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lunedì 10 ottobre 2011

Emozioni p.. #1

Emozioni porno, ovvero come voi arrivate a Lacrime di Borghetti e a Tubo Nero. Le ricerche più strambe su Google, le logiche più impensabili, che poco (o forse troppo) c'entrano con i nostri post. Da qualche tempo, dalla sezione "statistiche" del blog le vediamo.

Don Sebastiano Natali, conosciuto anche come "Papa Nanu"; Pascalone di noia; P.. filippine; Raccolta immagini erotiche spaccate 18+; Nanismo; Gnocche a Budapest; Buco per la testa urlo di Munch; Occidente decadente e reazionario; Donne asiatiche seno grosso; Aereo triangolare americano; Tasselli per raggiera; Escort Jackie O Roma; Arte p..; Aquilana cornici tubo; Parrucchieri Superstar red hair; Carta igienica stampa dollari Bari; Birra Wuhrer premio indigeni; Arkan kebab; Schema Monarchia feudale; Allodi moneta Unione Sovietica; Eddie Guerrero quaderni; Ecopass Milano 19-27 luglio 2011; Abbigliamento da tifoso della little italy.

"Emozioni porno" è la ricerca che ci è piaciuta di più.
Le ricerche più indecenti non verranno pubblicate.

lunedì 27 giugno 2011

Ma quand'è che un terzino gioca bene?

domande che mi vengono il lunedì mattina mentre faccio colazione
Pur considerarmi un attento e curioso osservatore della realtà, nella vita faccio spesso fatica a cogliere il senso delle cose che mi sono intorno, in particolare i messaggi delle cose che vedo. Quando esco da un cinema, ad esempio, sono il primo a rompere il silenzio rumoroso dei "ti è piaciuto?" "sì, e a te?" "l'ho trovato un po' strano" per chiedere che cose volesse dire il regista con quell'ermetico finale; quando finisco un libro, e corro a leggere le recensioni, mi viene sempre il dubbio che qualcuno ha scambiato la mia copertina con un altro testo, e comunque il "messaggio" lo perdo sempre. Una cosa simile mi succede quando guardo le partite: se mi chiedono "è stata una bella partita?" oppure "come ha giocato X?", pur avendo visto la partita e pur avendo in mente le giocate di X, mi mancano i criteri per dare una risposta che non sia prettamente umorale (se abbiamo vinto, è stata una bellissima partita; se X ha segnato, ha giocato benissimo; e viceversa). Perchè, e questo è il punto, trovo che sia difficilissimo, più di quanto uno si immagini, dire e capire se è stata una bella partita e se un calciatore ha giocato bene.

Mi ha quindi sorpreso leggere un lungo articolo di Simon Kuper sul Financial Times dedicato all'esplosione della statistica nel calcio. Vi consiglio di leggerlo tutto perchè è interessantissimo ma comunque ne riassumerò i punti essenziali (tanto il messaggio non l'avrò comunque colto). Praticamente da qualche tempo le grandi squadre, e non solo le grandi, hanno iniziato a fare le scelte sui giocatori - in sede di mercato, ma anche in campo - in base alle loro statistiche. All'interno le società hanno arruolato degli statistici che si occupano solo di quello, di raccogliere e organizzare ogni tipo di dati e informazioni, su cui poi i manager e gli allenatori prendono le loro decisioni. Mi sono ricordato degli anni di Scudetto 2 in cui, per fare il mercato, si potevano mettere dei requisiti nella ricerca. Ad esempio, mi serviva un centrocampista centrale: ne volevo uno che avesse almeno 18 in passaggi, creatività e gioco di squadra. Ne uscivano quattro o cinque, di cui uno era sempre Kinkladze. Se invece cercavo un attaccante, e gli chiedevo un 20 in finalizzazione, tecnica e accelerazione il prescelto era sempre Victor Leonenko della Dinamo Kiev (Michael Owen, tendenzialmente, non aveva mai voglia di venire al Castel di Sangro). Il Bolton ha comprato nello stesso modo Gary Speed:
"Take Bolton’s purchase of the 34-year-old central midfielder Gary Speed in 2004. On paper, Speed looked too old. But Bolton was able to look at his physical data, to compare it against young players in his position at the time who were at the top of the game, the Steven Gerrards, the Frank Lampards. For a 34-year-old to be consistently having the same levels of physical output as those players, and showing no decline over the previous two seasons, was a contributing factor to say: ‘You know what, this isn’t going to be a huge concern.’ Speed played for Bolton until he was 38."
Oppure la storia di Mathieu Flamini. Ecco, Wenger è uno smanettone delle statistiche. Bergkamp iniziò a farlo uscire sempre al 70° minuto perchè secondo i dati correva di meno e non scattava più (peraltro mi domando se ci sia bisogno delle statistiche non per comprovare un dato del genere, ma anche solo per prevederlo). Quando se ne andò Vieira,

Wenger wanted a player who could cover lots of ground. He scanned the data from different European leagues and spotted an unknown teenager at Olympique Marseille named Mathieu Flamini, who was running 14km a game. Alone, that stat wasn’t enough. Did Flamini run in the right direction? Could he play football? Wenger went to look, established that he could, and signed him for peanuts. Flamini prospered at Arsenal before joining Milan to earn even more.
Alle volte si fanno anche delle gran cazzate. Ad esempio Ferguson ha venduto Jaap Stam alla Lazio solo per il fatto che, sulla base dei dati, a 29 anni risultava fare meno tackle che in passato. Ferguson si era immaginato un declino che in realtà, i tifosi biancocelesti sanno bene, non c'è mai stato. L'esempio in questo senso è Paolo Maldini, che a giudicare dai criteri utilizzati dagli statistici doveva essere un gran pippone, poichè faceva in media un solo tackle ogni due partite. Il fatto è che lui non aveva bisogno di entrare in tackle, perchè era sempre posizionato alla perfezione. Ma anche dare una letta ai numeri - o semplicemente al buon senso - può aiutare. Può aiutare ad esempio, se sei Florentino Perez, a non regalare Makelele al Chelsea o Cambiasso all'Inter, perchè non sono capaci di fare il sombrero o la rabona o perchè la passano sempre indietro, quando da soli corrono più di tutti i galacticos messi insieme. 

Più che dirti chi comprare, i dati possono dirti se fai bene a fidarti del tuo istinto. Resto infatti convinto che un gran direttore sportivo, un gran osservatore, un gran talent scout, non ha bisogno dei numeri, ma gli bastano cinque minuti di una partita su un campetto di periferia, per capire chi può fare strada e chi no. Alla fine il calcio è questione di istinto, in campo e fuori. Torno quindi a una delle mie metafisiche domande: chi ha giocato bene? Chi ha giocato male? Premesso che tutto cambia se vedi la partita a casa o allo stadio (in televisione ti accorgi di maggiori sfumature, ma perdi la visione di insieme, il ritmo della partita, il suo respiro, i movimenti a vuoto), è troppo facile lasciarsi condizionare dalla giocata, dal gran gol, dal salvataggio sulla linea, dalla parata. Lo rendo ancora più difficile: come si fa a dire se il terzino destro - uno che non fa giocate, non fa gol, non salva sulla linea e presumibilmente neanche para - ha giocato bene?

Ho fatto ieri un sondaggio a bordo piscina e Andrea diceva una cosa ragionevole: un calciatore ha giocato bene se ha fatto quello che il suo ruolo gli imponeva. Non c'è deficit cognitivo che i dati debbono colmare: si tratta solo di pensare al modello del suo ruolo (l'Interdittore, l'Ala, lo Stopper), ai compiti che gli sono richiesti, e verificare se si è comportato in maniera conforme. Eppure ci facciamo soggezionare da un sacco di stupidaggini: Gattuso, nelle pagelle e nelle menti dei tifosi che sciamano verso casa, ha sicuramente giocato meglio del solito nella partita in cui ha fatto una di quelle sue insopportabili e plateali corse propagandistiche cercando di non far uscire un pallone dalla linea laterale, quando era ovvio che sarebbe uscito.
Di Alberto Aquilani ci si ricorda una partita meravigliosa a San Siro contro il Milan perchè ha inventato quell'assist di rabona su cui poi è nato il gol di Totti, ma magari i dati potrebbero dirci che ha corso di più e passato meglio in uno squallido Roma-Chievo 0-0 di un mese prima. E poi: se del terzino destro si può dire che ha giocato bene se - fondamentalmente - non ha fatto grosse cazzate, si può usare lo stesso metro di giudizio difensivo per un Vucinic o uno Zarate? Bastano tre lampi sparsi nella partita (uno al settimo, uno al dodicesimo e uno al sessantaquattresimo minuto) per essere soddisfatti? E se magari, nell'intervallo tra quelle giocate, non hanno mai raddoppiato sul terzino avversario che spingeva, non hanno mai fatto il movimento giusto senza palla per portare via l'uomo alla mezza punta che si inserisce, non hanno mai tenuto il pallone per far risalire la squadra in difficoltà? Bastano ancora "il coraggio, l'altruismo e la fantasia", o c'è bisogno di qualcosa meno poetico? E il dogma della maglietta bagnata di sudore che tutti i tifosi vogliono strizzare all'uscita?

Non so voi come la pensate, ma io se un calciatore ha giocato bene lo capisco solo il giorno dopo, quando leggo le pagelle sui giornali...