Sono le 19 del 23
giugno del 1994 al Foxboro Stadium di Foxborough, Massachussets. Nel piazzale
antistante lo stadio un signore agita 2 biglietti. Quel giorno si gioca Corea del
Sud-Bolivia seconda giornata del gruppo C. Il Mondiale, ovviamente, è quello
americano. La Corea è reduce da un buon pareggio contro la Spagna per 2 reti a
2, la Bolivia ha perso di misura la prima gara contro la Germania, Campione del
Mondo in carica, complice un espulsione (appena 3 minuti dopo il suo ingresso)
della sua stella Marco El Diablo
Etcheverry.
Allo stadio che appartiene
ai New England Patriots ed ai New England Revolution (ex squadra di Zenga) ci
sono 54.541 spettatori, potrebbero essere 54.543 se solo quell'uomo che
sventola i biglietti riuscisse nel suo intento. Si avvicinano 2 loschi figuri, l'uomo
fa la sua proposta, loro però, non solo non accettano ma mostrano il distintivo
e arrestano l'uomo. Il presunto bagarino si chiama Raymond Domenech, ha 42 anni
e da una stagione circa, allena la nazionale under 21 francese. La Federazione Francese
che aveva accreditato Domenech per quella partita, aveva in seguito comunicato
al suo tesserato che non c'era nessuna ragione per andare a vedere il match. Il
furbo Raymond pensò allora di recuperare qualcosina. Risultato? 500 dollari di
multa e, si narra, una notte al fresco.
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In maglia Paris Saint Germain |
Domenech per noi italiani incarna appieno lo
stereotipo del Francese "stronzo" e con la puzza sotto al naso. La
realtà è che Raymond è un personaggio molto più complesso di quello che sembra.
Da giocatore fa una buonissima carriera nel Lione (che non era certo il Lione
di oggi), dove gioca come terzino destro. Passa poi per Strasburgo, Parigi(sponda
Saint Germain), Bordeaux e Mulhouse dove svolge il ruolo di allenatore-giocatore.
In campo era chiamato le Boucher (il
macellaio) titolo conseguito dopo aver stroncato la carriera all'austriaco
Metzler con un entrata assassina. E qui troviamo la prima stranezza, ovvero a
commettere quel fallo, che al povero Metzler ha distrutto tibia e sogni di
gloria, non fu Domenech ma tale Jean Baeza. I giornalisti in tribuna si
confusero per via della stessa capigliatura. Raymond era ai suoi esordi con il
Lione e in zona mista cavalcò l'onda e si attribuì il fallo. Meglio essere un macellaio
che non essere nessuno (va detto che in campo non era un agnellino).
Nel 1987 Jean Micheal Aulas compra il Lione e nel 1988 affida la panchina proprio a Domenech, il quale nel 1989 centra la promozione in Ligue 1. Rimarrà alla Gerland fino al 1993, anno in cui la Federazione Francese lo nomina CT dell'Under 21. In 10 anni di Under lancia le generazioni che diventeranno campioni del mondo e d'Europa, raccogliendo un quarto, un terzo e un secondo posto agli europei di categoria. Nel 2004 al campionato europeo portoghese, la nazionale transalpina allenata da Jacques Santini viene eliminata ai quarti da un perfido colpo di testa di Angelos Charisteas. Finisce un ciclo e con esso finisce l'avventura di Santinì. Sembra ufficiale l'arrivo di Tiganà o Blanc, con Domenech e Bruno Metsu alla finestra ad attendere sviluppi. Si autocandida anche l'ex CT inglese Glen Hoddle (colui che affermò che gli handicappati pagavano colpe della vita precedente), ma ovviamente viene subito scartato. A sorpresa la federazione affida la panchina a Raymond che, pronti-via, si ritrova subito a gestire l'addio ai Blues di Thuram e Zidane. Parte male, colleziona pareggi e litiga con Pires.
Robert Pires viene spesso ignorato nonostante sia uno dei giocatori di maggior talento nella rosa. Ciò in ragione, a quanto pare, del suo segno zodiacale: lo scorpione, segno non particolarmente amato dal CT francese, grande appassionato di astrologia ("gli ariete sono dinamici, gli scorpione non fanno gruppo"). Pires lascia la nazionale, la Francia colleziona pareggi su pareggi durante le qualificazioni, il CT convince Zidane, Makelele e Thuram a tornare in nazionale nell'estate 2005. La Francia alla fine riesce a qualificarsi avendo la meglio su Svizzera, Israele e Irlanda.
Arriva il Mondiale di Germania, Coupet poco prima delle convocazioni lascia il ritiro dopo una furibonda lite con Domenech, il caso rientrerà, ma Coupet sarà il dodicesimo alle spalle dell'immortale Barthez. Spiccano le mancate convocazioni di Govou (poi convocato per sostituire l'infortunato Cissè), Mexes, Anelka, (lo scorpione) Pires e il neo campione d'Europa Giuly, protagonista di un’ottima stagione a Barcellona. In realtà quella contro Giuly è una vendetta, l'ex Monaco non veniva convocato dal 12 Ottobre 2005,periodo nel quale la Francia era in piena emergenza. A quanto emerge dalla biografia di Giuly, nella primavera del 2004 dopo un intervista sul canale M6, il giocatore inviò un messaggio alla giornalista Estelle Denis, al tempo compagna di Domenech. Da quel messaggio, Giuly fece qualche sporadica apparizione con Domenech, per poi essere definitivamente accantonato.
Dopo l'eliminazione al girone nel Mondiale africano, la Federazione Francese opterà per il licenziamento. Il caso Anelka, lo spogliatoio spaccato, una squadra a pezzi. Pagherà in fondo solo lui, forse in questo caso il meno colpevole. In Italia si esulta, via l'antipatico Domenech, a la maison. Ed è così che Raymond esce di scena, uno che per un semplice rigore o per una testata di troppo non si ritrova nell'olimpo dei 18 tecnici campioni del mondo,viene messo alla porta dopo 16 anni di devoto servizio alla F.F.F, neanche fosse il garzone del lattaio. Un ultima splendida performance la regala a fine settembre, chiedendo il sussidio di disoccupazione, non una semplice provocazione ma una vera e propria vendetta contro l'onta dell'allontanamento forzato dalla Federazione. Sono quasi le 18 del 22 giugno del 2010 al Free State Stadium di Bloemfontein, la Francia è stata appena sconfitta per 2 a 1 dai padroni di casa del Sudafrica, un uomo vaga per il campo salutando, pochi minuti prima aveva rifiutato di stringere la mano al CT sudafricano Parreira, un ultima grande prova d'attore prima di uscire dalle scene. Ritornerà. Quelli come lui ritornano sempre,l a prossima sfida tra Italia e Francia non sarà la stessa però, perderà un ingrediente fondamentale, sgradevole ma fondamentale. Au revoir Boucher, non mancherai a nessuno ma in fondo mancherai a tutti.
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In maglia Strasburgo |
Nel 1987 Jean Micheal Aulas compra il Lione e nel 1988 affida la panchina proprio a Domenech, il quale nel 1989 centra la promozione in Ligue 1. Rimarrà alla Gerland fino al 1993, anno in cui la Federazione Francese lo nomina CT dell'Under 21. In 10 anni di Under lancia le generazioni che diventeranno campioni del mondo e d'Europa, raccogliendo un quarto, un terzo e un secondo posto agli europei di categoria. Nel 2004 al campionato europeo portoghese, la nazionale transalpina allenata da Jacques Santini viene eliminata ai quarti da un perfido colpo di testa di Angelos Charisteas. Finisce un ciclo e con esso finisce l'avventura di Santinì. Sembra ufficiale l'arrivo di Tiganà o Blanc, con Domenech e Bruno Metsu alla finestra ad attendere sviluppi. Si autocandida anche l'ex CT inglese Glen Hoddle (colui che affermò che gli handicappati pagavano colpe della vita precedente), ma ovviamente viene subito scartato. A sorpresa la federazione affida la panchina a Raymond che, pronti-via, si ritrova subito a gestire l'addio ai Blues di Thuram e Zidane. Parte male, colleziona pareggi e litiga con Pires.
Robert Pires viene spesso ignorato nonostante sia uno dei giocatori di maggior talento nella rosa. Ciò in ragione, a quanto pare, del suo segno zodiacale: lo scorpione, segno non particolarmente amato dal CT francese, grande appassionato di astrologia ("gli ariete sono dinamici, gli scorpione non fanno gruppo"). Pires lascia la nazionale, la Francia colleziona pareggi su pareggi durante le qualificazioni, il CT convince Zidane, Makelele e Thuram a tornare in nazionale nell'estate 2005. La Francia alla fine riesce a qualificarsi avendo la meglio su Svizzera, Israele e Irlanda.
Arriva il Mondiale di Germania, Coupet poco prima delle convocazioni lascia il ritiro dopo una furibonda lite con Domenech, il caso rientrerà, ma Coupet sarà il dodicesimo alle spalle dell'immortale Barthez. Spiccano le mancate convocazioni di Govou (poi convocato per sostituire l'infortunato Cissè), Mexes, Anelka, (lo scorpione) Pires e il neo campione d'Europa Giuly, protagonista di un’ottima stagione a Barcellona. In realtà quella contro Giuly è una vendetta, l'ex Monaco non veniva convocato dal 12 Ottobre 2005,periodo nel quale la Francia era in piena emergenza. A quanto emerge dalla biografia di Giuly, nella primavera del 2004 dopo un intervista sul canale M6, il giocatore inviò un messaggio alla giornalista Estelle Denis, al tempo compagna di Domenech. Da quel messaggio, Giuly fece qualche sporadica apparizione con Domenech, per poi essere definitivamente accantonato.
Al Mondiale la
Francia parte malissimo con due pareggi contro Svizzera e Corea. Circolano le
prime voci, la squadra è messa in campo da Zidane ed Henry. Quello che è certo
è che l'esclusione dai titolari di Trezeguet è dovuta unicamente agli astri, come
Pires, Trezeguet si porta dietro la "maledizione dello scorpione"(è bilancia
ma ha avuto la sfortuna di nascere in zona scorpione) e nelle prime 3 partite
viene utilizzato poco o niente. In virtù del 2 a 0 contro il Togo, la Francia
approda agli ottavi come seconda classificata, da quel momento in poi sarà un’altra
squadra. Asfalta 3 a 1 la Spagna, si ripete meravigliosamente contro il Brasile
(1 a 0) e vola in semifinale. Trezeguet è sempre in panchina. In semifinale un
rigore di Zidane elimina il Portogallo. In finale Domenech cede e, al minuto
100, in pieno supplementare, inserisce Trezeguet per Ribery, 10 minuti dopo
sarà espulso Zidane. Trezeguet sbaglierà il rigore che condannerà la Francia. A
tradirlo ad un passo dal traguardo proprio quel giocatore venuto al mondo in
zona scorpione. Accuserà Materazzi di aver progettato tutto, se la prenderà per
l'espulsione avvenuta secondo lui con la moviola in campo. Da quel giorno
incrocerà l'italia per ben 3 volte, sarà un occasione per mettere in scena da
ex attore, la sua teatralità. Prima di Francia-Italia del Settembre
2007,risponderà a Materazzi "Dice
che non abbasserà lo sguardo davanti a me? Beh.. si sbaglia, visto che è quasi
2 metri ed io sono alto 1 e 75"-"Non ho paura dell'Italia ma dell'arbitro, con gli italiani è un
abitudine: nel ‘96 quando allenavo l'under truccarono una partita per
qualificarsi alle olimpiadi"- Durante la partita citata da Raymond ,si
sfiorò una rissa con Cesare Maldini che in sala stampa annuncio di non voler
parlare di "bagarini".
Il vero capolavoro di Raymond arrivò però il 17 giugno
del 2008, ultima decisiva partita del girone dell'Europeo austro-elvetico. A
Zurigo si gioca Francia-Italia, chi perde è fuori. Pirlo e De Rossi abbattono
una spenta Francia facendo guadagnare agli azzurri i quarti di finale. Nel post-partita
60 milioni di telespettatori aspettano le dichiarazioni di Raymond, vogliono
sapere il perché di quella bruciante eliminazione contro i tanto odiati rivali.
Domenech si supererà. Si aspettano le
dimissioni in diretta, le scuse per il pessimo spettacolo offerto dai
vice-campioni del mondo, quello che arriverà è una decisamente proposta di matrimonio ad Estelle Denis.
La Francia spalanca la bocca in un mix di
stupore e rabbia, Platini già scongela Tiganà ma il presidente della
federazione Escalletes conferma il tecnico fino al 2010.
Tutto questo è
Raymond Domenech, un personaggio tanto assurdo quanto geniale. Le sue
scaramanzie, i suoi modi strafottenti, le sue accuse pesanti, rilasciate con un
incredibile naturalezza. Uno capace di dire la parola sbagliata nel momento
giusto, un paradosso vivente, un Mourinho al cubo per quanto riguarda le
provocazioni e l'essere tronfio di se stesso, ma che tecnicamente non vale più
di un Donadoni qualunque. Un attore teatrale. E da attore, ogni volta che lo
vedevo provocare o rispondere in maniera totalmente insensata, mi ricordava
l'alter-ego morettiano Michele Apicella, straordinariamente surreale
incredibilmente attuale. Uno che non passerà mai di moda.Dopo l'eliminazione al girone nel Mondiale africano, la Federazione Francese opterà per il licenziamento. Il caso Anelka, lo spogliatoio spaccato, una squadra a pezzi. Pagherà in fondo solo lui, forse in questo caso il meno colpevole. In Italia si esulta, via l'antipatico Domenech, a la maison. Ed è così che Raymond esce di scena, uno che per un semplice rigore o per una testata di troppo non si ritrova nell'olimpo dei 18 tecnici campioni del mondo,viene messo alla porta dopo 16 anni di devoto servizio alla F.F.F, neanche fosse il garzone del lattaio. Un ultima splendida performance la regala a fine settembre, chiedendo il sussidio di disoccupazione, non una semplice provocazione ma una vera e propria vendetta contro l'onta dell'allontanamento forzato dalla Federazione. Sono quasi le 18 del 22 giugno del 2010 al Free State Stadium di Bloemfontein, la Francia è stata appena sconfitta per 2 a 1 dai padroni di casa del Sudafrica, un uomo vaga per il campo salutando, pochi minuti prima aveva rifiutato di stringere la mano al CT sudafricano Parreira, un ultima grande prova d'attore prima di uscire dalle scene. Ritornerà. Quelli come lui ritornano sempre,l a prossima sfida tra Italia e Francia non sarà la stessa però, perderà un ingrediente fondamentale, sgradevole ma fondamentale. Au revoir Boucher, non mancherai a nessuno ma in fondo mancherai a tutti.
Credo che l'ultimo mondiale di Domenech sia un vero capolavoro, la trasposizione sul campo delle lotte delle Banlieux.
RispondiEliminaL'immagine di lui in mezzo al campo da solo che scruta gli spalti prima della partita è geniale, poetica, di totale follia.
Mi ricorda quei personaggi dei film che per un errore vengono messi in un posto di comando, ma in realtà sono completamente pazzi, per questo era Domenech.
Le due vittorie di germania 2006 su spagna, brasile e Portogallo sono state anche frutto dell'ingenuità avversarie (la spagna che prende gol in contropiede quando è in vantaggio, roberto carlos che non marca henry perché si sta tirando su il calzino e il portogallo che continua a menare come se stesse giocando ancora con l'olanda). Va detto che in finale, invece, ci hanno fatto una faccia così, anche in 10.
Sull'oroscopo mi trova d'accordo, diciamo che in quel campo di forze che va da Jung a Branko qualcosa di vero c'è. Un noto Professore ordinario di Roma è solito fare gli oroscopi alle commissioni dei concorsi per fare previsioni.
Sul fatto che non sia scemo e che di calcio un po' ne capisca parla chiaro il fatto di non aver mai fatto giocare Mexes.
Beh, la Francia senza Domenech perde molto..in simpatia! Già, perché, come dici tu, Nesat, ormai lui era uno di famiglia, uno da insultare gratuitamente con tutti gli epiteti del caso e, poi, aggiungere alla fine anche quel "francese" che, adesso, sarà molto solo e svuotato senza il caro sinonimo Domenech!
RispondiEliminaAu revoir come disse il caro e vecchio Cantona in un famoso spot Nike: secondo me, ti aspetta un vagare continuo fra le panchine di mezza Africa...
Vincenzo
In effetti, sarebbe geniale il suo sbarco su qualche panchina africana, sarebbe il ponte tra la superstizione europea (quello che ne rimane: l'oroscopo) e quella africana (riti voodoo, religioni animiste e albini squartati). Già me lo vedo sulla panchina del Burundi, come vice uno sciamano che lo aiuta nelle convocazioni davanti al pentolone...
RispondiEliminaPeraltro è difficile trovare uno contemporaneamente più antipatico e inadeguato di lui. Anche io credo che l'eccezione sia stata l'exploit (completamente inatteso) del 2006 piuttosto che i flop successivi - anche perchè, per me, come rosa, la Francia è sempre una delle tre favorite.
E comunque lo spogliatoio della Francia dev'essere totalmente ingestibile, altro che Domenech, servirebbe il vecchio maresciallo Petain...
ho aggiunto 3 link video...il primo merita........
RispondiElimina@Gegen:Francia-Spagna è stata una partita capolavoro.....strameritata....per quanto riguarda quella con il Brasile è stata l'ennesima giustissima punizione a chi crede di aver già vinto il mondiale dopo 4 partite...
Lo sapevi che il tuo grande idolo Mourad Meghni nel 2005/2006 andò in prestito al Sochaux perchè Domenech(che lo aveva allenato nel U-21) era un suo grande estimatore e voleva vederlo giocare con continuità in Francia per convocarlo al mondiale tedesco?
@Vincenzo:sono indeciso tra Marocco,Camerun e Belgio(occhio a questa nazionale che sta tirando su una generazione niente male).....tanto sempre di nazionali africane si tratta......
comunque si...farà la fine di Bruno Metsu.......
@Dionigi:"difficile trovare uno contemporaneamente più antipatico e inadeguato di lui"
non ti viene in mente proprio nessuno??
magari di Viareggio?
ORONZO CANA'(GLIA)
RispondiEliminaL'antipatia come la simpatia sembrano essere i due carburanti del calcio allenato. La mediocrità di un Donadoni (per quanto a me non dispiaccia) o l'equilibrio di un Prandelli sembrano pagare poco o niente.
A parte le inevitabili semplificazioni e la inappellabile legge del risultato (chi vince ha ragione, chi è ha più qualità alla lunga emerge) non è che oggi l'allenatore è sempre meno allenatore, ma sempre di più personaggio provocatore/"smuovitore"?
(Non dico il motivatore: lo erano già dagli anni Cinquanta in poi, quando finito il regime e la miseria, già era necessario richiamare all'ordine).
Ne parlavo con un amico: la tecnica, la tattica, la condizione si allenano; la testa si motiva/smuove; le pubbliche relazionisi coltivano.
Battere la Francia è sempre una soddisfazione impagabile, con e senza Domenech. La migliore è senza dubbio quella dell'europeo, per quanto mi riguarda, troppo facile dire "la finale dei Mondiali"...quella sera eravamo riuniti davanti alla tv, gridammo forse più di quando vincemmo il mondiale e poi tutti in giro a festeggiare, e il giorno dopo la prima prova della maturità...sensazionale!
RispondiEliminaDomenech non mi mancherà tutto sommato, Mourinho invece sì. Il primo era antipatico e arrogante, il secondo è antipatico, arrogante, ma terribilmente vincente.
Bel post, Nesat. Non c'è che dire.
RispondiEliminaGeniale l'aneddoto del '94, che non ricordavo.
Alcuni punti:
- l'exploit del 2006 ha solamente un nome ed un cognome: Zinedine Zidane. L'unico uomo al mondo ad aver sfoggiato in finale mondiale due gol di testa su azione da calcio d'angolo e un cucchiaio. Che se poi non gli fa il bambino Buffon, chiude pure la seconda doppietta..
- il vero scandalo è sempre stato il poco spazio a Trezeguet. Degli altri, alla fine, chissene. Sulla motivazione, poi, (sarò impopolare, ma) ci può stare. Parliamoci chiaro, pure il nostro amico di Viareggio, a mero titolo di esempio, spesse volte ha scelto a caso (post-2006, grazie al cielo) e senza il limpido e collaudato criterio di Raymond.
- mi sono sempre chiesto: ma siamo proprio sicuri che quanto successo a livello di spogliatoio alla Francia pochi mesi fa sia colpa di Domenech? Aldilà dello screzio con Anelka (su quale poi andrei a leggere bene da che parte sta la ragione. Ricordiamoci che stiamo parlando di Anelka, non del Zidane di cui sopra..), ho sempre avuto l'impressione che la magagna fosse più grossa. A livello di singolo giocatore. Gente presuntuosa, autoreferenziata e poco professionale, nell'occasione.
Ciò detto, un grazie a Domenech per averci intrattenuto tutti questi anni. Alla fine, gente come lui a me piace. Fa colore.
Grande Nesat.. Un bellissimo tributo ad una faccia attonita, alienata ed allo stesso tempo arrogante e cattiva come solo gli attori brechtiani.. ad una postura statica ed allo stesso tempo irrequieta come solo i personaggi di certi spaghetti western.. ad un turpiloquio inesatto come solo le sfuriate del signor Giordano..
RispondiEliminaUn attore di gavetta sempre a fuoco quando non inquadrato, e costantemente fuori-sincrono nei dialoghi.. Un meraviglioso perdente la cui parodia di Mourinho.. piedi piatti piantati a centrocampo, mani lungo i fianchi e sguardo di sfida verso il pubblico allo stadio ed in mondovisione prima della sua ultima, ineluttabile sconfitta.. ne sublima l’impossibilità di essere quello che vorrebbe recitare..
E a noi rimarrà il ricordo di un uomo che decise di impersonare un bagarino che sedutosi su una panchina volle farsi cartomante (per inciso Gegen l’unico oroscopo accettabile sarebbe quello basato su di un calendario lunare, tipo quello islamico, altrimenti è eserecizio di calcolo matematico e non di atrrazione/respingimento magnetico) ma rimase sempre uno stronzo con la baguette sotto l’ascella..
a mio parere per legge nessun ex calciatore coi baffi può essere definito antipatico..tra l'altro nella figurina in cui militava nello Strasburgo è senza dubbi Rampulla coi baffi prestati da Piccioni ai bei tempi della Cremonese!Con Anelka poi le storie son tese già da un decennio visto che nel 1999 nella partita di ritorno Italia-Francia valida per la qualificazione europea ai quarti di under21 '98-2000 giocata nella mia Taranto(stadio Erasmo Jacovone,io c'ero!)l'allora attaccante del Real rifiutò la chiamata del "bagarino" beccandosi tanto per gradire una bell'inchiesta della federazione blues.Serata fantastica quella risolta al supplementare da una pennellata di Pirlo.Era metà novembre e per Trezequet ovviamente in pieno scorpione non c'era nulla fare se non accomodarsi in panca.Un'affettuosa citazione concedetemelo va a un protagonista di quella gara Luccin ex compagno di squadra in Galizia..
RispondiEliminaNon dimentichiamoci l'esclusione di Frey!
RispondiEliminaMichelone
"a noi rimarrà il ricordo di un uomo che decise di impersonare un bagarino che sedutosi su una panchina volle farsi cartomante ma rimase sempre uno stronzo con la baguette sotto l’ascella.."
RispondiEliminaBELLISSIMO...niente da dire...grazie Zio
@Bostero:come gia scritto nel post Domenech non ha colpe per il Sudafrica...ne aveva invece fin troppe ad Euro 2008.....questa Francia non poteva gestirla neanche Madre Teresa
@I Love Football:concordo quella serata del 2008 fu perfetta...umiliati per 90 minuti.
@Mostovoi:Fa male sentir parlare di Under vincenti stasera.....comunque onore a te ..e soprattuto all Erasmo iacovone che insieme al Nicola Ceravolo di Catanzaro vantano una curva e nono solo degna della serie A....
Taranto meriterebbe un post.......ho potuto apprezzare la tua tifoseria in un Perugia Taranto e fu davvero impressionante....al tempo giocavano Ambrosi e il nisseno Cammarata......sarebbe bella una tua testimonianza.....
per quanto riguarda il Celta...io adoravo Henrique Guedes da Silva "Catanha"lo sognavo alla Roma...solo solo per quel modo di esultare....
@Michelone:imperdonabile....per quanto sia sempre stato il fan numero uno di Coupet...Frey è stato uno dei migliori portieri europei in queste stagioni e Barthez è sempre stato una semipippa...certo tutto questo prima di mettere su il fisico di Marisa Laurito...anche se ancora adesso è tra i primi 5 portieri del campionato....
Hai ragione Nesat: il Belgio è in pole per accaparrarsi i servigi del Signor Domenech! Tanto, come dici tu di africani si tratta visto che sono tutti neri..come la Francia, d'altronde! Magia degli imperi coloniali...
RispondiEliminaVincenzo
Grande Mostovoi, lo zar era un vero mito. Elegantissimo, tanto calcisticamente come tricologicamente. Per alcuni anni il Celta Vigo è stato stupendo, con quella bellissima maglietta celeste con lo sponsor rosso Citroen (peraltro lo stabilimento Citroen di Vigo è stato per anni l'orgoglio della provincia, tre turni di lavoro al giorno per restare aperto 24 ore su 24). Anche l'altro russo, Karpin, non era affatto male, così come non lo era lo sgusciante Jesuli, uno che nei resoconti di Settimana Gol la zampata la piazzava sempre, soprattutto in contropiede.
RispondiEliminaCon Nesat ci siamo andati vicino a scendere a Taranto, c'era Pierluigi Orlandini che ci aspettava...ma l'eroe dell'Under di tanti anni fa è ancora allenatore dei ragazzi giù allo Jacovone?
Nesat una testimonianza?beh potrei cominciare restando in argomento ricordando quella volta che l'ultima vera nazionale quella di Azelio Vicini affrontò l'Ungheria del grande Detari e del salentino Vincze..che settimana,la mattina si marinava la scuola per andare in gradinata a veder gli allenamenti(noi la scuola ma sugli spalti vi trovavi muratori,impiegati,negozianti..e i professori!)..bellissimo..poi l'incontro,Jacovone ultrapieno,io e mio fratello nella nord e un 4 a 0 firmato anche da una pigna terribile di Riccardo Ferri e una chicca la traversa colpita(colpire un legno è sempre motivo d'orgoglio e vanto)da Lajos...o quella volta ultima di campionato dove con il Pescara di Galeone oramai promosso ci giocammo la permanenza in B...2-1 doppio Pinone Lorenzo e invasione di campo,la mia prima ed unica,paragonabile per emozione solo all'uscita di scuola al suono della campanella in terza elementare...l'apoteosi comunque rimane quella volta in cui in riva allo Jonio approdò il Bologna di Maifredi..3 a 0 per loro con il mitico Villa,gl'infaticabili Marronaro e Poli e le "teste" di Marocchi e Pradella...grandi...a quella partita c'andai con mio zio tifosissimo felsineo già ai tempi di Bulgarelli;il consueto riscaldamento veniva effettuato allo Jacovone B adiacente a quello A ed aggrappato alla recinsione lo sentii esclamare le più belle parole d'amore e d'amicizia che ho mai udito guardando negl'occhi una persona:..chiamava Pecci..lui alzò il braccio e con un cenno della mano salutò lo zio... @el señor dionigi:no Orlandini andò via quasi subito,ora sostituito Passiatore altro girovago..sapevo che allenava nelle categorie non professionistiche salentine...Karpin,Catanha,Gustavo Lopez,Giovannella..erano meravigliosamente tutto,belli e forti...
RispondiEliminaGrande Mostovoi,
RispondiEliminaVado pazzo per gli aneddoti e le persone che condividono la propria importante memoria storica con il prossimo.
Il Fornaretto
fantastico Mostovoi....Taranto prima o poi tornerà tra le grandi......
RispondiEliminae visto che ci si lamenta tanto delle partite della nazionale senza pubblico....non sarebbe male ricominciare a portare la nazionale maggiore in queste città con fame di calcio....
comunque il Taranto mi diede anche un grande dolore.....ricacciò il Ragusa in serie D(arrivò anche il fallimento)..........
Nesat, ma anche tu se pensi al Taranto la prima cosa che ti viene in mente in realtà è "Tartanto"?
RispondiElimina(Spero che anche qualcun altro abbia cultura sufficiente per ricordarsi dei mitici errori ortografici di The Manager, primo ed inimitabile gioco manageriale di calcio, prima per Amiga e poi per PC. Tartanto, Atlanta, Bablo e Impallomeen sono un mito dell'infanzia su cui prima o poi bisognerà pur spendere due parole..)
come no...era una gran squadra da allenare il Tartanto.... comunque anche i colori dello stemma se non sbaglio erano sbagliati(mi pare biancorossi)....grande the manager...17 ore per caricarlo ma ne valeva la pena......
RispondiEliminaporca miseria the manager sinceramente non me lo ricordo anche perchè io possedevo il vic20 avuto con l'enciclopedia rizzoli....però c'era un mio amico che l'amiga l'aveva e in 5-6 passavamo interi pomeriggi a sensible soccer...una volta nell'opzione solo allenatore durante una buona stagione venne contattato dalla Steaua Bucarest ma non se la sentì è rifiutò..più tardi fù il Como a bussare e stavolta convinto dalla dirigenza lariana fece la valigia, l'accompagnammo alla stazione e andò sostituire Tardelli......ammetto però che Impallomeen è inarrivabile!!
RispondiEliminaSensible world of soccer...un gioco che ha rovinato l'esistenza di mio fratello...vinceva ovunque anche nel campionato indiano...ma non riuscì mai a portare la pistoiese in A.....
RispondiEliminaMostovoi, non è mai troppo tardi:
RispondiEliminahttp://www.kickoffworld.net/wiki/index.php?title=The_Manager
Il tizio nella prima foto è sconvolgente. Una brutta copia da cametto di terza categoria del M Douglas in Wall Street. Arrivista con lo sguardo cattivo.
RispondiElimina