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giovedì 2 aprile 2015

Guida Galattica allo US Soccer #14


Islands of Adventures

Perché Orlando si chiami Orlando non è ad oggi ancora ben chiaro. Sappiamo che ad inizio Ottocento il principale insediamento della zona si chiamava Jernigan, da Aaron Jernigan, un mandriano che era riuscito a far suoi diversi terreni grazie al Florida Armed Occupation Act. Sappiamo che la leggenda vuole prenda il nome da Orlando Reeves, una sentinella americana che perse la vita durante una delle guerre contro i Seminole e che i discendenti di tale Orlando Savage Rees dichiarano che quel nome viene dal loro avo che possedeva terreni su terreni tra Florida e Mississipi.
Com’è come non è, Orlando è un bel nome per una città, suona bene in inglese.

Nel mondo Orlando è conosciuta come la capitale dei parchi di divertimento. Oltre ai quattro parchi tematici della Walt Disney (Magic Kingdom, il primo ad essere costruito, quello con il Cinderella Castle, per intenderci, Epcot, dedicato alla scienza, i Disney’s Hollywood Studios, Animal Kingdom, il secondo parco più grande al mondo e la Typhoon Lagoon), Orlando e dintorni offrono Sea World, Gatorland, il Wet ‘n Wild e la galassia di parchi Universal, che ricomprende il CityWalk Orlando, Islands of Adventures e gli Universal Studios Florida. Per i non amanti dei parchi tematici, meritano forse una visita l’Osceola County Welcome Center (Osceola era il più valoroso tra i capi Seminole) o i tanti shopping mall (tra questi, il Millenia) o il Lake Eola. Non credo comunque che Orlando sia una meta per chi non ama i parchi tematici, sinceramente.

Sono di Orlando Jack Kerouac, Wesley Snipes, per noi, Blade, e la drag-queen Tyra Sanchez. Orlando accoglie, inoltre, una delle comunità ispaniche più importante degli U.S.A. in virtù della forte immigrazione portoricana e cubana.

Ricardo Izecson dos Santos Leite - Kaka

La storia dell'Orlando City Soccer Club inizia a Austin, Texas. I colori sono il bianco ed il rosso dell'Austin Aztex F.C., club di proprietà di Phil Rawlins, fino a qualche tempo fa azionista dello Stoke City, e impegnato nella seconda e terza divisione americana. Nel 2010, Rawlins decide di spostare la franchigia in Florida, ad Orlando, appunto, dove il soccer manca dai tempi dei Miami Fusion e dei Tampa Bay Mutiny. Con l'occasione, la franchigia cambia nome, diventando Orlando City S.C., colori, viola e bianco, e annuncia l'intenzione di prendere parte alla Major League Soccer nel giro dei successivi 5 anni.

Quella da poco iniziata è la prima stagione dell'Orlando City in Major League Soccer. E l'inizio è di quelli buoni. Lo scorso febbraio è stata presentata anche la nuova mascotte, Kingston (a dire il vero un pò criticata per i colori sbiaditi) e i primi di marzo ha preso il via la Orlando City Purple Pride, una corsa dei supporters del club per tutta downtown Orlando.

In rosa figurano giocatori del calibro di Brek Shea (ex Stoke City e Birmingham City), Sean Patrick St Ledger (ex Boro, Milwall e Ipswich Town) e Kaka, con tanto di fascia di Capitano al braccio. Un pareggio all'esordio contro il New York City e una vittoria alla seconda giornata a Houston contro la Dynamo. Poi la sconfitta al Citrus Bowl - in attesa del nuovo stadio a downtown, a due passi dall'Amway Center, dove giocano i Magic di Victor Oladipo e Nikola Vucevic - contro Vancouver e il buon pareggio a Montreal. La stagione promette bene, l'esperienza di head coach Adrian Heath è quello che serve.

Qui trovate la sintesi del pareggio con Montreal, caratterizzato da fasi difensive rivedibili.
La squadra ha anche un profilo Instagram e un profilo Twitter.
 
Conch fritters

Una gita ad Orlando è l'occasione per assaggiare qualche specialità floridana, latinoamericana e vietnamita. Per iniziare fried gator tail e conch fritters. La fried gator tail è servita alla maniera del Sud tipo nuggets e accompagnata da salsa piccante. Una buona alternativa può essere il gator tail piccadillo: la carne viene cotta assieme a spezie di vario tipo e servita con riso e verdure.
Conch - che si pronuncia "konk" - è invece lo strombo, un mollusco di media grandezza. I conch fritters sono un piatto di origine bahamense. La carne viene panata in una maniera particolare (generalemente alla panatura si aggiunge la cipolla, il peperone e la cayenna) e fritta prima di essere servita con salsa tartara.
Non mancate una fetta di key lime pie: simile, nell'aspetto, alla cheesecake, con la quale condivide la base di biscotti sbriciolati imburrati, è un'esplosione di crema di lime e panna che passa prima al forno e poi per diverse ore in frigorifero.

Se non potete rinunciare al classico burger, tre mete imperdibili: that one spot, sulla West Colonial Drive in direzione Clermont (le foto parlano chiaro), Burger Craft, prima di Clermont, sul Lake Minnehaha, e BurgerFi (il più vicino è a Windermere), dove servono i panini con sopra grigliato il nome o con la lattuga al posto del pane.

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Classifiche
Eastern Conference New York Red Bulls 7, D.C. United 6, New York City FC 5, Orlando City SC 5, New England Revolution 4, Columbus Crew SC 3, Toronto FC 3, Chicago Fire 3, Montreal Impact 2, Philadelphia Union 2 Western Conference FC Dallas 10, Vancouver Whitecaps FC 9, San Jose Earthquakes 6, LA Galaxy 5, Real Salt Lake 5, Houston Dynamo 5, Sporting Kansas City 5, Seattle Sounders FC 4, Colorado Rapids 3, Portland Timbers 3
Top scorers 3 reti: Fanendo Adi Portland Timbers, Clint Dempsey Seattle Sounders FC, Blas Pérez FC Dallas, Octavio Rivero Vancouver Whitecaps, Chris Wondolowski San Jose Earthquakes; 2 reti: Jozy Altidore Toronto FC, Fernando Aristeguieta Philadelphia Union, Kaká Orlando City SC, Robbie Keane LA Galaxy, Obafemi Martins Seattle Sounders FC, Ike Opara Sporting Kansas City, Kelyn Rowe New England Revolution, Lloyd Sam New York Red Bulls, Bradley Wright-Phillips New York Red Bulls.

mercoledì 2 dicembre 2009

JFK brasiliano

Secondo voi Kaka ha ancora interesse a giocare a calcio? mi pare che la sua anima da impiegato di banca stia prendendo il sopravvento sul suo indiscutibile talento. Chi mi conosce sa che sono sempre stato leggermente critico nei confronti del buon Ricardo, ma non vi sembra che forse la poca fame che aveva non l'abbia già appagata in questi anni? Io sono sempre più convinto che Kakà diventerà presidente del Brasile, oramai il suo posto è all'ONU più che al Bernabeu.