armand Traorè, che, in quanto Armand Traorè, non capitalizza. Si può dire che entrambe le squadre sono poca cosa e che se queste sono le premesse, davvero, non sarà facile.
* * *
12 maggio
Il ritorno in casa, conformemente alle aspettative, è adrenalina purissima. I Clash introducono con London Calling. La doppia mascotte Spark (di due colori diversi per dire no al razzismo) sembra arrivare direttamente da una confezione di cereali, e incita una curva su cui non piove abbastanza perché la gente smetta di cantare.
Niccolò mi mette in guardia sul mio posto: la 44, sedia già foriera di diverse gioie e altrettante delusioni, basically è un buon posto. La sua, che pure ha l'etichetta nominale, lo espone pericolosamente al tic nervoso del vicino, che ha una gamba inarrestabile per novanta minuti. Comunque, Niccolò mi dice di prepararmi a lunghe pause di mezz'ora senza alzarmi, perché tanto non faranno un'azione nemmeno a pagarli. Di fianco a noi, ma sulla destra, ci sono "il padre e la ragazzina": il bel quadro parentale viene turbato solo dai commenti ("èppurebbòna") che Mauro non può fare a meno di aggiungere. Riccardo arriva all'ultimo, più o meno al secondo minuto, dopo una folle corsa dal lavoro. Si è licenziato, dice, ma c'è la partita e non è il momento di parlarne.
La squadra, Redknapp o non Redknapp, sembra fatta proprio alla cazzo. Onuoha, che non ispira sicurezza da questi primi palloni, è solo l’emblema di una difesa che sbaglia in blocco. Il vantaggio wiganiano, al minuto numero nove, ci stupisce relativamente. Io mi sento un po’ pecora nera, e prego che le cose cambino in fretta. Sono anche sorpreso: tra i vari Mc Arthur, Mc Clean e Mc Manaman, a segnare è stato nientemeno che il terzino Perch, cosa che rende il gol preso ancora più avvilente dell’immagine dello stadio ammutolito.
Si gioca male, Kranjcar si piace troppo (anche se, quando scalda il piede, lo stadio è tutto un sobbalzare) e Charlie non sta ricevendo le dovute assistenze. E poi, quelli del Wigan non sono male per niente. Maloney, il 10, è storico. È bravino pure Espinoza, che si farà i Mondiali: ci crossa un paio di volte proprio sotto il naso e la sua 18, a tratti, ci fa stringere sui seggiolini. La realtà è che la squadra non ha gioco. O'Neil, tanto per citarne uno a caso, non è che lì in mezzo si stia facendo proprio rispettare.
All’intervallo, Riccardo la vede male come me. Mentre ci passa davanti per tre o quattro volte un tifoso panciuto, basso e paonazzo, che parla con ogni singola persona della curva, gli dico, timidamente, che il Q.P.R. mi sta deludendo. Mi dà ragione, e parliamo di quanto Morison sarebbe un fattore. Ci cambiamo di posto, perché non si sa mai. A me la 43, a lui la 44. Quello del tic nervoso, intanto, ha una fase ad intermittenza.
Per i primi venti minuti della ripresa, Yun dalla Corea del Sud sembra molto più vivo di Hill, di cui ha preso il posto. È un degno antagonista di Espinoza, perché è uomo di fascia e sarà certamente convocato in Brasile.
Poi, Redknapp impazzisce. O meglio: realizza che bisogna buttare la palla in avanti, che Charlie è un po' troppo solo e che gli altri, a furia di controllare, magari ne fanno pure un altro. Harry mette dentro Bobby Zamora da Londra, che questa volta è stato convocato (resta in panchina, invece, il mai domo Benayoun). Ne deriva, sportellata dopo sportellata, che: 1) il trinidadiano fa una sponda a Hoilett in area; 2) Gary Caldwell non riesce a non stenderlo; 3) Charlie segna il rigore; 4) mi rendo conto di quanto straordinaria sia l'assenza del fattore campo.
È il settantatreesimo, e Charlie è a diciannove. Nel frattempo, Barton è stato ammonito, come O’Neil.
Ai supplementari arriviamo con la grinta di chi ha appena recuperato la partita. Ed è proprio la grinta, per l’occasione impersonata da Zamora medesimo, a trasformare, al novantaseiesimo, una rimessa laterale dalla sinistra in un lancio per Charlie. Charlie arriva sulla palla goffamente, ma riesce, in qualche modo, a raggiungere i venti. L’esultanza è grande, ma soffocata dalla consapevolezza di quanto ancora ci sia da soffrire. Eppure, si vola. Solo, nel recupero del secondo supplementare, il Wigan batte cinque calci d'angolo di fila, tutti ugualmente letali. Noi però resistiamo all’infarto, e l'angoscia, piano piano, svanisce.

Salvare la baracca, a Loftus Road, parrebbe non avere prezzo.
Va detto, di passaggio, che l’anno prima Zamora contro il Wigan si era fatto espellere. E che qui, sul punteggio di 1-1, per poco non ha segnato di pallonetto, fermato dalla traversa.
Ora a Wembley. Con il Derby County, che è fortissimo. Hanno giusto giusto asfaltato il Brighton, battendoli sia in casa che fuori.
* * *

24 maggio

Partiamo da Dalston Kingsland, tipo due ore e mezzo prima, dopo aver consumato uno strano rituale a base di pasta con i broccoli. Di tifosi del Derby ne incontriamo già in Overground, e sono per lo più cinquantacinquenni tatuati che non rinunciano all'occasione di godersi una sana e bella trasferta di play-off nella City. Il biglietto per l'evento ci costa come undici Oyster Cards, ma sul viale dello stadio la retorica la fa da padrona, l’esperienza è unica e i soldi iniziano a sembrare ben spesi. Se poi si è stati scelti, non ci si può fare niente.
Il tempo, essendo Londra, è nuvoloso e sta per piovere. Mauro non parla: smascella. Niccolò ha la maglia di Austin, comprata dopo la doppietta al Wigan. Riccardo arriva un minuto prima del fischio, con la divisa rossonera da trasferta. Io ho i pantaloni che mi cadono, una giacca con il cappuccio, e disto, come gli altri, cinquanta metri in linea d’aria da quella che al momento è la porta dei Rangers.

Una volta partiti, non sembra tutta questa mostruosità di avversario, il Derby. Almeno, l'unico che io abbia mai davvero "seguito" è Craig Forsyth e questo mi basta. Il fatto che li alleni Mc Laren non è abbastanza romantico per farmeli piacere. Forse, al massimo, ripenso ai trascorsi di Eranio e Baiano, quello sì.

Per tutto il primo tempo, loro escono molto bene con la palla, ma i nostri sembrano esserci. Subiscono, ma con stile: così ha deciso Harry. Niko-Niko, dopo alcuni pregevoli tocchi, si spacca. Sembra incredibile, c'è addirittura chi mormora, dagli spalti, che sia una sceneggiata in vista delle convocazioni della Croazia, si dice che Kranjcar “ha paura di rompersi”. Ma Kranjcar si è rotto davvero: niente Mondiale, diranno più tardi. È una cosa seria.
A parte qualche sussulto, finiamo di subire con una certa dignità.

Con Riccardo ci scambiamo di posto anche stavolta, nel timore di fare qualunque tipo di commento. Per dare giusto un minimo di profondità, Harry leva Doyle e mette dentro Bobby Zamora: non succede, ma se succede. Anche perché tre minuti dopo, al sessantesimo, O'Neil decide che la sofferenza non è mai troppa e si fa espellere, manco in porta ci fosse Francesco Toldo contro Frank De Boer. Condanna i ragazzi ad almeno mezz'ora in dieci, ammesso che non si vada poi a i supplementari o ai rigori. Tra i pali, comunque, Green magari non sembra Toldo, ma ricorda un Mazzantini dei giorni migliori. Charlie si è messo a fare qualcosa come l'ala, sacrificandosi per il bene dei Rangers in un ruolo che detesta. Il coreano sta accóre.

Ora: se non è il caso, è predeterminazione. Sotto di noi, due file più avanti, c'è una signora (una vecchietta) con il cappellino dei Rangers. Accanto a lei la figlia, di quarant’anni scarsi. Forse anche un genero, o una nipote. In questo scenario, succede che dopo un quasi gol di Joey Barton -bomba da lontano, alta di poco -, un cross dalla destra di Hoilett, che è arrivato fino alla linea fondo, venga spazzato via malamente dai centrali del Derby, e che circa un secondo dopo  la palla schizzi a Bobby Zamora che impatta di potenza col sinistro, e che, nel letterale crollo della curva, Niccolò rovini addosso alla vecchietta di cui sopra benché cercasse di proteggerla, e che alla fine della gioia la figlia quarantenne lo prenda a insulti, perché reo di essere caduto sulla signora senza averle nemmeno chiesto scusa. Una questione di principio, di educazione. D'altra parte, la signora capirà: il minuto è il numero novanta. Siamo in dieci, e questo qui si è appena ripagato lo stipendio. Si è fatto pure ammonire, ma è finita. Siamo in Premier.

Giri di campo, un poster de Il Padrino con la faccia di Zamora e la scritta The Bobfather, Redknapp paonazzo as usual. Lividi sulle gambe, per tutti noi che abbiamo fatto due file di scale con leginocchia. Solidarietà agli White Stripes, che vedono l'ennesima cover di Seven Nation Army riadattata al grido di "ooooh, Bobby Zamora". Quando la playlist di Wembley mette anche un certo immancabile pezzo dei Queen, anche la nostra metà dello stadio si svuota.

Celebrazioni sobrie, sul sito ufficiale dei Rangers.

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Tornando verso Dalston, ci lasciamo andare a qualche considerazione.
Niccolò può dire la verità: questa mattina, mentre ascoltava musica in modalità random, il suo lettore mp3 ha voluto regalargli come primo pezzo London Calling. Mauro parla di Joey Barton quasi come se lo rispettasse, poi si accorge di non essere credibile e la smette. Riccardo teorizza un nuovo concetto di spazio-tempo, prendendo a metro di paragone i trenta minuti finali della partita, con la squadra in 10: dal sessantesimo al settantesimo è passata un'ora, cronometrata. Io dico a Mauro che, se vuole, quel suo amico psicologo me lo può andare a chiamare. Lui finge di non capire, e tira dritto.

Nel bene e nel male, Joey Barton (noto filopalestinese).