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mercoledì 20 marzo 2013

Il miele e la medicina

Avete presente l’estate? In Liguria è la prova che esiste un Dio maligno e malvagio, proprio come pensava Cartesio.
Turisti, caldo, ospitalità forzata: insomma, un qualsiasi albergatore di Alassio preferirebbe una stilettata al cuore che l’apertura della stagione turistica. Ma l’estate del 2012, per me, è stata tutta un’altra musica.
L’intervallo di tempo tra il 18 ed il 28 Agosto, per me, ha avuto un sapore amaro: per fortuna che c’è la Samp.
Si, infatti la Samp ha alleviato le mie pene spirituali.
Catarsi blucerchiata, e Gaetano  Berardi a suonare l’arpa.
Arriviamo alla sera del 20 Agosto 2012. Caldo, afa, umidità. 95Kg di persona spiaggiati su un letto fradicio di sudore. In TV, Sportitalia: di solito si vede la Ligue 1, o il football americano, o le V8 Superstars.
Per me, invece, era un ritorno al passato.

20 Maggio 1992, Ronald Koeman dice no. 

Io sono nato nel 1995, quindi ho visto l’ultima Samp di Paolo Mantovani (scomparso nel 1993) lasciare la scia e schiantarsi come un aereo senza controllo per un rigore che, chissà, forse non c’era.
Non ricordo cosa successe in finale di Coppa delle Coppe ’89, o tantomeno nell’ultima partita di Coppa Campioni ’92: solo lacrime amarcord, di chi ha avuto il coraggio di ripartire da zero e la codardia di non diventare nessuno.
Chi cazzo erano Pagliuca, Vierchowod, Vialli, Pellegrini, Mannini, Mancini, Cerezo? Eroi di una poesia interrotta senza lieto fine, Cappuccetto Rosso mangiata dal lupo e il cacciatore smarrito nel bosco.
Ho vissuto la risalita in A, e poi Brema, Eindhoven, Kharkiv.
E poi Brescia, Cesena, Palermo.
Poi le lacrime, di farabutti pagati, di rigori sbagliati, di gente che non segna mai e argentini che non lo sapevano.
Inferno, Gubbio-Castellammare-Nocera.
Sassuolo e Varese, un eroe della favola a lieto fine cacciato come l’ultimo dei pezzenti.
E infine Barcellona, palinsesto di Sportitalia, ore 20:30: da una parte i miei eroi, dall’altra parte i miei incubi.

La gratitudine, questa sconosciuta.

Non è una partita come le altre, non ci sono né Coppe Europee né Campionati: solo un pezzo di metallo ben forgiato, messo in palio da una delle squadre più forti della storia, che ti ospita mettendo a repentaglio la tua credibilità a livello internazionale.
Finto come un cenone di Natale coi parenti che non vedi da una vita, e ti chiedi perfino cos’hai in comune con una 55enne chiattona coi leggins leopardati che millanta pure di essere vestita elegante.
Al tavolo sono seduti Romero, Berardi, Gastaldello, Rossini, Costa, Soriano, Tissone, Obiang, Juan Antonio, Maxi Lopez, Estigarribia: sapore di vendetta.
E infatti, passa un minuto e Roberto Soriano raccoglie un ghiotto assist di Pedro Obiang e di testa spiazza Pinto, 1-0. Wembley è ripagata.
Poi, 89 minuti di tiki-taka, sostituzioni, terzini col QI di Peter Griffin che fermano capocannonieri di Mondiali e triplice fischio. Nel tempio del calcio, una squadretta neopromossa batte la (seconda) squadra più forte del Mondo. Ho visto un pezzo di storia.

Daniele Gastaldello felice come una Pasqua.

La storia continua: sbronze, serate storte, amori finiti o manco iniziati, Serie A.
26 Agosto 2012: tra Genovesi e Milanesi non scorre buon sangue, solo un’autostrada.
C’è chi si lamenta delle nostre cittadine sul mare, dei nostri gelati o della nostra ospitalità.
Avete mai visto un Genovese in vacanza a San Siro? Io si.
I soliti (Romero, De Silvestri, Gastaldello, Rossini, Costa, Berardi, Obiang, Tissone, Poli, Estigarribia, Eder, Krsticic), di fronte al “club più titolato e meno modesto del Mondo, che non ha i soldi per comprare uno meglio di Constant.”
Calci, pugni, turbanti insanguinati, corner.
Alla fine è 0-1, e quella sera più tardi avrei perso pure il mio portafogli.
E da qui qualche partita vinta, un po' di pareggi, crisi d’identità, predestinati che esplodono sul campo e spazzano via allenatori con la forza d’urto.
Un altro anno matto, come ormai siamo abituati a vivere.