mercoledì 30 giugno 2010
Africa addio
lunedì 28 giugno 2010
Il crollo dei dioscuri
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giovedì 24 giugno 2010
Il momento dell'ira
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lunedì 21 giugno 2010
Non Fa Ridere
mercoledì 16 giugno 2010
Il sacro e il profano
Si prevedono lacrime di Borghetti in abbondanza, per un motivo o per un altro.
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martedì 15 giugno 2010
Non si può dare di più
giovedì 10 giugno 2010
Se ci sei batti un Colpo
martedì 8 giugno 2010
Sudafrica2010 - Rassegna Stampa
venerdì 4 giugno 2010
Note a margine di una settimana soporifera
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mercoledì 2 giugno 2010
Apologia dell'Asse del Male Calcistico
Al prossimo mondiale non ci sarà la Cina.. capace di perdere miseramente in casa con Iraq e Qatar e di finire ingloriosamente ultima nel girone 1 dei gruppi di qualificazione asiatici.. Non ci saranno nemmeno Cuba, l’Iran ed il Venezuela.. A rappresentare l’Asse del Male è rimasta, solitaria, la Repubblica Democratica Popolare di Corea.. la luminosa Chosŏn Minjujuŭi Inmin Konghwaguk.. che per semplicità, ed in ossequio al verbo imperiale, chiameremo DPRK.. squadra di cui i reietti della terra saranno strenui sostenitori nella loro lotta contro le tigri di carta dell’imperialismo pallonaro..
Con 3 vittorie, 3 pareggi e 2 sconfitte, la compagine della DPRK si è qualificata ai mondiali sudafricani solo all’ultima giornata.. seconda solo alla Sud Corea e superando squadre nettamente più forti come gli Emirati Arabi, l’Arabia Saudita e l’Iran.. Il 17 giugno, mentre l’Iran veniva raggiunto sull’1-1 a Seul da un gol di Park Ji-sung al minuto 82.. in una partita resa celebre dalla protesta dei giocatori iraniani che, sobillati dalle menzogne riformiste del Popolo di Gucci (copyright Il Foglio) di Tehran nord, giocarono con una fascia verde al braccio in segno di protesta contro il loro spettacolare governo.. la DPRK strappava a Riyadh lo 0-0 che consentiva loro di qualificarsi a spese proprio dei temutissimi iraniani.. Il merito della qualificazione, ottenuta con pochi gol fatti ed ancor meno subiti, da una squadra al 106° posto della classifica FIFA è tutto del tecnico Kim Jong-hun.. Spolverino nero e palpebre socchiuse in uno sguardo perennemente di trequarti.. Kim è un profondo conoscitore del pensiero di Sun Tzu, di Clausewitz e di Mao Zedong.... e fa giocare ai suoi un calcio basato su ferrea difesa, rapido recupero del pallone e fulminanti ripartenze collettive.. Se Mao sosteneva che “L'azione richiede una meditazione profonda (…) occorre tenere conto dei rapporti tra i fini e i mezzi nostri e del nemico: fra l'attacco e la difesa, fra il fronte e le retrovie..” Kim Jong-Hun ha dichiarato al sito ufficiale della FIFA che la sua tattica e strategia vertono sul “massimizzare allo stesso tempo attacco e difesa..” Fosse nato a Setubal avrebbe già vinto due Champions..
Sul campo la DPRK è guidata dal capitano Hong Yong-jo… Attaccante di movimento alla Iaquinta (il paragone nasce per celebrare le virtù socialiste di forza e abnegazione del nostro eroe nazionale.. cazzo come siamo messi male..) il valoroso Hong, dopo essere esploso nel 4.25 (detto anche 25 Aprile) di Nampho, storica squadra della lega nordcoreana, è stato inviato dal soviet supremo ad apprendere i segreti del calcio europeo in paesi fratelli quali la Serbia e la Russia.. Hong, ha così potuto portare il verbo del Presidente Eterno Kim Il-sung per una stagione nel Bezanija di Belgrado (7 presenze ed 1 gol) e poi nel Fc Rostov (30 presenze, 3 gol), squadra nella quale milita tuttora.. Per proteggere il suo splendido gioiello, il soviet supremo lo fa accompagnare, fin dal suo primo viaggio nella terra degli slavi del sud.. da un nutrito contingente del servizio segreto del popolo (che anche qui, per semplicità ed in ossequio al verbo imperiale, chiameremo NSA.. come fossero una CIA qualsiasi..) La NSA della Repubblica Democratica Popolare di Corea, oltre a permettere all’intrepido Hong di svolgere una vita integerrima e funzionale al buon nome della madrepatria, si occupa anche di aiutarlo nella difficile impresa di resistere alle tentazioni rappresentate dalla stampa imperialista e borghese occidentale.. Memori dell’insegnamento staliniano che “le classi che debbono abbandonare il palcoscenico della storia sono sempre le ultime a convincersi che il loro ruolo è finito..” i bravi ragazzi della NSA si prodigano affinché le parole dei loro ardimentosi calciatori non vengano manipolate dal menzognero decadentismo dei media occidentali asserviti al capitale.. Così è stato anche per la bellissima intervista concessa da Jong Tae-se al domenicale della monarchia britannica The Observer..
Jong, partner d’attacco del prode capitano Hong, è oramai una stella nel firmamento del calcio dell’estremo oriente.. Esploso nel campionato continentale dell’Est asiatico del 2008, nel quale si è laureato capocannoniere con 2 gol in 3 partite.. in lui convivono etica maoista ed aperture ad occidente.. Ha infatti partecipato a spot pubblicitari con il collega sudcoreano del Manchester United Park Ji-sung e, dopo una lunga trafila nella J League (102 presenze e 41 gol con il Kawasaki Frontale) si è dichiarato pronto ad uno sbarco nella Premier League.. Figlio di madre nordcoreana e di padre nato in Giappone da genitori sudcoreani.. Jong nasce 26 anni fa nella larga comunità nordcoreana di Nagoya, in Giappone.. educato nelle storiche scuole del Chongryon.. l’associazione dei nordcoreani residenti nel paese del sole nascente, con funzioni anche diplomatiche essendo la DPRK non ufficialmente riconosciuta nonchè finianziatrice occulta del Nihon Sekigun, le Brigate Rosse giappopnesi.. Jong rifiutò in giovane età una presunta nazionalità sudcoreana per votarsi impavido al servizio del socialismo internazionale.. Né gli spot pubblicitari né l’antipatico soprannome di “Rooney del popolo” affibiatogli con sarcasmo dal perfido occidente lo distrarranno quindi dal suo scopo.. “segnare almeno un gol ai mondiali..” La doppietta rifilata due settimane fa in amichevole alla Grecia in terra d’Austria è di ottimo auspicio.. Inserita nel girone di ferro con Brasile, Portogallo e Costa D’Avorio.. la compagine socialista ha infatti possibilità pressoché nulle di ripetere il grande exploit rivoluzionario che la vide protagonista ai mondiali del ’66.. segnare un gol è tutto quello che il leader supremo Kim Jong-il chiede ai suoi ragazzi.. Anche perché il supremo è molto infastidito dagli schiamazzi dei vicini della multinazionale sudcoreana.. che, se ai mondiali avranno maggiori possibilità di eccellere essendo stati inseriti nel comodo girone B in compagnia di Argentina, Grecia e Nigeria, se dovesse scoppiare una guerra intorno al 38° parallelo sarebbero però spazzati via da quell’amorevole bomba di kubrickiana memoria.. Le due coree come ben saprete, a seguito dell’affondamento della famigerata nave sudcoreana Chenoan, sono infatti sul piede di guerra.. Molti analisti concordano nel ritenere che dietro queste scaramucce si stiano in verità sfidando la Cina e gli Stati Uniti..
Per la sublime ironia dei corsi e dei ricorsi storici.. quarant’anni fa la storica partita di ping pong che sigillò l’alleanza tra Cina e Stati Uniti.. e per cui Kissinger vinse il premio Nobel per la pace.. (per avere fermato una guerra che non c’era.. come si disse poi..) si disputò proprio a Nagoya, Giappone, città natale del compagno Jong Tae-se (il Rooney del popolo) Ora, è molto improbabile che possa esserci a Johannesburg la riedizione calcistica di quel match.. anche perché le due coree potrebbero incontrarsi solo dai quarti di finale, e come abbiamo visto i ragazzi di Kim Jong-hun saranno impossibilitati anche solo a vincere una partita.. (ed anche perché sennò ci sarebbe il rischio che Hilary Clinton possa vincere un Nobel per la pace.. e questo non lo vuole nessuno.. va bene Kissinger.. ma non esageriamo..) Ma noi, nonostante le sconfitte della storia, continuiamo a crederci.. E così come sappiamo che è stato un gol del vicino di casa sudcoreano Park Ji-sung a regalare ai ragazzi della Repubblica Popolare il biglietto per il Sudafrica.. vogliamo che siano una partita di calcio e un gol di Jong Tae-se a siglare la pace nell’estremo oriente.. lì dove non c’è nemmeno la guerra.. Ed ecco perché.. contro ogni pronostico ed alla faccia delle tigri di carta dell’imperialismo pallonaro che si divideranno come al solito la torta in Sudafrica.. così come la grande madre rossa cinese, che oltre a fornire alla squadra abbigliamento tecnico ed attrezzature sportive manderà anche un contingente di mille partigiani a sostenere ai ragazzi della DPRK.. anche ad Holloway Road, sempre fedeli alla linea anche quando la linea non c’è, sventoleranno le bandiere della luminosa Chosŏn Minjujuŭi Inmin Konghwaguk.. Che la rivoluzione sia con voi..
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