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Hootananny |
Io a Londra non c'ero mai stato. Sí....Lo so, alla soglia dei 30 mi vergognerei meno ad ammettere di essere vergine, semplicemente non ho mai avuto occasione. Tra impegni vari e vari impegni mi sono lasciato una mezza giornata per me, per fare quello che ognuno di noi dovrebbe fare almeno una volta nella vita, il giro degli stadi. Chiaramente pensavo dalle 8:30 alle 17 di riuscire a fare qualcosa in più di 4 stadi, credevo di riuscirne a visitare almeno 6, fatto sta che le distanze sono quelle che sono, senza contare poi il tempo perso a cercare, parlare o magari a frugare nei vari shop. Partenza quindi alle 8 e 30 da Brixton, con itinerario ancora da definire. Siete mai stati a Brixton? Beh se ci andate qualcuno storcerà un po' la bocca e vi consiglierà di non avventurarvi nelle "Stradine". Ora...Non so voi, ma io non entrerei in una stradina di Rovereto, vorrei sapere per quale cazzo di motivo dovrei "Avventurarmi" nelle stradine di Brixton. Brixton comunque è una perla (stradine a parte), un giro è obbligatorio e soprattutto è assolutamente imperdibile una visita al mai banale Hootananny, veramente un gran bel locale (vicino però ad un sacco di stradine).
Comunque, l'itinerario come detto era ancora da definire, in un primo momento ho pensato di raggiungere Crystal Palace con un bus che passava proprio per Brixton, ma dopo aver notato che con la District line avevo la possibilità di raggiungere tre stadi, mi sono diretto verso la stazione della tube di Brixton (se ci capitate non perdetevi il mercato caraibico alle sue spalle). Prima destinazione Stamford Bridge.
Stamford Bridge - Chelsea
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La statua di Peter Osgood |
Partenza da Brixton con la Victoria line (quella Azzurra) cambio a Victoria Station con la District Line (quella verde). Importante! Quando vi trovate sulla District Line, prendete il treno in direzione Wimbledon, mi raccomando, altrimenti non ho idea di dove diavolo possiate finire. La fermata per Stamford Bridge è quella di Fulham Broadway (zona 2). Lo stadio è attaccato alla metro, appena usciti dalla stazione girate a sinistra e dopo qualche centinaio di metri ve lo trovate sempre sulla sinistra. Vi accoglie subito un lungo pannello con scritto:"
Welcome to Chelsea Football Club Champions of Europe 2012". Diversi i simpatici cartelloni con cui farsi altrettante simpatiche foto con i protagonisti della vittoria in Champions. Davanti a voi, imperiosa, troverete la statua di
Peter Osgood, gloria del Chelsea anni 60/70, morto nel 2006 e le cui ceneri vennero sparse sotto il dischetto di rigore, davanti alla Shed End. Oltre a tutto questo, troverete anche orde di italiani, ma non italiani innocui, bensì italiani urlanti, specie temutissima da tutti noi turisti "Normali". Per 15 pound potete visitare il museo del Chelsea, cosa che sinceramente non ho preso in considerazione, vista la mia totale indifferenza verso questa squadra. Lo Shop si trova guardando la statua verso destra, è su due piani e ci trovate veramente di tutto, a prezzi un tantino troppo alti. Avrei dato precedenza ad altri impianti, la comodità della metro mi ha però "costretto" ad effettuare questa tappa.
Craven Cottage - Fulham
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Johnny Haynes |
A sole 2 fermate di distanza da Fulham Broadway (sempre in direzione Wimbledon) si trova Putney Bridge (zona 2), casa del Fulham (capisco che la cosa possa confondere ma è così). Appena usciti dalla stazione, chiedete! Altrimenti andando a naso, non troverete mai lo stadio. Comunque appena fuori dalla metro girate a destra, andate sempre dritto e poi verso sinistra, dove troverete un sottopassaggio, una volta attraversato, vi ritroverete in un parco, davanti a voi c'è una chiesa con tanto di mini cimitero con le lapidi storte che sembra uscito da
Ghosts n' Goblins (madonna che palle quando ti capitava la
fiaccola). Seguite le indicazioni, camminate per una decina di minuti nel parco magari accanto al Tamigi, dribblate i coattissimi scoiattoli locali(secondo me sono al parco per vendervi il fumo) e siete arrivati al Craven Cottage, quello che secondo il Times è uno dei 10 stadi più belli del mondo. Bella la statua di
Johnny Haynes come bellissima la sua storia fatta praticamente solo di Fulham (record di presenze) e nazionale inglese (di cui è stato capitano). Nonostante siano le 11 e nonostante ci sia il sole, fa veramente un freddo fottuto, credo che sia al primo posto tra gli stadi più umidi al mondo e non secondo il Times ma secondo me. Non posso non pensare al povero tifoso del Fulham allo stadio a metà gennaio alle 18. Dietro la statua di Haynes c'è l'Haynes Place, grazioso baretto del club, dove ho bevuto il peggior "Espreissou" della mia vita. Non per fare uno di quelli che prendono il caffè, la pasta o la pizza all'estero per poi lamentarsi di quanto facciano cagare (categoria di persone alla quale sparerei), ma vi giuro che per un attimo ho pensato che mi avessero urinato nella tazzina, mettendo da parte questo particolare tutto il resto sembrava accettabile e il locale è veramente carino. Lo shop poco più avanti è piccolo ma ben fornito con prezzi più che abbordabili. Non ho resistito e mi sono comprato un portachiavi. Non male i pupazzi della mascotte "Billy the badger" (un tasso).
Upton Park - West Ham United
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The champions |
Dopo il bel pieno di umidità preso al Craven Cottage ho ripreso la direct line in direzione Upminster. Il percorso è lungo, le fermate sono tante e più ci si avvicina a West ham più cambia il paesaggio. La fermata di Upton Park
(zona 3) è decisamente più squallida di tutte le altre viste fino a quel momento, credevo di uscire nel nulla e invece mi sono ritrovato direttamente su Green Street, strada che da fan del libro di Cass Pennant "
Congratulazioni. Hai appena incontrato la I.C.F. (West Ham United)"-
Baldini Castoldi Dalai 2004- non può lasciarmi indifferente. Green Street è un agglomerato di negozi asiatici, in giro si vedono praticamente solo pakistani. Fuori dalla stazione basta girare a destra e non molto distante sulla sinistra, ti ritrovi ad Upton Park. Sarà un'impressione ma, nelle vicinanze dello stadio, Green Street riprende un aspetto più londinese, per dirla in parole povere non sembra più di essere a Islamabad. Non mi aspettavo che il "Boleyn Ground" fosse così tanto grande. Forse la cosa più divertente oltre al negozio di pompe funebri situato davanti all'ingresso è l'asilo attaccato al piazzale, perchè a Green Street vanno educati sin da piccoli. Strappalacrime l'albero della memoria nel parcheggio sulla destra: sciarpe, fiori e targhe a ricordare chi non c'è più. Lo shop è semplicemente perfetto, prezzi abbordabili e merchandising stupendo, non si può uscire da là dentro senza aver acquistato nulla. Una volta fuori dallo stadio girando a sinistra, alla fine di Green street incrociando Barking Road c'è la "The Champions", statua (da non perdere) che celebra i 3 Irons campioni di Inghilterra: Il capitano Bobby Moore, il centrocampista Martin Peters (autore di un gol in finale), l'attaccante Geoff Hurst (che di gol in finale ne fece 3
anche se in realtà sono 2) e l'intruso, il difensore dell'Everton Ray Wilson, necessario per completare l'immagine (la scena riproduce i momenti che seguirono il trionfo e Wilson portava in spalla Bobby Moore). Di fronte alla statua c'è il "The Boleyn", pub con 100 anni di storia alle spalle, la visita è obbligatoria come, ovviamente, una pinta. Era una vita che sognavo di entrare al Boleyn, in realtà il West Ham è una squadra che mi è sempre piaciuta: ha tirato fuori il meglio del calcio inglese (non è un caso che sia conosciuta come Academy of football),
ha un inno che mette i brividi, un accostamento cromatico da applausi e una tifoseria calda come poche nel mondo. Una volta al Boleyn, ordino la pinta e metto il sacchettino di
souvenir del West Ham in bella vista, chiaramente una trappola per intavolare una chiacchierata con qualcuno. Non passano nemmeno 5 minuti che un signore sulla 70ina abbondante, mi chiede un'opinione sulla partita di domenica contro il Liverpool, match che evidentemente lo aveva lasciato con l'amaro in bocca, perdere 2 a 3 in casa con 2 goal di due prodotti del vivaio hammers (Glen Johnsson e Joe Cole) e un autogol, effettivamente non deve essere poi tanto piacevole. Spiego al signore che sono un turista e che sono venuto a visitare Upton Park, il vecchio si bacia le mani, si mette una mano sul cuore e si presenta, il suo nome è Colin.
The Boleyn - Colin
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Colin... Un grande amico di LB |
Sono più di 50 anni che Colin abita qui, proprio un paio di strade dietro al pub, dietro al Boleyn Ground dietro al West Ham united. Parla in maniera pacata, comprende il mio ignobile inglese senza fare mai una piega e con grande signorilità quando non capisce ciò che dico, fa finta di non aver sentito per via dell'età. Elogia il The Boleyn e mi racconta di quanto sia pieno la domenica, insiste per farmi fare un giro del pub, che effettivamente ha alcune stanze incantevoli, si rammarica per qualche finestra originale andata in mille pezzi per colpa di qualche tifoso un po' più acceso. Poi mi porta fuori e comincia a parlarmi di come questo quartiere fosse molto più bello 50 anni fa, se la prende un po' con i nuovi "Inquilini" e si mette a fumare.Quando rientriamo torna a leggere il suo giornale, poi mi guarda e mi fa vedere la classifica, ritenendosi però soddisfatto della squadra. Mi parla del suo calciatore preferito di tutti i tempi, che non può che essere la leggenda del luogo, ovvero Sir
Bobby Moore, che per Colin era più forte anche di Beckenbauer. Due le partite più importanti della sua storia. Una è comprensibilmente la
finale mondiale del 1966, non solo per la vittoria dell'Inghilterra ma soprattutto per i 3 calciatori del West Ham assoluti protagonisti non solo della finale ma anche del torneo. Quando parla di quei 3 i suoi occhi si illuminano, diversi dal prototipo del calciatore di oggi, vera e propria gente del quartiere e non divi.
Ma la partita più bella della sua storia è la semifinale di FA cup contro l'Everton del 16 aprile 1980. Ci tiene a sottolinearmi come la partita in questione fosse la semifinale e non la finale del FA cup vinta nel 1980(contro l'Arsenal). Faceva un freddo fottuto e pioveva quella sera, sul neutro di Elland Road (in condizioni disastrose) a Leeds, lui era presente, per gustarsi quel "Replay" del match che 4 giorni prima a Birmingham, Everton e West Ham avevano concluso con il risultato di 1 a 1. Non fa un solo accenno al goal del vantaggio Hammers di Devonshire, non mi racconta neanche del doloroso pareggio dei Toffees al 116esimo, mi parla solo di quel gol incredibile di Frank Lampard Senior al 118esimo a soli 2 minuti dal termine. Cerca di spiegarmelo a parole, si emoziona, finisce la birra e mentre riprende il racconto comincia a mimarmi l'azione con una foga impressionante, voleva descrivermi l'esatta innaturale torsione di Frank Lampard sr, solo dopo aver visto il
filmato del goal mi sono reso conto di quanto la sua descrizione fosse stata accurata, come se quel goal fosse stato segnato due giorni prima e non 32 anni fa. Mai vista una persona parlare di una partita o meglio di una singola rete in quella maniera, con l'occhio lucido e la voglia ancora di esultare al solo ricordare. Ci alziamo chiedo a Colin un ultimo favore, fare una foto con la maglietta di LB, mi chiede cosa significhi "Lacrime di Borghetti" quando glielo spiego ne rimane divertito. Mi saluta e mi ringrazia, faccio altrettanto uscendo dal The Boleyn più che soddisfatto. Prima di riprendere il treno, entro in un altro Pub, gestito questa volta da pakistani che niente ha a che vedere con il The Boleyn, prendo un' altra birra, l'orinatoio del bagno a giudicare dall'odore e dalle condizione del pavimento è solo un optional, può bastare, lascio Green Street e mi dirigo verso Surrey Quays, parliamo di Millwall.
Surrey Quays - Millwall FC
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Il sottopasso di Bolina road.. Di giorno è quasi gradevole |
West Ham e Millwall non sono troppo distanti come suggerito dalla loro acerrima rivalità. Rivalità nata nel 1926 quando durante uno sciopero nazionale, i Royal Docks della sponda del Tamigi in zona West Ham aderirono mentre i portuali di Surrey, zona del Millwall, continuarono a lavorare. Da allora i Derby del East London (il primo match ufficiale risale al 1930) furono parecchio duri in campo e soprattutto sugli spalti.
Da Upton Park torno verso il centro e scendo a Whitechapel dove prendo la overground arancione in direzione sud, 3/4 fermate e mi ritrovo a Surrey Quays(zona 2).
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Art Attack - Bimbi! Imparate a fare un Millwall Brick |
Vai a Surrey Quays dicevano, vedrai che lo trovi subito dicevano. Si sta minchia. Vi ricordate il consiglio di non prendere le fottute stradine? Ci sono delle volte nella vita che purtroppo le stradine vanno prese per forza. Perché anche il Millwall mi ha sempre affascinato, perché i suoi tifosi hanno forse il motto più geniale del calcio:"
No one likes us, we don't care". Uscito dalla stazione vado a intuito verso destra, non mi curo se possa esserci o meno un bus capace di portarmi a Zampa Road, per me il The New Den era da quella parte. Chiedo ad un paio di persone, c'è chi rimane perplesso forse per la mia pronuncia, trovo due signori strani ma gentili che mi dicono di attraversare il "Bridge" in fondo alla via. Passato il "Bridge", prima chiedo ad un ragazzino che accelera il passo dicendomi 4 volte no, ancora perplesso mi rivolgo ad un ragazzo che mi dice che posso arrivarci da due strade: una più lunga e una più breve. Non capisco inizialmente il perché di questa doppia opzione, chiedo ovviamente la via più breve. A me cappuccetto rosso è sempre stata sulle palle e forse per questo non è mai riuscita ad insegnarmi di non passare per la strada più corta perché potrebbe esserci il lupo. Arrivo ad una serie di docks, sono tutti carrozzieri, meccanici o roba del genere, la strada è chiusa, c'è solo un buissimo sottopasso ferroviario, ma non credo (e soprattutto spero) che lo stadio sia in quella direzione. Mi sento osservato, mi avvicino a due tizi che si stanno riscaldando con un fuoco acceso dentro un barile (scena da film), uno dei due si alza, si dirige verso di me e visto il rumore di lavori mi urla qualcosa che non capisco, potrebbe essere di tutto da "Gradisci un biscotto" a "Ora ti sgozzo", eccola là sto per prendere le botte. Niente di più lontano, il signore mezzo nero, mi chiede cordialmente se ho bisogno di qualcosa. Quando dico il motivo della mia presenza, quasi non ci crede e mi chiede subito da dove vengo. Poi mi dice che devo passare proprio dal sottopasso ferroviario e mi stringe la mano, mi accorgo che non è mezzo nero ma completamente affumicato, me ne accorgo dalla sua mano che lascia un dito di fuliggine sulla mia, impreco sorridendo e mi dirigo verso il buio. Ora, ovviamente la mia era suggestione, in realtà non ho idea di che zona sia e se sia realmente pericolosa, va detto che da quelle parti sono tutti dannatamente grossi e che comunque la tifoseria del Millwall anche in questi anni ha fatto parecchio parlare di sé. Passo con il mio zainetto da sprovveduto turista
i primi due archi nella quasi totale oscurità, arrivo ad un primo spiazzo e c'è della roba per terra: copertoni, materassi e boh perché me la faccio a passo svelto, il posto è veramente squallido. Continuo, passo altri due archi sempre nel buio (decisamente meno angoscianti del primo), manca solo un cavalcavia (almeno credo) poi cominciano una serie di lampioni che fanno ben sperare, vado sempre a passo spedito verso la civiltà ma due figure si avvicinano a me, ecco è fatta verrò preso a colpi di Millwall Brick, l'arma tipica dei Bushwackers (scuoti cespugli) firm della zona, ottenuta pressando più fogli di giornali insieme fino a raggiungere una durezza pari a quella di una sbarra di ferro (vedi figura sopra). Mi picchieranno, apriranno lo zaino e troveranno la sciarpa del West Ham precedentemente acquistata e torneranno GIUSTAMENTE a gonfiarmi. Mi passano accanto e io non posso far altro che fissare per cercare di capire quando cominciare a correre, loro mi salutano. Ci rimango di merda e mi anche sento in colpa. Arrivo finalmente allo stadio. E' stato il tragitto più inquietante della mia vita. Ma a quanto pare senza nessun motivo. Lo stadio sembra bellissimo, lo shop è sulla strada,
piccolino ma ben fornito, con dei prezzi che credevo molto più bassi, visto che parliamo pur sempre di una squadra "Minore", va detto che io per una sciarpa del Millwall avrei speso anche il doppio. Purtroppo trovo il Millwall Cafè chiuso. E' tardi e per via di impegni personali devo tornare verso il centro, inutile sottolineare che prendo l'altra strada, illuminata e piena di gente, anzi mi fermo proprio davanti alla fermata di un bus.
Mi dirigo verso il centro a Piccadilly per approfittare del poco tempo rimasto a disposizione, manca ancora
Lillywhites alla mia gita londinese e non posso permettermi di saltarlo. Sono un po' deluso, 4 stadi sono troppo pochi. Poi però ripenso ai miei acquisti, al mio insensato timore per i sottopassi di Surrey Quays e a quel signore di 70 e passa anni che quasi in lacrime mi mima il goal di Lampard senior e capisco di non aver sprecato il mio tempo. Tornerò, finirò il mio giro, arriverò fino a Reading e Watford, nella speranza di incontrare altri Colin e di non incrociare altri sottopassi ferroviari.