non invidio Del Neri |
1. La Juve è una bella squadra.
quelle che verseremo per il gol che non arriverà mai
non invidio Del Neri |
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il popolo ringrazia |
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"I'n not afraid of him, I'm afraid of him in me"
(G.G)
In molti si chiedono da dove io tragga questa disposizione a effondermi in pratiche che superano i miei sforzi. A dispetto dei trucchi esasperati, l’età non mi perdona e il soffio di ogni vento smuove le pareti. L’anima nuda cigola e ho sempre bisogno del calore di alcove di cui ho perso il conto degli astanti. Non mi consola sapere che lo squallore non è mai negli atti ma negli occhi, conosco bene la direttrice del mio abbandono e non mi oppongo a nessun disfacimento.
In molti se lo chiedono, brandendo l’arma del ritegno. Non che io creda molto a questa storia del ritegno: il ritegno è la maschera che uso per dirmi presentabile, dovrebbe essere la mia arma di difesa, il velo di cui mi pento steso sull’abisso. Chi mi accusa lo fa invece senza compromessi, perché la purezza è per sua natura incorruttibile: basta averne poca per presumerla infinita.
Eppure, è stata proprio la purezza il motore di questo mio martirio. Non ero adatto a incontrare la perfezione: averla frequentata, per qualche anno, mi ha messo di fronte a ogni mia mancanza. Quando è fuggita via, non rimaneva altra strada che il deliquio.
Io ho visto la perfezione muoversi a un passo da terra con la grazia di un airone, rimanere sospesa a mezz’aria, danzare come puro spirito. Si è vero, ci sono stati altri grandi calciatori, ma di carne, come Batistuta. Lui era una continua giravolta del pensiero, capace di distendersi in fiammate eteree e distruttrici. Non è un caso che fu la gemma di una squadra che cercò di mutare in teorema il gioco, piegandone i significanti a un lessico scientifico, meccanico, senza sentimenti.
Quel giorno fui ebbro di trionfo, ma era il metallo che vinceva sui colori, l’ordine sul caos. C’era chi alla radio tifava per la debolezza di un genio dissoluto. E quanto pianse a sentire che sul sole barbaro di Napoli si era stesa quella nube algebrica di sogni immacolati.
Allora come ora, ero interprete della trama che premia i meccanismi più rozzamente maggioritari, anche nel gioco, dove l’estro dovrebbe arridere a tutti, secondo i capricci della sorte. Invece li leggete i giornali sportivi? Nel rammarico costernato dei commentatori, quando una delle squadre più tifate non gira per il verso giusto, c’è tutta la monotonia racchiusa del potere. Il diritto e il dovere di vincere sono la stessa cosa: credo sia questa la misura del nostro fallimento.
Si muoveva con eleganza innata; io che ho innalzato un impero tattile fondato sulla vista non avevo il coraggio di toccarlo. Temevo si potesse rompere, come è accaduto poi alle sue ginocchia di cristallo. Il susseguirsi dei trionfi non è bastato a colmare il suo abbandono: ora mi vedete qui, nella dittatura della trasparenza, in un autunno che si prolunga in sordi schiamazzi, immerso nei cascami del potere che mi si ritorce contro.
Privo e privato di pudore, mi combattono con le armi da cui iniziò la mia rovina, con ciò che fa dire all’androide dell’alieno “ammiro in lui la sua purezza, incontaminata da coscienza, rimorso, o delusioni di moralità”. L’anno dopo, la trappola del fuorigioco non scattò, e il genio dissoluto si prese la sua rivincita.
Qui non è ancora giunta Ripley a riscattarci.
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Anche al secondo tentativo va bene |
Sergio Prandelli o Cesare Marchionne |
Sharm el Sheikh, Italia, 17 marzo 2011: oltre a Wally, trova il tricolore |
l'impossibilità di doversi immaginare i sogni |
l'impossibilità di sapersi immaginare la felicità |
l'impossibilità di non avere aspettative |
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Una serata spassosissima |
Lo ripeto sempre a mio marito, una buona storia non va mai rovinata con la verità... |
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Gruppo 2 - Corporación Popular Deportiva Junior (COL), Club Oriente Petrolero (BOL), León de Huánuco (PER) e Gremio Foot-Ball Porto Alegrense (BRA) A mio avviso, girone equilibratissimo. Specie per quanto riguarda Junior, Oriente Petrolero e Huanuco. Lo Junior punterà sul fattore stadio, essendo il Metropolitano di Barranquilla una delle cornici più suggestive della Libertadores di quest'anno. L'Oriente, campione nazionale in faccia al Bolivar, sogna una storica qualificazione, mentre los Cremas di Huanuco non hanno nulla da perdere. Favoritissimo, nonostante lo smacco per la vicenda Ronaldinho, il Gremio di Rochemback allenato da Renato Gaucho, che nei preliminari ha fatto fuori il Liverpool di Montevideo.
Gruppo 3 - Asociasion Atletica Argentinos Juniors (ARG), Club Nacional de Football (URU), Fluminense Football Club (BRA) e Club America (MEX) Girone di ferro. Le favorite sono Fluminense, che si presenta ai nastri di partenza con Deco, Fred e Belletti, e Argentinos Juniors. Gli argentini di Troglio (anche Ascoli, Lazio e Verona nella carriera da calciatore) vogliono replicare la Copa del 1985 e sfoggiano nel palmares un combattutissimo Clausura 2010. America e Nacional sono pronte a mettere i bastoni tra le ruote alle più blasonate rivali. I messicani sono senza Salvador Cabanas, ma hanno dalla loro lo stadio Azteca e una maglietta da sempre bellissima. Gli uruguaiani una storia imponente (42 campionati nazionali, 3 Libertadore e 3 Intercontinentali).
Gruppo 4 - Caracas Futbol Club (COL), Club Deportivo Universidad Catolica (CHI), Club Atletico Velez Sarsfield (ARG) e Club Bolivar (BOL) / Union Espanola (CHI) Il Velez parte strafavorito. In difesa il momunmento Emiliano Papa e in attacco Santiago "el Tanque" Silva, al momento una delle migliori punte argentine. Il Caracas ha una forte esperienza in Libertadores. Solo l'anno scorso ha mancato la qualificazione per gli sgambetti di Deportivo Italia e Indipendiente di Medellin. Negli occhi dei tifosi ancora i Quarti del 2009 contro il Gremio. La Catolica è allenata da una vecchia conoscenza: Juan Antonio Pizzi. Qualche anno in Europa con le maglie, tra le altre, di Barcellona e Tenerife. La quarta del Gruppo verrà dallo scontro tra la superpotenza boliviana e i cileni con la maglia della Spagna.
Gruppo 5 - Santos Futebol Clube (BRA), Colo-Colo (CHI), Deportivo Táchira Futbol Club (COL) e Club Cerro Porteño (PAR) / Deportivo Petare (VEN) Il Santos ha quattro giocatori fortissimi. Keirisson (che in Europa fa male ma in patria gioca da fenomeno), Neymar, Elano e Paulo Henrique Ganso. Quest'ultimo è, a mio avviso, quanto di meglio in Sudamerica. Tecnica sublime, fisico e senso del gol. L'unico difetto è che costa già troppo. Voci di corridoio parlano di un'offerta del Lione di 20 Milioni rifiutata. Colo-Colo e Tachira e si giocano quel che rimane. Un gradino sotto l'ultima pretendente ai quarti: all'andata vittoria del Cerro Porteno in Venezuela, stanotte la replica al General Pablo Rojas di Asuncion.
Gruppo 6 - Sport Club Internacional (BRA), Club Jorge Wilstermann (BOL), Club Sport Emelec (ECU) e Jaguares de Chiapas (MEX) Favorito d'obbligo il Colorado campione uscente. Stessa formazione dell'anno scorso con Fabian Guedes "el General" Bolivar e Sorondo dietro, Tinga, D'Alessandro (fresco pallone d'Oro del Sudamerica) e Guinazù in mediana e Alecsandro e Sobis davanti. In più, qualche giorno fa è arrivato dal Maiorca Cavenaghi. Anche alla luce del bel turno preliminare contro l'Alianza Lima, alle spalle dei brasiliani vedo los Felinos del Chiapas. O meglio, non vedo bene Wilstermann ed Emelec.
Gruppo 7 - Club Estudiantes de La Plata (ARG), Club Guaraní (PAR), Cruzeiro Esporte Clube (BRA) e Corporacion Club Deportes Tolima (COL) Altro girone di ferro. Nonostante la partenza di Mauro Boselli l'Estudiantes continua ad avere una formazione pazzesca (tra gli altri, Brana, Perez e Roncaglia). L'incognita è una sola ed è legata all'età di Juan Sebastian Veron, Capitano e anima della squadra. Il Cruzeiro, da par suo, in Libertadores è sempre una bestia difficile da affrontare. Se n'è andato Kleber (7 gol nella scorsa edizione) ed è arrivato Ernesto Farias (forse qualcuno se lo ricorda a Palermo). Rimane Thiago Ribeiro, capocannoniere della Libertadores 2010. Da non sottovalutare il Tolima, che nei preliminari ha rispedito a San Paolo il Corinthians di Ronaldo e Roberto Carlos. La ferita dell'anno scorso - eliminazione per mano del Flamengo di Adriano e Vagner Love - non vuole proprio rimarginarsi. Il Guaranì di Asuncion ha il calendario più favorevole, con le ultime in casa. E' una mia vecchia teoria che nei gironi di ferro ci guadagnino sempre le piccole dagli scontri tra le favorite. Fossi nei paraguaiani, non partirei sconfitto. Una curiosità: nell'Estudiantes si sta facendo le ossa un ragazzino di nome Marco. Figlio di un certo Enzo Francescoli.
Quanto a Porthos, dopo aver lanciato il barile di polvere in mezzo ai nemici, era fuggito, seguendo il consiglio di Aramis, e aveva raggiunto l'ultimo ambiente della grotta, da cui penetravano, attraverso l'apertura, l'aria, il giorno e il Sole. Così, appena ebbe appena svoltato l'angolo che separava il terzo ambente del quarto, vide a cento passi da sé la barca cullata dalle onde; là erano i suoi amici; là era la libertà; là, la vita dopo la vittoria. Ancora sei dei suoi passi da gigante e sarebbe uscito dalla volta; fuori della volta, due o tre slanci vigorosi, e avrebbe raggiunto il natante. D'improvviso, sentì le ginocchia flettersi: le sue ginocchia sembravano vuote, le gambe s'afflosciavano sotto di lui.
- Oh! oh!, mormorò sorpreso, Ecco che la mia stanchezza mi è di nuovo addosso; non riesco a camminare! Che significa tutto ciò?
Attraverso l'apertura, Aramis lo vedeva e non comprendeva perché si fermasse a quel modo.
- Venite, Porthos!, gridò Aramis, Venite! Venite, presto!
- Oh!, disse il gigante, facendo uno sforzo che tese vanamente ogni muscolo del suo corpo, Non ci riesco.
Alexandre Dumas, Il Visconte di Bragelonne.
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