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venerdì 1 marzo 2013

Recensire When Saturday Comes: marzo 2013

"What was Randy Lerner's target when he bought the club?"
"The Championship"



Con il post di oggi vorrei iniziare una rubrica fissa in cui segnalo gli spunti più interessanti tratti dalla lettura dell'ottima fanzine inglese When Saturday Comes, pubblicazione mensile, peraltro molto economica, di cui consiglio a tutti l'abbonamento (arriva nella buca delle lettere con gran puntualità).

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Come farsi benvolere dai propri tifosi. Un tempo di Peter Odemwingie si diceva un gran bene. Figlio di madre russa e padre nigeriano (si saranno certamente conosciuti in Molise), nel 2010 il prolifico centravanti lasciò la Lokomotiv Mosca, dove era stato oggetto di cori razzisti, per approdare in Premier, al West Bromwich Albion. Divenne subito un idolo delle gradinate e il massimo realizzatore della squadra (15 pere). Già l'anno successivo, però, iniziò una fase di attrito con l'ambiente, solo nascosto da una tripletta invernale al Wolverhampton. Quest'estate arriva una discreta proposta di acquisto da quei geni del Queens Park Rangers: per la società, una cifra dignitosa per sbolognare un 32enne in fase calante; per lui, l'agognato "ultimo contratto buono". Alla fine, però, l'affare non va in porto, perchè mi sa che il presidente del WBA è una sorta di Lotito locale. Odemwingie viene messo ai margini della squadra e a gennaio chiede di essere ceduto. Arriva una nuova offerta dal QPR, ma il presidente Jeremy Peace proprio non ci vuole sentire, perchè in cambio vuole soldi e Junior Hoilett, cosa che il QPR non vuole accettare. Tutto sembra saltare. Il 26 gennaio, allora, Odemwingie sbrocca su twitter, dove - oltre ad accusare Paola Ferrari di essere un milfone - scrive cose deliranti (tipo che non è vero che ha fatto un master a Chicago) contro il presidente che non lo lascia andar via. Dopo due giorni cancella i tweet, ma i rapporti con la proprietà sono ormai logori. In preda alla pazzia, il 31 gennaio, a ora di prazo, decide di mettersi in macchina e guida come un pazzo in direzione Loftus Road, Londra (fonti amiche dicono che in macchina abbia ascoltato tutto il tempo Amanda è libera di Al Bano), per risolvere la situazione. Mentre parcheggia su South Africa Road, il proprietario del QPR, Tony Fernandes, annuncia ai media che il deal con il West Bromwich Albion è definitivamente saltato. Odemwingie suona al citofono, ma nesssuno gli vuole aprire ("grazie, no, non ci serve un'enciclopedia. Non insista"). Con la coda tra le gambe, risale in macchina e torna a West Bromwich, dove, c'è da giurarci, rimpiangerà i vecchi tifosi della Lokomotiv...
la fine ironia dei tifosi albions...
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Piccole grandi imprese. A febbraio, il Midland Alliance Gornal Athletic, intrepida squadra di Dudley, West Midlands, si è qualificata per la prima volta nella sua storia per il quarto turno della FA Vase (il torneo organizzato dalla Football Association per le squadre che partecipano ai campionati del National League System, cioè del settimo livello del calcio inglese; la cosa bella è che la finale si gioca a Wembley). Dopo essere andata sotto 2 a 0 nel primo tempo contro il temibile Wisbech Town, ha dapprima pareggiato i conti e poi stravinto, per 4 a 2, nei tempi supplementari. Unica nota stonata, il cartello scritto a penna che gli attempati ma gagliardi tifosi locali hanno trovato affisso - anch'esso una prima volta - accanto al cancello di ingresso: "No alcohol in the grounds". Alla fine, però, gran birre al social club. Settimana prossima si gioca il prossimo turno a Bodmin Town. Wembley, arriviamo.

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Oggi non è giornata. No, non si parla dell'ultimo spettacolo di Maurizio Battista, mito assoluto di questo blog, in questi giorni al Teatro Sistina in Roma. Ma di Jonathan Walters, promettente attaccante dello Stoke City, che il 12 gennaio, contro il Chelsea, disputava la sua partita numero 100 in Premier League. In un'intervista su Football Focus, apparsa la mattina dell'incontro, confessava che gli sarebbe piaciuto festeggiare la ricorrenza con un gol da dedicare ai propri tifosi. Vediamo com'è andata. Partita bloccata. Minuto 47: cross dalla destra del Chelsea, Walters - in ripiegamento difensivo (grande cuore) - fa una diagonale perfetta per tagliare fuori Mata. Si tuffa per spazzare di testa, ma la palla finisce in rete. Autogol e vantaggio Blues. Vabbè, è stato sfortunato. Minuto 62: corner per il Chelsea. Nell'area piccola c'è sempre lui, che è venuto a dare una mano ai compagni (grande cuore). Parabola antipatica, a rientrare. La palla gli sbatte sulla testa, sembra che neanche se ne accorga, e si insacca. Altro autogol e raddoppio Blues. La partita finirà 4 a 0, ma almeno gli altri due gol non li segna lui. Che dire, al Britannia Stadium nessuno aspetta con ansia la sua partita numero 200...
due gol al debutto...
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Occhio alla Perestrojka. Raccontano che esiste un piano per fondere in unico campionato quello russo e quello ucraino. La proposta viene dal presidente dello Zenit, che ha rosicato dopo che, a novembre, gli hanno squalificato il campo per due giornate e dato una sconfitta a tavolino perchè un fumogeno aveva mandato in ospedale il portiere della squadra avversaria (la Dynamo Mosca). Sembrerebbe che molti altri club importanti (CSKA, Anzhi) sono d'accordo con questo progetto. Lo scopo è avere quattro posti a disposizione per la Champions (oggi sono due e due) e ricreare partite di grande effetto per i tifosi (e grandi incassi per tutti gli altri) tipo Zenit-Shaktar o CSKA-Dynamo Kiev. La maggior parte dei tifosi, in realtà, si è subito schierata contro questa che è stata definita "Gazprom league". Si farà? Non si farà? A me, sinceramente, non me ne frega niente, e penso neanche a voi.

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90° Gomorra. Si parla anche d'Italia, in questo numero, con la bella storia della S.S.D. Quarto Calcio, squadra di Quarto Flegreo (cittadina alle porte di Napoli) che milita in Promozione. La squadra, infatti, è balzata agli onori delle cronache per essere diventata il simbolo della legalità contro la camorra, la via di salvezza per molti ragazzi della zona, il presidio per chi ha subito angherie. Più forte del raid subito a dicembre (sede sfondata e trofei portati via) e degli avversari in campionato (è in testa nel suo girone), ha ricevuto attestati di stima da Aurelio De Laurentiis, che ha promesso un'amichevole con il Napoli, da Cesare Prandelli, che ha promesso che gli azzurri faranno un allenamento presso lo stadio Giarrusso, e anche da Giorgio Napolitano, che ha promesso una visita al club. Tra tante promesse ancora tutte da compiere, le vere novità sono due: Roberto Saviano non ha ancora detto nulla e Toni Servillo non ha ancora girato un film in cui, contemporaneamente, interpreta l'allenatore, il centravanti e il camorrista sugli spalti.

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Inglorious glories. Una stupenda doppia paginata è dedicata a raccontare la storia del Rampla Juniors FC, romantica squadra di Montevideo che meriterebbe da sola un post (magari a firma di Bostero). Mi limito a qualche flash: lo stadio Olimpico si affaccia sulla baia di Montevideo, nel senso letterale che da un lato ci sono le tribune e dall'altro la baia (dagli spalti si vedono i magazzini e le gru del porto, e a bordo campo c'è gente che pesca); nella prima metà del novecento era la terza squadra del paese, dopo Peñarol e Nacional; ultimo campionato vinto: 1927; è stata la prima squadra uruguaiana a vincere in Gran Bretagna (3 a 1 al Portsmouth nel 1956); nel 2014 compie cent'anni, con il forte rischio di festeggiarli in segunda divisiòn; come il giallo e blu del Boca deriva dalla bandiera di una nave svedese, così il rosso e verde del Rampla deriva da una barca portoghese; in Uruguay, 14 delle 16 squadre della serie A sono di Montevideo; il Rampla ha sede nel quartiere di Villa del Cerro, che un tempo ospitava un grande mattatoio da dove partiva la carne per tutto il mondo, e i suoi tifosi erano chiamati i friyis (originale adattamento fonetico locale della parola inglese fridges); oggi il mattatoio non c'è più ma il quartiere è rimasto working-class; prima di chiamarsi Olimpico (in onore al Monte Olimpo, così volle nell'80 l'armatore greco che era lo sponsor), lo stadio si chiamava Estadio Nelson in onore all'Ammiraglio Nelson (perchè l'allora presidente era inglese); la rivalità più accesa è con il Club Atlètico Cerro, fondato nel 1922 da una costola di gente del Rampla sobillata e finanziata da dirigenti del Peñarol che, preoccupati per le affermazioni del Rampla Juniors, applicarono con successo il motto latino divide et impera; il derby con il Cerro è conosciuto come Clàsico de la Villa, il secondo derby più antico del paese dopo naturalmente il Superclàsico tra Peñarol e Nacional; allo stadio si mangiano tortas e un vecchietto fa il giro della tribuna col caffè; le gradinate sono state scavate nella pietra, negli anni sessanta, dagli stessi tifosi, che infatti oggi sono chiamati Picapiedras e hanno adottato, quale simbolo sulle loro bandiere, l'indimenticato Fred Flinstone (nell'eccentrico doppiaggio spagnolo, appunto, Pedro Picapiedra); una parte del muro che separa lo stadio dal Rìo de la Plata quest'anno è crollato per il maltempo e ancora non è stato sistemato (spesso i palloni finiscono in acqua); le partite del Rampla Juniors sono sempre molto rocambolesche. I miei più sinceri auguri amici del Rampla Juniors, mi auguro che riuscirete a salire in primera per celebrare lì lo storico centenario, sempre guardando la baia...

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Magazzini allo Statuto. Novembre 1988. Vicarage Road, stadio del Watford. L'Oxford United scende in campo con una strana maglietta. Non è la prima (gialla), nè la seconda (blu). E' una maglietta mai vista prima dai suoi tifosi. E' a righe verticali blu e grigie. Dev'essere una maglia storica, pensa qualcuno. Lo sponsor, però, è lo stesso del Watford. Ehi, anche lo stemma è quello del Watford. Ma è proprio la seconda maglia del Watford! I dirigenti dell'Oxford United si erano dimenticati di portare le maglie da trasferta, tralasciando il piccolo particolare che andavano a giocare contro una delle pochissime altre squadre ad avere, come loro, la maglietta gialla... 

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La Lettera del Mese. Dear WSC, James Milner's choice of Adolf Hitler as the person he would least like to be trapped in a lift with (Question Time, WSC 312) [era un articolo sulle domande sceme che fanno ai calciatori nelle riviste dei club] is not so much surprising as insightful, given the Führer's chronic flatulence. Gary Bonner, Shoreham by Sea