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giovedì 23 maggio 2013

Lassame perde


In vista del derby più derby che c'è, l'imperativo è tenere bassi i toni. Lo dicono tutti: presidenti di vario genere, prefetti, sindaci ed alti prelati. Anche i commentatori TV ripetono questo ritornello da più di un mese.

Mi allineo a questa saggia valutazione. Low profile, è solo una partita di calcio in fin dei conti.
Che poi del portaombrelli a noi che ci frega? Sarebbe la decima, garantirebbe l'accesso all'Europa League ed alla Supercoppa Italiana contro la Juventus, ma ci importa davvero?

In ottemperanza a tale indicazione negli ultimi giorni avviene che i presidenti dei club capitolini vengono invitati da Papa Francesco per una benedizione (o estrema unzione).



Ma - dico io - a voi sembra una cosa normale? Sottacendo ogni valutazione di carattere religioso o politico - farei chiudere il blog in 9 secondi netti, roba che neanche Usain Bolt - vi sembra normale che il Papa, il  vicario di Cristo sulla Terra, debba benedire il derby della Capitale!!!!???

Una roba del genere sembra uscita da un film di Monicelli,  con l'affabile James "core de roma" Pallotta nelle vesti di Onofrio del Grillo. 

Stempera i toni anche un lampadatissimo candidato sindaco, che  parla di "lutto nazionale" in caso di macata vittoria della Roma.

Anche la gestione dell'evento è stata all'insegna del minimalismo:  sono stati preallertati circa 2000 poliziotti per la partita ed allestiti presidi in tutte le piazze principali della città.

Clima rilassato, non c'è che dire.

Qualche genio pensa inoltre di invitare questo tizio a cantare prima della partita.




Più che di cori razzisti, lunedì si parlerà dell'iniqua spartizione delle membra del malcapitato tra i capi ultras dei vari gruppi delle due fazioni. Se avanzano, gli occhiali sono miei.

 ***

Nel mio piccolo anche io mi sono attenuto alle direttive e - pertanto - la vivo con un certo distacco.

Devo confessare però che alcuni effetti collaterali li ho notati.
Alle 7 non mi serve più la sveglia. Il caffè non posso berlo. Fumo come Funari e bevo come Fred Buscaglione.
E poi ascolto tanta radio, leggo quotidiani e aggiorno compulsivamente stupidi siti che parlano di entrambe le squadre.

Capita poi che in una piovosa pausa pranzo, mentre vado a caccia di boxer per una nota via di Roma Sud (per inciso, siano maledetti quei cinesi chic che hanno chiuso la catena di negozi da cui mi rifornivo da 20 anni) incontro Daniele De Rossi.

Tripudio. Mi emoziono molto. Non è grasso come sembra. Trovo coraggio e mi avvicino.

"Daniè - farfuglio visibilmente emozionato - mi raccomando per domenica".

Mi guarda con un aria un po' stravolta (cit.) e mi dice "Lassame perde, so'n fascio de nervi."

Resto di sasso. La faccia era quella di chi soffre come un cane. Per intenderci, quella del pischeletto della salumeria sotto casa che tra una consegna e l'altra canticchia "..sei fantastica, superfantastica.." in motorino, con il casco all'altezza della nuca ed i gomiti larghi.

Mi allontano. Ora si che sono sereno.

Per dovere di cronaca, non trovo le agognate mutande. Pare che a Roma Sud i boxer non si usino più.

Peccato, per i prossimi tre giorni avevo stimato che me ne servissero almeno 7 paia.

Quello che segue è un piccolo pensiero a quelli dall'altra parte dello stadio. Penso che il loro umore sia pressoché lo stesso che ho io.