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martedì 21 febbraio 2012

Maledetta Libreville....Benedetta Libreville

Quando il 12 Febbraio del 2012, il difensore centrale Stophira Sunzu, si presenta sul dischetto, Ha lo sguardo sicuro di chi non può fallire, lo sguardo di chi vuole voltare pagina, lo sguardo di chi vuole tornare a sorridere. Questa storia comincia a Libreville il 27 Aprile 1993, quando il De Havilland Canada DHC-5 Buffalo delle forze armate zambiane, decolla dalla capitale gabonese con destinazione Abidjan, Costa d'Avorio, ultimo dei 3 scali(il primo era stato a Brazzaville in Congo) in programma prima della meta finale, Dakar, dove la nazionale di calcio dello Zambia si sarebbe giocata parte della qualificazione a Usa 94 contro il Senegal. Pochi minuti dopo la partenza dal Gabon, il motore sinistro prese fuoco, una luce d'emergenza difettosa e la stanchezza del pilota, che per errore spense il motore destro(l'unico buono)fecero il resto. Il DHC-5 Buffalo si inabissò a 500 mt dalle coste di Libreville. 30 morti, nessun superstite. furono 18 i calciatori scomparsi, otto(Makinka, Chomba, Chabala, Chikwalakwala, Chansa, Mumba, Mwanza e Mulenga) facevano parte di quello Zambia che il 19 Settembre 1988 a Gwangyu (Corea del Sud) asfaltò l'Italia di Rocca per 4 a 0. Scamparono alla tragedia Johnson Bwalya , Charles Musonda e la stella Kalusha Bwalya(autore di una tripletta contro l'Italia)perchè impegnati con i loro rispettivi club europei, Il Bulle, l'Anderlecht e il PSV. Una generazione destinata a stupire, viene inghiottita per sempre dal golfo di Guinea. Con il volto ancora solcato dalle lacrime, i chipolopolo(Proiettili di Rame) tornano a calcare i campi per le qualificazioni alla coppa del mondo, la squadra allestita dallo scozzese Ian Porterfield(ex allenatore del Chelsea)ruota intorno al talento di Kalusha Bwalya ma non a quello di Musonda, che profondamente segnato dalla tragedia si ritira dalla nazionale. Lo Zambia arriva a disputare l'ultima partita del girone di qualificazione, in vantaggio di un punto sul Marocco. Il 10 Ottobre del 1993 a allo stadio Mohamed V di Casablanca basterebbe un pareggio(per l'occasione torna anche Musonda)per far parte delle 24 squadre di Usa 94. il Dio del calcio però, si sa, è completamente cieco, oppure semplicemente, decide che non è ancora arrivato il momento, perchè al 62esimo Abdeslam Laghrissi di testa, cancella cinicamente il sogno di un intero popolo ancora sconvolto. Non passa neanche un anno dalla tragedia e lo Zambia di Ian Porterfield, dopo aver eliminato Costa d'Avorio e Sierra Leone al girone, Senegal ai quarti e Mali in semifinale, approda alla finale di coppa d'Africa(la seconda della sua storia dopo quella persa in Egitto contro lo Zaire nel 1974) in Tunisia contro la Nigeria. Il 10 Aprile 1994 allo stadio El Menzah di Tunisi, lo Zambia ha nuovamente l'occasione per rendere omaggio ai suoi campioni scomparsi e voltare definitivamente pagina. Ma evidentemente per qualcuno, ancora non è il momento. I proiettili di Rame passano in vantaggio dopo solo 2 minuti con Elijah Litana ma già al quinto sono raggiunti da Emmanuel Amuneke che raddoppierà al 47esimo, fissando il risultato sul 2 a 1. I Chipolopolo arriveranno terzi alla coppa d'Africa del 1996, sconfitti in semifinale da una Tunisia che a sua volta verrà battuta dai padroni di casa del Sudafrica, poi il nulla. Nel 2010 lo Zambia, allenato da Hervè Renard darà timidi cenni di risveglio, passando il girone e uscendo ai rigori contro la Nigeria ai quarti. Renard lascia, lo Zambia finisce nella mani di Dario Bonetti e sotto la guida del tecnico italiano si qualifica per Gabon-Guinea Equatoriale 2012, Kalusha Bwalya ora presidente della federcalcio zambiana, esonera Bonetti e riassegna la squadra a Renard. C'è una cosa che mi fa impazzire di questo Zambia, la pacatezza, quel saper stare al suo posto, quel non fare proclami tipici del calcio africano, quelli del tipo: "Dio è con noi e con la nostra patria!" quelli da esaltati. Lo Zambia ha anche l'educazione di non tirare fuori a sproposito i propri morti. Non hanno alzato la cresta dopo aver battuto nel girone il Senegal, una delle favorite, non si sono esaltati neanche dopo aver conquistato il primo posto nel proprio gruppo, o dopo aver massacrato il Sudan ai quarti. La semifinale con il Ghana, sembrava un ostacolo insormontabile, hanno giocato con cuore e talento. Il cuore di Mweene che dopo solo 8 minuti respinge un rigore a Gyan Asamoah, il talento di Mayuka che al 77esimo trova uno straordinario goal vittoria. E' finale, finale contro la Costa d'Avorio ma soprattutto per lo Zambia, che ha disputato tutto il suo torneo, dal girone alla semifinale, in Guinea Equatoriale, è finale a Libreville, la maledetta Libreville. Del resto, per chiudere un cerchio è necessario tornare al punto d'origine. Questa storia si conclude a Libreville il 12 Febbraio del 2012, con Stophira Sunzu sul dischetto. Il giovane Sunzu, numero 13 sulle spalle arriva a quei fatidici 11 metri dopo una partita tiratissima, dove lo Zambia ha giocato alla pari della squadra più forte del torneo. Sunzu la faccia emozionata di un intero paese che campa da sempre di rame, arriva davanti al portiere ivoriano, dopo che Didier Drogba al 69esimo ha spedito in cielo un "Generoso" calcio di rigore, dopo che nei primi minuti del primo tempo supplementare il suo compagno Christopher Katongo su assist del fratello Felix aveva colpito un palo clamoroso, dopo un estenuante serie di rigori che aveva visto la parata di Mweene su Kolou Toure e il successivo errore del suo compagno Kalaba, che aveva ricacciato in gola l'urlo liberatorio che il suo paese trattiene dal 1993, ma soprattutto dopo l'errore di Gervinho. Stophira Sunzu va a battere il calcio di rigore cantando, evidentemente per qualcuno è arrivato il momento, il destino solitamente avverso a questa nazionale, si fa da parte e Sunzu segna. E' la vittoria di tutti. La vittoria del portiere Kennedy Mweene, leader carismatico , che non sbaglia nulla, e realizza anche un tiro dal dischetto(il quinto!), la vittoria di Stophira Sunzu che si segnala come uno dei giocatori più interessanti e che ha l'onore di mettere la firma sulla partita, la vittoria di Nathan Sinkala che a soli 20 anni gioca da veterano e mette dentro un rigore con una freddezza da far spavento, la vittoria di Reinford Kalaba forse il migliore dei suoi in questo torneo, la vittoria di Chris Katongo capitano giramondo, eletto miglior giocatore del torneo e di suo fratello Felix che quando è entrato ha illuminato la scena, la vittoria di Mayuka destinato ad una carriera di alto livello,la vittoria di Joseph Musonda che in finale è uscito dal campo in lacrime per infortunio dopo soli 10 minuti, è la vittoria del ct Hervè Renard uno con l'aspetto da idraulico di un film porno, uno che però non ha sbagliato una mossa, uno che è riuscito a dare una disciplina tattica ad una nazionale africana, creando un gruppo perfetto. Soprattutto è la vittoria di quei 18 calciatori mai dimenticati dal popolo zambiano, quello stesso popolo che dopo 19 interminabili anni, proprio a Libreville, la maledetta Libreville, è riuscito ad asciugarsi finalmente le lacrime ed è tornato a sorridere.
in ricordo di: John Soko (difensore)
Whiteson Changwe (difensore) Robert Watiyakeni (difensore) Eston Mulenga (centrocampista) Derby Makinka (centrocampista) Moses Chikwalakwala (centrocampista) Wisdom Mumba Chansa (centrocampista) Kelvin "Malaza" Mutale (attaccante) Timothy Mwitwa (attaccante) Numba Mwila (centrocampista) Richard Mwanza (portiere) Samuel Chomba (difensore) Moses Masuwa (attaccante) Kenan Simambe (difensore) Godfrey Kangwa (centrocampista) Winter Mumba (difensore) Patrick "Bomber" Banda (attaccante) Efford Chabala (portiere) Godfrey "Ucar" Chitalu(allenatore)