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mercoledì 14 settembre 2011

Benvenuto in Serie A


Benvenuto in Seria A caro Luis Enrique,
come saprai, un topos della società multietnica è il cultural clash, ossia la manifestazione di una profonda incomprensione tra culture differenti che si trovano a dover condividere uno stesso spazio fisico. Penso che Domenica ti sia capitata una cosa del genere, uno scherzo antipatico da parte di un calcio che sottovaluti, a volte disprezzi che, per ora, non ti sta regalando molte soddisfazioni.
Il tuo personalissimo "italiano per principianti" è cominciato con una lezione di Serie A: una provinciale viene in casa tua, si difende con ordine meticoloso soffocandoti tra le spire di una difesa avvolgente, al primo errore ti castiga e poi, in contropiede (questo sconosciuto, per te) ti rifila il due a zero: l'equivalente calcistico dello scippo del rolex al turista americano su via chiaia a Napoli.
Già, lo so che non ci avevi pensato, che quando avevi letto "Cagliari" avevi giusto pensato a quanto fosse maledetta questa lingua che non vuoi imparare, perché in spagnolo, la TUA stupenda lingua, la G e la L non sono mai così vicine e cacofoniche. Quando ti hanno provato a tradurre il nome "Ficcadenti" hai riso, pensando a quanto fossero buffi e arretrati questi italiani, il loro gesticolare continuo, il loro macchiettismo e soprattutto la mancanza assoluta di una forma fisica come la tua, la tua aria da macho tirato, tosto: uno che ha fatto la Marathon des sables. A Roma chi la farebbe la una corsa di 240 km in mezzo al deserto?
La serie A è questa caro Lucho, un calcio semplice, è questo quel catenaccio che tanto ti faceva ridere a te che pensi di essere l'espressione del calcio campione d'Europa e del mondo. Per te era quasi una superstizione, un retaggio del passato, di un calcio senza ipad e lavagnetta, rozzo e incolto come questo paese che tu non vuoi comprendere ma vuoi solo colonizzare, come i tuoi antenati in america del sud, quando brandivano la croce davanti agli indios sottomettendoli senza pietà.
Questa mia inutile lettera aperta serve per dirti che il calcio è tradizione, particolarismo, una tradizione che tu hai pensato di calpestare, forte di quell'empio illuminismo calcistico che si insegna a Barcellona, quindi rimboccati le maniche, diminuisci la tua spocchia e sforzati di conoscere un calcio che ti sta dichiarando guerra.
Già, perché la guerra, come diceva Clausewitz, non è mai iniziata dai conquistatori - loro vorrebbero entrare nel paese oggetto di conquista marciando indisturbati - mentre il vero atto di guerra è quello di chi si deve difendere dall'invasione e, quindi, Roma Cagliari è stato l'atto di guerra del calcio italiano nei tuoi confronti.. Vedremo se saprai reagire