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mercoledì 4 novembre 2009

Il boemo e l'anatroccolo

Uno classe '64, uruguaiano, per i tifosi Pato. L'altro classe '65, boemo: esultava facendo la capriola.
Carlos Aguilera e Tomas Skuhravy arrivarono al Genoa tra la fine degli anni Ottanta e l'inizio degli anni Novanta. Il primo veniva dal dal glorioso Penarol, dopo una carriera da giorvago del sudamerica (tra le altre, giocò anche per i Darseneros uruguaiani del River Plate e nel Nacional di Montevideo). Il secondo era cresciuto in patria, nello Sparta Praga.
Forse una delle coppie d'attacco meglio assortite del decennio. Piccolo, agile e geniale Aguilera; spietato centravanti di peso - con tanto di mullet - Skuhravy.
Serie A 1990-1991. La Sampdoria di Vialli e Mancini sembra inarrestabile. Sarà Campione d'Italia con 6 punti di vantaggio sulle milanesi.
A rigor di logica, a livello di mera probabilità, al Genoa non sarebbe dovuto spettare nulla. E, invece, ecco arrivare per i rossoblù la vittoria nel derby della Lanterna ed una meravigliosa qualificazione per la Coppa Uefa dell'anno successivo.
Le 15 reti a testa in stagione di Aguilera e Skuhravy portarono, infatti, il Genoa al quarto posto. Alla stagione della caccia grossa in Europa.
Partì male quel Genoa. Andata dei trentaduesimi. Sconfitta 1 a 0 in casa dell'Oviedo di Jerkan e Lacatus ed allenato da quell'Irureta che qualche tempo dopo avrebbe reso grande il Depor. Ma la paura passò in fretta: al ritorno prima Skuhravy e poi Aguilera firmarono una grande rimonta, eliminando l'Oviedo.
Più agili i sedicesimi e gli ottavi contro Dinamo Bucarest e Steaua Bucarest, rispettivamente. Aguilera si rivelò troppo per la Dinamo. 2 gol all'andata ed uno al ritorno e romeni eliminati. Stesso copione contro la Steaua: 1 gol all'andata di Skuravy sulle rive della Dâmboviţa ed uno al ritorno di Aguilera regalarono uno storico Quarto di Finale ai rossoblù.
Già, i Quarti di Finale.. Arriva il Liverpool. E Genova si stringe perchè i Reds fanno paura, come formazione e, soprattutto, come dominio in Europa. Dall'altra parte c'è gente come Houghton (forse ricorderete un suo gol a Pagliuca al Giants Stadium di New York), Rush ed un giovanissimo Steve McManaman. Le gambe, però, non tremarono ai rossoblù, che con Branco e Fiorin portarono a casa il 2 a 0.
A quel punto, i Reds facevano meno paura. Non sembravano più invincibili. E il Genoa sapeva di potersela giocare al ritorno. Ad Anfield. Ed fu così che quella sera di marzo, al ritorno dei Quarti di Finale della Coppa uefa 1991-1992, nel calcio cambiò qualcosa. Aguilera, ancora lui, segnò una doppietta che rispondeva al gol di Rush. Per la prima volta nella sua storia il Liverpool era battuto da una italiana al cospetto della KOP. Il segreto? Stava tutto lì: nella coppia d'attacco Skuhravy - Aguilera. Il sogno rossoblù e della sua meravigliosa coppia di attaccanti venne interrotto qualche tempo dopo dall'Ajax di Winter e Bergkamp. Furono i lancieri, infatti, che approdarono in finale contro il Torino e che lo batterono.
Il sogno si spense, ma l'immagine della coppia Skuhravy - Aguilera rimane. Indelebile attraverso il bianco candido dello striscione "We are Genoa". Tomas Skuhravy vive oggi a Savona e saltuariamente commenta partite di calcio per l'emittente televisiva locale. Gestisce, inoltre, un ristorante a Genova. Di Carlos Aguilera, invece, si sono perse le tracce nel lontano 1996. Da quando, cioè, fu condannato da parte della giustizia italiana a due anni di reclusione per sfruttamento della prostituzione e spaccio di sostanze stupefacenti.