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venerdì 27 marzo 2015

Fuga da Via Tacito (ode alla leggerezza)


“That was fun yesterday
When you raged watered
But today’s a working day
And tonight’s a school night”
(Kurt Vile - Take Your Time)

La notizia che anche il caro Emilio è diventato papà mi ha spinto, ieri pomeriggio, a cercare qualche sprazzo di leggerezza.

Avendo qualche minuto a disposizione in ufficio, mi sono fiondato immediatamente alla ricerca dell’esempio di leggerezza più concreto ed allo stesso tempo intangibile che io conoscessi. Sentivo di aver bisogno di una leggerezza ideale, paradigmatica, irreplicabile. Desideravo allontanarmi per qualche ora, per qualche anno, da Via Tacito, dove lavoro, e tornare indietro nel tempo, sperando di ritrovarmi ad un certo punto nella taverna di casa di Emilio a San Saba, al piano sotterraneo, dove passavamo spesso i pomeriggi a giocare con la palla di spugna ed il grande camino era la porta che a turno difendevamo.

In pochi minuti mi sono avventato su un bellissimo video del “Mundo Deportivo” di diversi anni fa, che raccoglie tutti i gol di Ronaldo in casacca blaugrana con commento in catalano.

Non starò qui a descriverli uno per uno, sono noti a tutti e su di loro si è già scritto moltissimo.

Ho trovato la leggerezza che cercavo dopo appena 6 minuti e 32 secondi dall’inizio della riproduzione. E’ Betis-Barcellona, è il gennaio del 1997.

Dopo una strana carambola e qualche tocco incerto, O Fenômeno intercetta di sinistro un violento passaggio (forse di Giovanni, forse di un Luis Enrique quel giorno ispiratissimo autore di una tripletta) a 40 metri dalla porta e, come avesse una calamita sullo scarpino, inizia a controllare la sfera e ad avanzare in obliquo. Si fa quindi passare la palla in mezzo alle gambe per disorientare gli avversari in doppio passo e, ai 30 metri, decide di innescare la magia.

Lo scatto sotto la curva del Benito Villamarín è bruciante mentre il crocifisso del brasiliano sobbalza al ritmo del cuore sotto sforzo, simulando il folle andamento delle sinusoidi dell’encefalogramma di chi sta rinascendo dopo 75 minuti di insulti, di cabròn urlati a squarciagola. Per un attimo la sua classica esultanza, il gancio destro al cielo con il pugno ben chiuso. Poi, all’improvviso, la leggerezza, la giovinezza, l’inesperienza, l'istinto: l’indice destro sulle labbra serrate in un interminabile invito al silenzio rivolto alla platea andalusa, Giovanni che lo raggiunge e tenta inutilmente di distrarlo, di farlo ritornare in sé. Ronaldo ansima, ha fatto un bello scatto, è senza fiato, ma non per questo allontana il dito da quelle labbra che in quei giorni baciano con passione la bella Suzana.


Arrivano Popescu e Ferrer, Nadal e Luis Enrique, lo avvolgono, lo abbracciano, ma in realtà intendono solo allontanarlo dalla linea di fondo. Lui sguscia via e appena è di nuovo da solo si porta nuovamente l’indice sulla bocca, stavolta rivolto verso un altro settore dello stadio.
Lo raggiunge anche Figo che lo afferra bruscamente dalla collottola per portarlo al cospetto di Pep Guardiola e farlo uscire definitivamente dal trance. E’ il capitano in pectore stavolta ad alzare il ditino e la voce, a scuoterlo, a richiamare la sua concentrazione, a riportarlo con la mente e con il corpo sul terreno gelato del Villamarìn con una vivace ramanzina, forse una delle prime serie lavate di capo per il ragazzo di Rio.

Ho sempre avuto un debole per i giocatori che zittiscono lo stadio altrui dopo una rete, anche se non saprei spiegarne il motivo. Probabilmente lo trovo un gesto liberatorio, come fosse qualche istante di meritata rivalsa concesso dal destino allo spauracchio di giornata, a chi sapeva che sarebbe stato complicato e che però ce l’ha fatta comunque, anche se poi, in fondo, non è servito a nulla. Un breve rituale pagano. Come la danza indiana di Luiso a Stamford Bridge, come il girotondo di Batistuta al Camp Nou.

In verità, quel gesto compiuto da Ronaldo ha avuto il potere di catturare la mia attenzione non tanto per il suo effetto intimidatorio sul pubblico quanto per la sua causa, per il fatto d'essere stato partorito da chi un gesto del genere non era abituato a farlo, da un ragazzo tutto sommato rispettoso e presente a se stesso e che forse lo replicherà in una sola altra occasione in carriera. Il desiderio del Fenomeno di liberarsi per un istante delle sue pressanti responsabilità verso i compagni e verso il pubblico, esattamente come stavo cercando di fare io stesso ritagliandomi qualche minuto nell'ennesimo, monotono, interminabile, pomeriggio di lavoro e di pressioni.

Ronaldo era paradigma di leggerezza, del potere di far svanire il proprio corpo e riuscire a traslarlo in pochi istanti dall’altra parte del campo, alle spalle della linea di difesa avversaria.

In un pomeriggio di fine marzo del 2015 il Fenomeno mi ha riportato nella taverna di Emilio, davanti al camino, il nostro improvvisato terreno di gioco da un lato e l’Amiga 500 acceso dall’altro. Non c’erano figli all’orizzonte, non c’erano doveri, c’erano solo le nostre partite e le pizzette rosse del forno della piazza di San Saba.

Poco prima di tornare a concentrarmi sul lavoro, ho trovato casualmente una foto di Ronaldo che non avevo mai visto. E' la foto del penalty che permise al Barca di sconfiggere il PSG e di portare a casa la Coppa delle Coppe ’97.



Il Fenomeno ha appena iniziato la rincorsa nella lunetta e si appresta a calciare. Qualcuno dagli spalti ha lanciato verso di lui un fumogeno che inspiegabilmente, a causa dell’effetto prospettico della foto, non appare minaccioso. E’ più simile ad una stella cometa, scagliata dalla sfera celeste a santificare quel momento e quella vittoria, a glorificare me, Emilio, il piccolo Agostino e la nostra antica leggerezza.

martedì 28 giugno 2011

Copa America

L'Argentina con l'attacco devastante. Il Brasile con la classe anni Novanta. La Colombia sognatrice. Il Paraguay in linea di difesa. Parte la Copa. Tra giovani promesse e disillusioni di sempre. Grandi stadi e inni. Le orme di Ronaldo e Francescoli. Di Diego e Crespo. Tutto in venti giorni.

GRUPO A

Argentina - Facciamo i conti: Higuain, Messi, Aguero, Tevez, Milito, Lavezzi e Di Maria. A chi è abituato a Mauri e Matri la lista fa un certo effetto. Il problema di coach Batista però rimane sempre lo stesso: integrare Messi in un sistema potenzialmente pazzesco senza cedere alla tentazione di far decidere ogni istante di partita alla Pulce. Leo come Diego e più di Diego è un errore. Leo come alternativa è tutto un altro discorso. Obiettivo numero uno, spodestare il Brasile dal trono continentale. Cancellare il 3 a 0 incassato nell'ultima finale.

Colombia - La sorpresa annunciata. Falcao e Rodallega guidano il nuovo che avanza in Sudamerica. Partire da probabile rivelazione è però rischioso. Da tenere d'occhio Jackson Martinez, punta dei Giaguari del Chiapas e l'udinese Armero. Il girone è quantomai abbordabile. Non steccare è un obbligo.

Costa Rica - Non facciamoci illusioni. La concomitanza della Gold Cup (vinta dal Messico con un gran gol di Dos Santos) ha portato i centroamericani in Argentina con una rosa sperimentale. La Volpe ci crede, ma i tempi di Wanchope sono lontani. Servirà un pò di fortuna. Nel frattempo il portiere titolare Esteban Alvarado è fuggito dopo essere stato accusato di aggressioni e tentato omicidio.

Bolivia - Assolutamente non replicabile l'exploit (in casa) del 1997 firmato Etcheverry e stroncato in finale dal Brasile di Ronaldo. La Bolivia parte con l'etichetta di compagine più debole. I blocchi Oriente Petrolero e Blooming non sembrano affidabili, viste anche le derrotas di questi club in Libertadores. L'ambientazione al livello del mare è un fattore a sfavore. Solo la maglia col condor sul cuore rimane bellissima.

Calendario 1 Luglio 2011 alle 21.45 Argentina-Bolivia a La Plata 2 Luglio 2011 alle 15.30 Colombia-Costa Rica a San Salvador de Jujuy 6 Luglio 2011 alle 21.45 Argentina-Colombia a Santa Fe 7 Luglio 2011 alle 19.45 Costa Rica-Bolivia a San Salvador de Jujuy 10 Luglio 2011 alle 16.00 Colombia-Bolivia a Santa Fe 11 Luglio 2011 alle 21.45 Argentina-Costa Rica a Cordoba

GRUPO B
Brasile - La rifondazione di Mano Menezes dopo l'era Dunga. La fantasia dopo i moduli quadrati in stile 1994. La puntata è su Neymar, il mohicano in orbita Real Madrid che ha steso il Penarol in finale di Libertadores. Lucas e Ganso a rimorchio. Il resto sono i nomi di sempre: Robinho, Alves, Pato e Thiago Silva.. Chi più ne ha più ne metta. Non troppi però.. che da queste parti giriamo con Balzaretti e potremmo offenderci.
In primis, confermare le vittorie delle edizioni precedenti. Nel frattempo, porre le basi per il Mondiale in casa.

Ecuador - Le stelle sono Noboa del Rubin Kazan e Valencia del Manchester United. La religione del 4 4 2 dovrà fare il resto.

Paraguay - Assieme all'Uruguay, una delle squadre che ha più impressionato all'ultimo Mondiale. Compatta, tattica e attenta ad ogni fase di gioco. Barrios del Borussia, Benegas del Rubio e Lugo del Boca. I guaranì puntano in alto. Si preannuncia un Quarto di Finale proprio contro la Celeste.

Venezuela - Da sempre quella in cui giocò Massimo Margiotta è la squadra più' indecifrabile del pianeta. Non ho idea di chi siano i giocatori. E la maglia "vinotinto" per me e' orribile.

Calendario 3 Luglio 2011 alle 16.00 Brasile-Venezuela a La Plata 3 Luglio 2011 alle 18.30 Paraguay-Ecuador a Santa Fe 9 Luglio 2011 alle 16.00 Brasile-Paraguay a Cordoba 9 Luglio 2011 alle 18.30 Venezuela-Ecuador a Salta 13 Luglio 2011 alle 19.15 Paraguay-Venezuela a Salta 13 Luglio 2011 alle 21.45 Brasile-Ecuador a Cordoba

GRUPO C

Uruguay - Parliamoci chiaro: la Celeste di Cavavni e Forlan è da impazzire. Finalmente una vetrina importante per il classe '90 Ramirez e il capo del centrocampo rossoblù Perez dopo una stagione fatta di alti e bassi. L'unico ostacolo verso la Finale dovrebbe essere il Paraguay. Dalle parti di Montevideo sognano. Dal 1995. Dai tempi di Enzo.

Cile - Comunque vada, la Copa America alzerà il prezzo del cartellino di Alexis Sanchez. Gli occhi sono tutti puntati sul nino di Tocopilla classe '88. Tra i convocati anche diversi italiani: Jimenez del Cesena, Isla dell'Udinese e Pinilla del Palermo. Teniamo d'occhio Vidal del Leverkusen (mezza Europa su di lui) e Gary Medel (ex Boca ora a Siviglia).

Messico - Vale il discorso fatto per il Costa Rica. Non aspettatevi Chicharito o Marquez o Dos Santos: vedrete un under 23 sperimentale.

Perù - Una Nazionale che deve ritrovarsi. Un'intera generazione bruciata (quella di Farfan, Guerrero e Pizarro) e poca gente con i piedi buoni. Vargas è reduce da uno strappo muscolare e potrebbe non esserci per le prime partite (il 4 luglio contro l'Uruguay e l'8 contro il Messico).

Calendario 4 Luglio 2011 alle 19.15 Uruguay-Peru a San Juan 4 Luglio 2011 alle 21.45 Cile-Messico a San Juan 8 Luglio 2011 alle 19.15 Peru-Messico a Mendoza 8 Luglio 2011 alle 21.45 Uruguay-Cile a Mendoza 12 Luglio 2011 alle 19.15 Cile-Peru a Mendoza 13 Luglio 2011 alle 21.45 Uruguay-Messico a La Plata

* * *
La caccia al Brasile è aperta. Io tifo Perù.

mercoledì 2 febbraio 2011

LIBERTADORES 2011

Qualche mese fa, all'Estadio Beira-Rio di Porto Alegre, il triondo dell'Internacional sul Guadalajara nella Libertadores 2010. La squadra messicana non riusciva a rimontare la sconfitta patita in casa nella finale di andata, complice la cessione di Chicharito Hernandez e la straordinaria prestazione di Giuliano e D'Alessandro. Per la seconda volta nella sua storia il Colorado si laureava campione del Sudamerica. Ora gli undici di Celso Roth devono difendere un titolo ambito da gelose corrazzate brasiliane, blasonatesquadre argentine, sfrontate cenerentole e nobili trionfatrici del passato.
Gruppo 1 - Club Deportivo Universidad de San Martín de Porres (PER), Club Libertad (PAR), Corporacion Deportiva Once Caldas (COL) e San Luis Futbol Club (MEX) I peruviani sono senza dubbio la Cenerentola del Sudamerica. La squadra è stata fondata nel 2004. Cenerentola agguerritissima in ogni caso, visto che in pochi anni ha già vinto tre campionati nazionali (Campeonato Descentralizado, si chiama la principale competizione nazionale peruviana) e maturato buona esperienza sia nella Copa Sudamericana che in Libertadores. Los Santos non hanno pescato bene, però. I paraguaiani del Libertad l'anno scorso hanno impressionato per il gioco e la sfrontatezza, arrendendosi solo ai quarti ai messicani del Guadalajara, poi finalista. L'Once Caldas proverà a far meglio della scorsa stagione e a vendicarsi dello schiaffo ricevuto proprio dalla Libertad agli Ottavi. I gialloblu del San Luis, con il neo acquisto Wilmer Aguirre, partono senza i favori del pronostico, difficile che sorprendano Libertad e Once.

Gruppo 2 - Corporación Popular Deportiva Junior (COL), Club Oriente Petrolero (BOL), León de Huánuco (PER) e Gremio Foot-Ball Porto Alegrense (BRA) A mio avviso, girone equilibratissimo. Specie per quanto riguarda Junior, Oriente Petrolero e Huanuco. Lo Junior punterà sul fattore stadio, essendo il Metropolitano di Barranquilla una delle cornici più suggestive della Libertadores di quest'anno. L'Oriente, campione nazionale in faccia al Bolivar, sogna una storica qualificazione, mentre los Cremas di Huanuco non hanno nulla da perdere. Favoritissimo, nonostante lo smacco per la vicenda Ronaldinho, il Gremio di Rochemback allenato da Renato Gaucho, che nei preliminari ha fatto fuori il Liverpool di Montevideo.

Gruppo 3 - Asociasion Atletica Argentinos Juniors (ARG), Club Nacional de Football (URU), Fluminense Football Club (BRA) e Club America (MEX) Girone di ferro. Le favorite sono Fluminense, che si presenta ai nastri di partenza con Deco, Fred e Belletti, e Argentinos Juniors. Gli argentini di Troglio (anche Ascoli, Lazio e Verona nella carriera da calciatore) vogliono replicare la Copa del 1985 e sfoggiano nel palmares un combattutissimo Clausura 2010. America e Nacional sono pronte a mettere i bastoni tra le ruote alle più blasonate rivali. I messicani sono senza Salvador Cabanas, ma hanno dalla loro lo stadio Azteca e una maglietta da sempre bellissima. Gli uruguaiani una storia imponente (42 campionati nazionali, 3 Libertadore e 3 Intercontinentali).

Gruppo 4 - Caracas Futbol Club (COL), Club Deportivo Universidad Catolica (CHI), Club Atletico Velez Sarsfield (ARG) e Club Bolivar (BOL) / Union Espanola (CHI) Il Velez parte strafavorito. In difesa il momunmento Emiliano Papa e in attacco Santiago "el Tanque" Silva, al momento una delle migliori punte argentine. Il Caracas ha una forte esperienza in Libertadores. Solo l'anno scorso ha mancato la qualificazione per gli sgambetti di Deportivo Italia e Indipendiente di Medellin. Negli occhi dei tifosi ancora i Quarti del 2009 contro il Gremio. La Catolica è allenata da una vecchia conoscenza: Juan Antonio Pizzi. Qualche anno in Europa con le maglie, tra le altre, di Barcellona e Tenerife. La quarta del Gruppo verrà dallo scontro tra la superpotenza boliviana e i cileni con la maglia della Spagna.

Gruppo 5 - Santos Futebol Clube (BRA), Colo-Colo (CHI), Deportivo Táchira Futbol Club (COL) e Club Cerro Porteño (PAR) / Deportivo Petare (VEN) Il Santos ha quattro giocatori fortissimi. Keirisson (che in Europa fa male ma in patria gioca da fenomeno), Neymar, Elano e Paulo Henrique Ganso. Quest'ultimo è, a mio avviso, quanto di meglio in Sudamerica. Tecnica sublime, fisico e senso del gol. L'unico difetto è che costa già troppo. Voci di corridoio parlano di un'offerta del Lione di 20 Milioni rifiutata. Colo-Colo e Tachira e si giocano quel che rimane. Un gradino sotto l'ultima pretendente ai quarti: all'andata vittoria del Cerro Porteno in Venezuela, stanotte la replica al General Pablo Rojas di Asuncion.

Gruppo 6 - Sport Club Internacional (BRA), Club Jorge Wilstermann (BOL), Club Sport Emelec (ECU) e Jaguares de Chiapas (MEX) Favorito d'obbligo il Colorado campione uscente. Stessa formazione dell'anno scorso con Fabian Guedes "el General" Bolivar e Sorondo dietro, Tinga, D'Alessandro (fresco pallone d'Oro del Sudamerica) e Guinazù in mediana e Alecsandro e Sobis davanti. In più, qualche giorno fa è arrivato dal Maiorca Cavenaghi. Anche alla luce del bel turno preliminare contro l'Alianza Lima, alle spalle dei brasiliani vedo los Felinos del Chiapas. O meglio, non vedo bene Wilstermann ed Emelec.

Gruppo 7 - Club Estudiantes de La Plata (ARG), Club Guaraní (PAR), Cruzeiro Esporte Clube (BRA) e Corporacion Club Deportes Tolima (COL) Altro girone di ferro. Nonostante la partenza di Mauro Boselli l'Estudiantes continua ad avere una formazione pazzesca (tra gli altri, Brana, Perez e Roncaglia). L'incognita è una sola ed è legata all'età di Juan Sebastian Veron, Capitano e anima della squadra. Il Cruzeiro, da par suo, in Libertadores è sempre una bestia difficile da affrontare. Se n'è andato Kleber (7 gol nella scorsa edizione) ed è arrivato Ernesto Farias (forse qualcuno se lo ricorda a Palermo). Rimane Thiago Ribeiro, capocannoniere della Libertadores 2010. Da non sottovalutare il Tolima, che nei preliminari ha rispedito a San Paolo il Corinthians di Ronaldo e Roberto Carlos. La ferita dell'anno scorso - eliminazione per mano del Flamengo di Adriano e Vagner Love - non vuole proprio rimarginarsi. Il Guaranì di Asuncion ha il calendario più favorevole, con le ultime in casa. E' una mia vecchia teoria che nei gironi di ferro ci guadagnino sempre le piccole dagli scontri tra le favorite. Fossi nei paraguaiani, non partirei sconfitto. Una curiosità: nell'Estudiantes si sta facendo le ossa un ragazzino di nome Marco. Figlio di un certo Enzo Francescoli.

Gruppo 8 - Liga Deportiva Universitaria de Quito (ECU), Club Atletico Peñarol (URU), Club Deportivo Godoy Cruz Antonio Tomba (ARG) e Club Atletico Independiente (ARG) La storia dice Indipendiente (7 le Libertadores nella bacheca del Diablo Rojo) e Penarol (5 le affermazioni per i Carboneros). La compagine di Quito, però, ha portato a casa la Copa nel 2008, battendo ai rigori la Fluminense al Maracanà di Rio de Janeiro. Gli undici di Godoy Cruz proveranno a regalare qualche sorpresa guidati dal portiere Torrico e dal "Negro" Nicolas Olmedo.

Le partite dei Gruppi a partire dalla metà di febbraio. La finale a giugno. Le mie preferenze: Jaguares de Chiapas, Oriente Petrolero e Club America.

giovedì 6 maggio 2010

LIBERTADORES 2010 - Ottavi / Quarti

[Vagner Love]
Il sogno si è infranto. Il Timao è eliminato dalla Copa Libertadores 2010, principale obiettivo stagionale per la corrazzata di Ronaldo, Roberto Carlos &Co.
A scrivere la parola fine sul cammino del Corinthians è una vecchia conoscenza del calcio russo: Vagner Love. Un autogol aveva spianato la strada per la rimonta (all'andata era finita 1 a 0 per il Flamengo, con gol di Adriano su rigore), Ronaldo aveva poi raddoppiato, ma ad inizio ripresa ecco il gol dell'attaccante-amatore di Rio de Janeiro.
Il Flamengo ai Quarti attende ora la vincente tra Universidad de Chile e Alianza Lima. Possibile una rimonta dei peruviani in casa visto il magro vantaggio accumulato dai cileni all'andata (1 a 0, Rivarola).
L'altro Quarto della parte alta del tabellone è completo per metà. Il Guadalajara ha, infatti, eliminato il Velez Sarsfiled in virtù del 3 a 0 dell'andata. Gli argentini sfiorano un'impresa storica, ma la vittoria con due reti di scarto (prima Santiago Silva e poi Rolando Zarate) non è sufficiente.
Sfiderà la squadra messicana la vincente tra Libertad (PAR) e Once Caldas (COL). All'andata, ad Asuncion, reti inviolate.
Per quanto riguarda, invece, la parte bassa del tabellone, si affronteranno Cruzeiro ed Sao Paulo che hanno eliminato, rispettivamente, Nacional di Montevideo (aggregate di 6 a 1 imbarazzante per gli uruguayani e Thiago Ribeiro che scalza Kleber in vetta alla classifica marcatori) ed Universitario (PER).
Chiude l'Estudiantes -facile passaggio del turno contro i messicani del San Luis- che aspetta una tra Internacional di Porto Alegre e Banfield. Favoriti gli argentini in virtù del 3 a 1 di una settimana fa.
ps: pronostico mio personale per la vittoria finale: Flamengo / Cruzeiro / vincente Once Caldas-Libertad. Una finale Flamengo - Cruzeiro è, comunque, più che probabile.