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giovedì 26 novembre 2009

Inglourious Glories, Ch. I, Ipswich Town FC


13 punti ed il penultimo posto in classifica per l'Ipswich Town FC sono misera cosa. Misera per chi lassù in cima c’è stato e se lo ricorda. Il guerriero seduto in panchina lo sa, è pensieroso e non si arrende. Anche lui di coppe ne ha vinte, certo con altre maglie, ma poco conta. Sa bene che sapore può avere.

Tutto ciò era iniziato nel lontano 1878. Qualche partita a livello amatoriale in provincia e solo dopo molti anni, nel 1936, la chiamata nella Football League. Occorre attendere la stagione 1960-1961 per assistere alla prima promozione nella massima serie. Alf Ramsey sedeva in panchina dal 1955 e, in pochi anni, complici i gol di Ted Phillips e Ray Crawford, era riuscito a dare continuità ad una squadra in continua altalena tra la Seconda Divisione e le serie minori. Fino, appunto, alla storica promozione. Occorre, invece, solamente un altro anno per vedere l’Ipswich laurearsi campione d’Inghilterra. Ancora Ramsey in panchina, ancora Crawford cannoniere (assieme a Derek Kevan del West Bromwich Albion, con 33 gol in 41 partite). E’ la favola della Cenerentola che si scopre più forte di tutti. E’ la favola della cittadina del Suffolk che si scopre, con 56 punti, più forte del Tottenham campione l’anno precedente, delle due compagini di Sheffield e delle ben più blasonate squadre londinesi.

Da campione d’Inghilterra l’Ipswich Town è, quindi, ammesso a partecipare alla Coppa dei Campioni. Bene al primo turno: spazzata via la Floriana maltese; peggio al secondo: eliminazione per mano di quel Milan di Altafini, Rivera, Maldini e Trapattoni che poi alzò la Coppa battendo in finale il Benfica. E' cosa troppo grande la Coppa dei Campioni e i Tractor Boys pagano l'inesperienza. E da lì a breve anche il sogno della Prima Divisione si esaurisce. Retrocessione alla fine della stagione 1963-1964.

Inevitabile, inizia di un periodo di buio. Gli allenatori si succedono in panchina, prima Jackie Milburn, poi Bill McGarry, ma la squadra non trova mai i risultati. Portman Road mugugna, quella Blues è oramai disillusione.
Fino al gennaio ’69. Già, perché mentre gli Stones strimpellanno Midnight Rambler all'Inghilterra che conta, sulla panchina dell’Ipswich Town FC si siede per la prima volta Robert William Robson. Ora, per tutti, Sir Bobby Robson.

Sir Bobby Robson
Per l’Ipswich è di nuovo top flight. Una serie di stagioni al vertice ed una permanenza continua nella massima serie portano alla qualificazione per la Coppa Uefa nel ‘73 ed una FA Cup nel ’78. La seconda meta' dei Settanta e i primi anni Ottanta sono il periodo d’oro dell’Ipswich Town: oltre a Bobby Robson in panchina, in campo scende gente come lo scozzese John Wark, come Paul Mariner e Franz Thjssen. Poche squadre riescono a tenere testa ai Blues del Suffolk. Il profetico calcio tutto palla a terra e ricerca della profondità predicato da Bobby Robson fa tremare i più importanti team d’oltremanica (storica la vittoria per 6 a 0 contro il Manchester United).
John Wark
Ma non basta. Serve qualcosa di più perché una piccola città del Suffolk entri nella storia. Serve una Coppa Uefa.

E’ la stagione 1980-1981. L’Ipswich parte bene: un rotondo 5 a 1 all’Aris all’andata archivia i Trentaduesimi (al ritorno, a Salonicco, arriverà un’innocua sconfitta per 3 a1). Qualche patema ai Sedicesimi contro i Bohemians di Praga: 3 a 0 a Portman Road e sconfitta a Praga per 2 a 0. Tutt’altra storia Ottavi e Quarti. Il Widzew Lodz e il St. Etienne di Platini vengono sepolti da una valanga di gol. La squadra di Robson non si vuole più fermare. Non ci sta a non sognare più. I Blues si compattano e battono anche il Koln in semifinale: stesso risultato, 1 a zero, sia in casa che in Germania. E’ finale.

Portman Road non mugugna più come negli anni passati, per l’occasione la tana dell’Ipswich è diventata un inferno. Gli olandesi dell’AZ Alkmaar non sono nulla ed incassano un sonante 3 a 0. Le firme, come sempre, sono di Wark (su rigore), Thjssen, splendido nell’occasione, e Mariner. Sarà vano ogni tentativo della squadra olandese di ribaltare il risultato al ritorno. L’AZ solo sfiorò la rimonta e la Coppa Uefa quel giorno, l’alzarono i ragazzi di Bobby Robson. Poi tutto, di nuovo, svanì. Sir Bobby Robson passò ad allenare l’Inghilterra a fine stagione e la squadra lentamente scivolò ancora in Seconda Divisione (è il 1986 quando perde lo spareggio-retrocessione con il Charlton).

Dopo qualche anno di purgatorio ecco l’Ipswich che non ti aspetti. Nella stagione 1991-1992 arriva la promozione e la squadra si ritrova a fondare quella che è l’attuale Premier League. Altre due stagioni al vertice, ma poi nuovamente retrocessione.

Jim Magilton
Si torna alle gloriose battaglie contro il Norwich City (sono più di 130 gli East Anglian Derby - o Old Farm Derby, a dir si voglia - ad oggi giocati), all’ineludibile destino di chi è condannato a stare a mezza via, all’atroce terno al lotto dei playoff per la promozione, a quel dolce sogno di arrivare alle finali di Wembley. In quegli anni in campo a combattere scendono il nordirlandese Jim Magilton, vero eroe del calcio di periferia, l’argentino Mauricio Tarrico, capitan Geraint Williams, Richard Wright, Finidi George e l’irlandese Matthew Holland.

Roy Keane, il guerriero seduto in panchina, si guarda indietro. E’ per questo che non ci vuole stare.