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venerdì 31 maggio 2013

Literaria: "Manicomio Football Club". Storie di campioni e colpi di testa.



Ci sono tutti (o quasi) e se non li abbiamo vissuti ne abbiamo comunque sentito parlare. Ci sono tutti (o quasi) e Andrea Romano ci racconta le loro storie con involontaria devozione, evitando di esaltare le loro bravate, al contempo evitando anche di giudicarle. Manicomio Football Club (Andrea Romano - Zero 91 - 2013): 16 storie 16 di artisti del pallone e della provocazione, di macellai tutta grinta e tacchetti, di chi ha fatto la storia in campo ma anche fuori, di chi è diventato idolo incontrastato della propria tifoseria e nemico numero 1 di tutte le altre.

Il calcio non è solo una punizione a foglia morta, un colpo di tacco, uno scavetto (perchè si chiama "Scavetto" e non cucchiaio) ma anche una reazione eccessiva, un'esultanza provocatoria, un cartellino rosso al momento giusto. Un libro che racconta l'uomo più che l'atleta e lo fa tuffandosi nelle loro storie, nei loro vizi e nelle loro debolezze, nei loro "Colpi di testa" senza però mai mancare di rispetto. Un libro che parte da Harald Schumacher e dalla sua leggendaria uscita che quasi costò la vita a Patrick Battiston, commentata dallo stesso con un sarcastico: "Battiston ha perso due denti? Può stare tranquillo, gli regalerò una dentiera d'oro", che continua raccontando la vita di Bruce Grobbelaar a partire dalla sua esperienza nell'esercito della Rhodesia, passando per l'inizio carriera in Canada, la finale della coppa campioni a Roma (con le sue celebri quanto efficaci "Spaghetti legs") e lo scandalo scommesse dal quale uscì pulito.

Un  libro che racconta le vicende giudiziarie di capitan Tony Adams e la sua vittoria contro l'alcool, che ci parla della rivincita di Andoni Goikoetxea dopo le 18 giornate di squalifica per aver rotto la "Caviglia de Dios", delle svolte spirituali di Taribo West e di quando pensando a uno scherzo telefonico, Montero mandò a quel paese l'avvocato Agnelli. 


Molto belli i capitoli su Gazza - con una serie infinita di aneddoti (alcuni noti e altri meno) - e  su Roy Keane, dove viene raccontato il suo particolare rapporto con Brian Clough ai tempi del Nottigham.

Una guida a tutti i nostri idoli che non scivola nel banale neanche quando ci racconta le vicende che tutti conosciamo, come quelle di Best o Cantona, riuscendo nella non facile impresa di arricchirle con qualche particolare in più. Un libro che ci voleva, per esaltare quel lato del pallone che più ci diverte, che narra di gesta non proprio eroiche ma comunque eternamente scolpite nella nostra memoria. Un omaggio  alla faccia sporca del calcio, quella che oggi si combatte in nome del fair-play, escludendo i calciatori dalle nazionali per via del sempre più ipocrita codice etico e organizzando fasulli terzi tempi.

16 storie 16 raccontate con passione per rendere onore a chi ha acceso le nostre domeniche. 206 pagine utili più che mai in questo periodo in cui non esiste un solo centimetro del rettangolo di gioco non ripreso dalle telecamere, pronte a pescare ogni singolo equivoco comportamento dei 22 in campo, per poi riproporlo a ripetizione e permettere al giornalista o al perbenista di turno di puntare il dito, di sottolineare che così non si fa, perchè comunque i bambini ci guardano. 206 pagine che volano via. Tra un Effenberg che fa cornuto Strunz, un Edmundo che rimedia 40 giorni di stop per un esultanza molto poco british, Chinaglia e il suo fucile e Zigoni che  trova un modo molto poco carino per riscaldare chi si lamenta dell'acqua troppo fredda sotto la doccia. 206 pagine che scavano nella vita di 16 persone, che offrono goliardia e riflessione che non si ostinano a trovare una morale. Cronaca, pura cronaca per rendere certi gesti e certi atteggiamenti immortali. 16 storie di 16 folli, perchè comunque, vuoi o non vuoi, il calcio è anche, se non soprattutto, follia.

Manicomio Football Club (4-2-3-1) - Schumacher, Bruno, Goikoetxea, Adams, West, Gascoigne, Keane, Best, Cantona, Edmundo, Chinaglia. A disposizione: Grobbelaar, Montero, Effenberg, Zigoni. Allenatore: Raymond Domenech.